requisiti e adempimenti dei certificatori

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Il 12 novembre 2024 è stato firmato il decreto congiunto del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero della Giustizia, ora in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che definisce i compiti, gli adempimenti e i requisiti per i professionisti abilitati alla certificazione del Tax Control Framework (TCF).

Questo sistema, finalizzato alla gestione e al controllo del rischio fiscale, rappresenta un importante passo avanti nell’attuazione dell’articolo 4, comma 1-ter, del Decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128, che regola il regime di adempimento collaborativo o “cooperative compliance”.

L’obiettivo principale è promuovere trasparenza e dialogo preventivo tra contribuenti e Amministrazione finanziaria, riducendo l’evasione fiscale e offrendo tutele specifiche ai contribuenti virtuosi, insieme a una maggiore certezza legale.

Analizziamo di seguito i soggetti coinvolti nella procedura di cooperative compliance con il Fisco, i benefici previsti per le PMI, i requisiti richiesti ai professionisti abilitati al rilascio della certificazione, il percorso formativo necessario per ottenere tale abilitazione e, infine, le responsabilità e i rischi associati all’attività di certificazione.

Cooperative compliance: nuovo modello di collaborazione tra Fisco e imprese

Prima di esaminare le disposizioni del decreto MEF-Giustizia, che definisce il regolamento attuativo dell’articolo 4, comma 1-ter, del Dlgs n. 128/2015 in merito ai requisiti, ai compiti e agli adempimenti dei professionisti abilitati alla certificazione del sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, è utile richiamare brevemente il significato e le caratteristiche principali del regime di adempimento collaborativo.

Il regime di cooperative compliance, istituito dal Decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128, rappresenta un’innovazione nel rapporto tra Fisco e contribuenti, introducendo un sistema basato sulla trasparenza e sul dialogo preventivo.

L’obiettivo è creare un rapporto di fiducia tra l’Amministrazione finanziaria e le imprese, riducendo le incertezze fiscali e anticipando i controlli grazie a una costante interlocuzione. Possono aderire a questo regime i contribuenti dotati di un efficace Tax Control Framework (TCF), un sistema integrato per la gestione e il controllo dei rischi fiscali certificato da professionisti indipendenti.

I benefici per le imprese aderenti includono semplificazioni procedurali, disapplicazione o riduzione delle sanzioni in caso di comunicazione tempestiva dei rischi, esonero da garanzie per i rimborsi fiscali e cause di non punibilità per determinate fattispecie di reato tributario. Inoltre, il regime prevede tempi ridotti per l’attività di accertamento e un’interlocuzione rafforzata con l’Agenzia delle Entrate, favorendo la risoluzione anticipata di eventuali controversie.

Questo approccio, esteso progressivamente a una platea più ampia di contribuenti, sottolinea l’importanza della compliance come strumento di collaborazione tra imprese e amministrazione fiscale.

Estensione dei benefici della cooperative compliance alle PMI

Il sistema, inizialmente rivolto alle grandi imprese con un fatturato minimo di 750 milioni di euro (soglia destinata a ridursi progressivamente a 500 milioni nel 2026 e a 100 milioni a partire dal 2028), si apre ora anche alle PMI con un fatturato superiore a 5,16 milioni di euro.

Grazie a questa estensione, le PMI che ottengono il “bollino blu” potranno beneficiare di strumenti innovativi come il concordato preventivo biennale, un regime che consente un dialogo continuo con l’Amministrazione finanziaria, garantendo maggiore certezza e trasparenza nella gestione fiscale.

Tra i vantaggi più rilevanti vi è anche lo scudo legale, che offre protezione contro sanzioni amministrative e penali, incentivando le imprese di dimensioni più contenute ad adottare comportamenti virtuosi e a rafforzare i propri sistemi di controllo del rischio fiscale.

Soggetti certificatori del Tax Control Framework

L’attività di certificazione del Tax Control Framework (TCF), il sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, è riservata a professionisti altamente qualificati. Secondo quanto previsto dall’articolo 1 del decreto MEF-Giustizia, la certificazione può essere rilasciata esclusivamente da avvocati e commercialisti iscritti nell’apposito elenco gestito rispettivamente dal Consiglio nazionale forense e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Per accedere a tale elenco, i professionisti devono soddisfare alcuni requisiti fondamentali: essere iscritti al proprio albo professionale da almeno cinque anni e possedere i requisiti di onorabilità e professionalità definiti dal decreto.

NOTA BENE: Gli ordini professionali sono incaricati di verificare e certificare il possesso di tali requisiti, assicurando l’elevata qualificazione dei soggetti abilitati.

Certificatori del TCF: requisiti di onorabilità e professionalità

I professionisti abilitati alla certificazione del Tax Control Framework (TCF) devono possedere requisiti rigorosi sia sotto il profilo dell’onorabilità che della professionalità. Sul piano dell’onorabilità, è fondamentale l’assenza di condanne penali definitive o decreti irrevocabili per reati gravi, oltre alla mancanza di situazioni di interdizione, inabilitazione o altre cause di esclusione previste dalla normativa vigente.

Sotto il profilo della professionalità, sono richieste competenze e capacità specifiche, aggiornate rispetto agli sviluppi normativi, tecnici e di prassi. Queste includono una conoscenza approfondita dei sistemi di controllo interno e della gestione dei rischi, con particolare attenzione ai principi contabili applicati dall’impresa oggetto della certificazione e alla normativa in materia di diritto tributario. Tali requisiti sono verificati e attestati dall’Ordine professionale di appartenenza, che certifica la formazione e le qualifiche del professionista. Il mancato rispetto di questi standard comporta la cancellazione dall’elenco degli abilitati, a garanzia dell’integrità e dell’affidabilità del sistema di certificazione.

NOTA BENE: I professionisti che soddisfano i requisiti di onorabilità e professionalità possono richiedere l’iscrizione agli appositi elenchi dei certificatori, gestiti dal Consiglio nazionale forense per gli avvocati e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per i commercialisti. La domanda di iscrizione deve essere corredata da un’attestazione dell’Ordine professionale di appartenenza, che certifica il possesso dei requisiti richiesti, e da dichiarazioni che attestino l’assenza di condanne e l’assenza di procedimenti pendenti per reati gravi e la mancanza di atti impositivi non definitivi per maggiori imposte superiori a 50.000 euro nel triennio precedente.

Requisiti di indipendenza dei certificatori

Il decreto stabilisce anche requisiti rigorosi di indipendenza per i professionisti abilitati alla certificazione del Tax Control Framework (TCF), al fine di garantire l’imparzialità del processo. Il certificatore non deve essere coinvolto nel processo decisionale dell’impresa che ha conferito l’incarico e deve adottare tutte le misure necessarie per evitare conflitti di interesse, anche solo potenziali. È vietato accettare l’incarico se il professionista o i suoi familiari hanno relazioni personali, finanziarie o d’affari con il soggetto richiedente che possano comprometterne l’indipendenza.

Tra le situazioni di incompatibilità figurano:

  • il rivestire cariche sociali negli organi dell’impresa incaricante o delle sue controllate,
  • la detenzione di strumenti finanziari emessi dall’impresa,
  • l’aver fornito, nei due anni precedenti, servizi che abbiano contribuito all’elaborazione del sistema integrato di gestione dei rischi fiscali.

Inoltre, il professionista non può ricoprire l’incarico di certificatore per più di tre volte consecutive per la stessa impresa, e un successivo incarico può essere accettato solo dopo un periodo di sei anni.

Il compenso del professionista deve essere libero da condizioni legate all’esito della certificazione, e non è consentito accettare regali o favori, se non di valore modico e non superiore a 150 euro.

Formazione per l’attestazione dei certificatori

Il percorso per ottenere l’attestazione necessaria all’iscrizione negli elenchi dei certificatori del TCF prevede un’adeguata formazione professionale. Questa è fondamentale per garantire che i professionisti siano aggiornati sui più recenti sviluppi normativi, tecnici e di prassi in materia di gestione e controllo dei rischi fiscali. La formazione, definita in collaborazione tra il Ministero dell’Economia, l’Agenzia delle Entrate e i Consigli nazionali degli ordini professionali interessati, mira a fornire competenze specifiche su sistemi di controllo interno, principi contabili applicati e diritto tributario. Tali percorsi formativi rappresentano una componente essenziale per assicurare l’elevata qualificazione dei professionisti abilitati e per garantire che questi operino con le competenze necessarie a rilasciare certificazioni affidabili e conformi agli standard richiesti.

Compiti e adempimenti del professionista abilitato: rilascio della certificazione

Il certificatore del Tax Control Framework ha il compito di verificare che il sistema di gestione dei rischi fiscali dell’impresa sia conforme ai requisiti normativi e alle linee guida ufficiali, assicurando una gestione affidabile e consapevole della variabile fiscale.

Le sue attività includono:

  • la valutazione dei processi generali di controllo,
  • l’analisi dei rischi specifici,
  • l’esecuzione di test per garantire l’efficacia operativa dei controlli.

NOTA BENE: Nel caso di gruppi di imprese, il certificatore attesta che il sistema integrato adottato dalla capogruppo sia coerente e applicato uniformemente alle controllate, verificando anche le mappe dei rischi specifiche.

La certificazione, rilasciata dai professionisti abilitati, documenta la conformità del sistema fiscale aziendale al Decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128, includendo:

  • dichiarazioni sul possesso dei requisiti di onorabilità e indipendenza del certificatore;
  • l’attestazione delle competenze professionali e la descrizione di eventuali carenze non significative con le relative azioni correttive.

La certificazione ha una durata triennale, con obbligo di aggiornamento alla scadenza o in caso di significative modifiche organizzative, ed è conservata per tre anni sia dal professionista che dall’impresa.

In caso di certificazione infedele, l’Agenzia delle Entrate può segnalare il professionista ai Consigli nazionali competenti per l’avvio di procedimenti disciplinari.

Se durante il triennio si verificano modifiche organizzative significative che richiedono un aggiornamento complessivo del sistema integrato di rilevazione, gestione e controllo dei rischi fiscali, è obbligatorio emettere una nuova certificazione per garantire la conformità ai requisiti normativi.

Per concludere, una Tabella riepilogativa con i principali aspetti relativi ai certificatori del Tax Control Framework.

Aspetti Descrizione
Requisiti – Iscrizione all’albo professionale (avvocati o commercialisti) da almeno 5 anni.
– Onorabilità: assenza di condanne penali o cause di interdizione.
– Professionalità: competenze in controllo interno, gestione dei rischi, principi contabili e diritto tributario.
Formazione – Percorsi definiti dal Ministero dell’Economia, Agenzia delle Entrate e Consigli nazionali.
– Aggiornamenti sulle normative, tecniche e prassi in materia fiscale.
Adempimenti – Valutazione dei processi di controllo e analisi dei rischi fiscali.
– Verifica dell’efficacia operativa dei controlli.
– Emissione della certificazione con documentazione di eventuali carenze e azioni correttive.
Responsabilità – Garantire indipendenza e imparzialità.
– Eseguire le valutazioni in modo accurato e trasparente.
– Conservare la certificazione per almeno 3 anni.
Rischi – Procedimenti disciplinari in caso di certificazioni infedeli.
– Sanzioni quali sospensione o cancellazione dall’elenco.
– Implicazioni legali per violazioni dei requisiti di indipendenza o conflitti di interesse.



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