Da un parte l’aiuto agli inquilini che non riescono a pagare l’affitto a causa di una riduzione di reddito, dall’altra tutelare i proprietari di casa. Questo il sintesi il contenuto del Protocollo per la riduzione del disagio abitativo 2025-2026, o “Protocollo sfratti”, rinnovato da Città metropolitana e Comune di Bologna.
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Il protocollo, promosso dalla Prefettura di Bologna e siglato dal Prefetto, è stato firmato anche dell’assessore alle Politiche abitative, Giovanni Paglia.
“Il rinnovo del Protocollo rappresenta la volontà delle istituzioni di farsi carico di tante famiglie in difficoltà. – spiega Sara Accorsi, consigliera metropolitana delegata a Welfare e contrasto alla povertà, Politiche per l’abitare – La geografia degli sfratti eseguiti per morosità presenta con chiarezza la diffusione del problema su tutto il territorio metropolitano. Per questo, accogliamo favorevolmente il fatto che, dopo quattro anni di assenza di risorse statali, nella manovra finanziaria il Governo finanzi nuovamente il Fondo morosità incolpevole. Per quanto la sinergia tra i firmatari del Protocollo possa migliorare e rafforzarsi nelle pratiche di presa in carico del fenomeno a livello metropolitano, nella tutela delle necessità tanto degli inquilini quanto dei proprietari, l’auspicio è oggi che il Governo aumenti le risorse sul Fondo rendendole strutturali, poiché solo così trovano risposta tante situazioni che oggi gravano sui bilanci degli enti locali, già significativamente compromessi dai tagli dei trasferimenti previsti in Finanziaria”.
“Il Comune di Bologna è in prima linea nel contrasto all’emergenza abitativa e, negli ultimi anni, non ha mai fatto mancare il proprio impegno, anche quando le risorse nazionali erano assenti. Dal 2023 ad oggi abbiamo stanziato oltre 600mila euro dal bilancio comunale per sostenere le famiglie in difficoltà, evitando lo sfratto per morosità a circa 125 nuclei. – commenta Emily Clancy, vicesindaca del Comune di Bologna – Nello stesso periodo abbiamo erogato oltre 21 milioni di euro di contributi per l’affitto a persone e famiglie con redditi bassi: l’insieme di questi interventi ha infatti contribuito sensibilmente a contenere il numero degli sfratti in città.
Questo dimostra come la casa sia per noi una priorità assoluta. Il rinnovo del Protocollo è un passo importante, ma servono strumenti strutturali: il Governo deve rifinanziare il Fondo per l’Affitto e varare finalmente un vero Piano Casa, perché senza un intervento nazionale l’emergenza abitativa continuerà a gravare sulle spalle degli enti locali e, soprattutto, sulle vite delle persone più vulnerabili”.
“Con questo provvedimento vogliamo dare un aiuto concreto a quelle famiglie che, in una situazione già di grave difficoltà, si trovano a vivere anche il dramma della perdita della propria abitazione. Il contesto non è facile: da un lato un mercato della casa che tende a escludere fasce in aumento della popolazione, dall’altro le crescenti difficoltà in campo economico e produttivo, – spiega l’assessore regionale al Lavoro, politiche abitative e giovanili, Giovanni Paglia – Un quadro di fronte al quale è necessario unire le forze. Bene, dunque, il rifinanziamento da parte del Governo del Fondo per la morosità incolpevole. Ma serve di più: bisogna rifinanziare il Fondo per l’Affitto e dare finalmente all’Italia quel Piano casa che manca da troppo tempo”.
Comuni aderenti
L’intesa è già stata firmata dai sindaci dei Comuni di Calderara di Reno, di Imola, di San Lazzaro di Savena e Pianoro, nonché dall’Ordine degli Avvocati di Bologna, CGIL, CISL, UIL, SICET, SUNIA, UNIAT, APPC – ASCOM, ASPPI, UPPI, AIPI, UNIONCASA, AIDA, Unione Inquilini, CONIA. È prevista nei prossimi giorni anche la firma del Tribunale Ordinario di Bologna.
Il protocollo
Ha durata di due anni, con scadenza 31 dicembre 2026, e definisce modalità omogenee per l’utilizzo delle risorse statali, ossia del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, nonché delle risorse regionali (Fondo regionale per l’emergenza abitativa) e di eventuali altri stanziamenti regionali, metropolitani o comunali destinate agli inquilini morosi incolpevoli e per l’emergenza abitativa.
La legge di Bilancio dello Stato per l’anno 2025 e per il triennio 2025-2027, rifinanzia il Fondo dedicato con 10 milioni di euro per l’anno 2025 e 20 milioni di euro per l’anno 2026, che saranno ripartiti sulle regioni, sulla Città metropolitane e Province.
Chi può accedere
Possono usufruirne sia gli inquilini che hanno ricevuto lo sfratto per morosità, ma non la convalida, sia quelli che hanno ricevuto la convalida, ma per cui non c’è stata ancora l’esecuzione. La morosità non deve superare i 10 mila euro nei comuni ad Alta Tensione Abitativa (ATA) e Alto Disagio Abitativo (ADA), mentre per gli altri comuni i 7 mila euro. Inoltre il valore Isee del richiedente non deve essere superiore a 26 mila euro.
La riduzione della capacità reddituale, deve essere documentata, come ad esempio nel caso della perdita del lavoro per licenziamento, oppure di accordi sindacali o aziendali per la riduzione dell’orario di lavoro, di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, mancato rinnovo di contratti a termine, cessazione di attività libero-professionali, malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato una riduzione importante del reddito.
Il contributo, a fondo perduto, può arrivare fino a un massimo di 8.000 euro per i residenti nei comuni ATA e ADA, e a 4.000 euro per i residenti negli altri comuni.
Novità 2025-2026
Nell’accorso rinnovato vi è anche la possibilità che i fondi destinati agli inquilini morosi incolpevoli e per l’emergenza abitativa possano essere alimentati con risorse comunali, metropolitane, regionali o statali, senza che ciò comporti una modifica del Protocollo. E ancora, la compatibilità, ma non cumulabilità, delle misure previste con l’Assegno di Inclusione.
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