Stamane martedì 18 febbraio, un gruppo di sette attivisti di “Ultima Generazione” ha lanciato un messaggio di forte protesta contro la crisi agricola e le pratiche della grande distribuzione.
Alle 9:05 circa, sulla scalinata monumentale che porta alla Camera dei Deputati, i giovani attivisti hanno scaricato sacchetti pieni di cibo scartato, simbolo della crescente ingiustizia sociale ed economica che affligge il settore agricolo italiano.
In una manifestazione che si è sviluppata con azioni simboliche forti, i partecipanti si sono seduti sui gradini, indossando sacchetti con i loghi della grande distribuzione, rappresentando il “soffocamento” di un sistema che schiaccia sia i produttori che i consumatori.
Con l’intento di attirare l’attenzione sul contrasto tra il prezzo irrisorio che gli agricoltori ricevono per il loro lavoro e l’aumento esponenziale dei costi per i consumatori, gli attivisti hanno srotolato striscioni con le scritte “Il giusto prezzo” e “Ultima Generazione”.
Non ci sono stati feriti, ma l’azione ha sicuramente lasciato il segno. In pochi minuti, le forze dell’ordine sono arrivate sul posto e hanno identificato i manifestanti, ma non prima che il messaggio della campagna fosse chiaro e forte.
L’obiettivo era uno: sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla crisi senza precedenti che sta travolgendo l’agricoltura italiana, minacciata non solo dalla crisi climatica, ma anche dalle logiche distorte della grande distribuzione.
La campagna: “Il giusto prezzo”
Gli attivisti di “Ultima Generazione” non si sono limitati a una semplice protesta. Hanno lanciato una nuova campagna, dal nome emblematico: “Il giusto prezzo”. L’idea di fondo è quella di promuovere un’alleanza tra produttori e consumatori, entrambi vittime di un sistema che arricchisce pochi mentre impoverisce la maggior parte. La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) offre ai consumatori prezzi bassi, ma allo stesso tempo schiaccia i produttori agricoli, costringendoli a vendere a prezzi irrisori.
“Le proteste degli agricoltori che scuotono il Paese sono un segnale chiaro: il momento di agire è adesso“, ha dichiarato uno degli attivisti. “Ogni giorno, su 100 euro di spesa, solo 7 euro tornano ai produttori. Serve un’alleanza tra chi produce e chi compra, per garantire giustizia sociale ed economica.”
La campagna solleva l’allarme su una crisi agricola che non è solo il risultato di un’inflazione da prezzi al consumo, ma anche dei fenomeni climatici estremi, che hanno danneggiato irreparabilmente i raccolti. La siccità, le alluvioni e le ondate di calore hanno messo in ginocchio l’agricoltura, e il prezzo dei beni di prima necessità, come l’olio e la frutta, è raddoppiato negli ultimi dieci anni.
Le richieste degli attivisti
Il movimento non si ferma alla denuncia, ma propone soluzioni concrete:
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Protezione dei raccolti: Le difficoltà climatiche hanno devastato la produzione agricola italiana. Gli attivisti chiedono che le istituzioni investano in un sistema agricolo più resiliente, in grado di resistere agli impatti del cambiamento climatico.
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Aggiustamento dei prezzi: Il costo crescente dei beni alimentari sta mettendo in difficoltà le famiglie, mentre i produttori ottengono solo una frazione del prezzo finale. “Chiediamo un intervento delle istituzioni per garantire un giusto prezzo, che rispetti sia chi compra che chi produce.”
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Responsabilità dei responsabili: Ultima Generazione richiede che i veri responsabili della crisi agricola, ovvero le grandi multinazionali della distribuzione, la finanza e l’industria del fossile, contribuiscano finanziariamente alla transizione verso un’agricoltura più sostenibile, senza gravare sulle tasche dei cittadini.
La protesta, pur nella sua forza simbolica, ha lanciato un messaggio chiaro: la situazione è insostenibile e il cambiamento deve partire ora, con un’alleanza tra agricoltori, consumatori e istituzioni per costruire un sistema più giusto e solidale.
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