Etica Sgr – Consumo di suolo in Italia, danni economici per oltre 400

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Etica Sgr – Nelle ultime settimane l’Italia è stata colpita da forti ondate di maltempo che hanno causato gravi danni e disagi in diverse regioni, a causa di frane e allagamenti.

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A cura di Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager di Etica Sgr


L’attuale situazione metereologica evidenzia ancora una volta la vulnerabilità del territorio italiano di fronte a eventi atmosferici estremi, sempre più frequenti. Il suolo ha ormai perso la capacità di prevenire frane o mitigare l’impatto delle alluvioni, contribuendo a una erosione costante del territorio. Le conseguenze sono rilevanti non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico: secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il degrado del suolo costa al Paese oltre 400 milioni di euro l’anno. Nel rapporto che fotografa lo stato di salute degli ecosistemi italiani, l’Ispra segnala che nel 2023 sono stati consumati 72,5 km² di suolo, un’area equivalente alla somma delle superfici coperte dagli edifici di Torino, Bologna e Firenze. Tuttavia, le aree naturali ripristinate risultano del tutto insufficienti, poiché ammontano a meno di 9 km². Questo valore è lontano dall’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto, che negli ultimi dodici mesi ha raggiunto i 64,4 km². Il consumo di suolo netto rappresenta la differenza tra la quantità di suolo consumata, ad esempio, per la costruzione di strade o edifici, e la quantità di suolo recuperata grazie a interventi in grado di rigenerare delle aree naturali. In altre parole, si tratta del bilancio tra perdita e recupero di suolo.

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Nel 2023 risultano cementificati oltre 21.500 km² di territorio, l’88% dei quali su suolo utile, ovvero superfici destinate all’agricoltura, boschi o aree necessarie alla regolazione idrica. A livello regionale, la Lombardia è la più colpita dal consumo di suolo, con un’erosione che interessa il 12,19% del territorio, pari a 290 mila ettari. Seguono il Veneto (11,86%) e la Campania (10,57%). Al contrario, le regioni meno interessate dal fenomeno sono la Valle d’Aosta con il 2,16%, il Trentino-Alto Adige (3,02%) e la Basilicata (3,21%), a fronte di una media nazionale del 7,16%.

La direttiva europea Nature Restoration Law stabilisce che almeno il 10% delle aree agricole di ogni Paese UE debba essere destinato a spazi naturali come campi non coltivati, stagni, ruscelli, filari di alberi ma anche muretti in pietra per ospitare animali e insetti, prevenire frane e proteggere la biodiversità. È quindi evidente che il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile nel breve periodo. La sua tutela è ormai una priorità per le organizzazioni nazionali e internazionali.

Fin dalla sua nascita, Etica Sgr è attenta al rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali, dimostrando come la finanza debba avere un ruolo di guida nel supportare un’economia attenta agli impatti sulla biodiversità e agli equilibri ecologici.

In virtù di ciò Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager di Etica Sgr, ha sottolineato come nel corso degli anni la Sgr si sia impegnata attivamente in difesa dell’ambiente: “Nel 2020 abbiamo aderito al Finance for Biodiversity Pledge, un’iniziativa promossa dalle istituzioni finanziarie della F@B Community dell’Unione Europea per tutelare e ripristinare la biodiversità. Attraverso questo impegno, le istituzioni finanziarie invitano i leader mondiali a invertire la tendenza dell’ultimo decennio per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale. Inoltre, Etica Sgr partecipa a Spring, la nuova iniziativa lanciata dai PRI (Principles for Responsible Investment) delle Nazioni Unite, finalizzata a preservare la biodiversità e combatterne la progressiva perdita. L’iniziativa si concentra, tra le altre cose, sulla desertificazione del suolo, un fenomeno che ha conseguenze devastanti sulla produttività agricola e sulla resilienza degli ecosistemi. Iniziative come Spring offrono ai partecipanti l’opportunità di affrontare i rischi finanziariamente rilevanti derivanti dalla perdita di risorse naturali e dal degrado del territorio”.

Fonte: InvestmentWorld.it


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