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La celebrazione di un compleanno molto speciale per Napoli può rappresentare l’occasione per riflettere sul momento nel complesso favorevole che la città sta vivendo da qualche anno. Il salto da un passato ultramillenario all’attualità dei giorni nostri non è semplice ma va tentato. Il tema di fondo è se, sulla base degli eventi accaduti e dei segnali da cogliere, si sia avviato quel processo di “rinascimento”, tentato trenta anni fa da Antonio Bassolino, e che Napoli ancora attende. Va riconosciuto che, con l’avvento della nuova amministrazione, Napoli ha avuto un rilancio forte dell’immagine sul piano nazionale e internazionale come centro culturale e turistico di grande rilievo.
Oggi si possono elencare i motivi di soddisfazione e di supporto per un giudizio del genere. Il nostro sindaco è stato eletto alla guida di tutti i sindaci italiani, l’Apple ha avviato un’alleanza strategica con la Federico II per la formazione in campo informatico, il turismo presenta numeri eccezionali, i media proiettano la visione di una città attraente e in crescita, gli investitori stranieri, tra cui catene alberghiere di rinomanza mondiale, stanno ampliando la loro presenza, le nostre metropolitane sono considerate tra le più belle del pianeta, lo sport, con la squadra di calcio in prima linea, è un altro campo di risultati soddisfacenti.
Il bilancio favorevole che ne deriva trova testimonianze ufficiali nelle investiture pubbliche: Napoli, già capitale della cultura nel 2023, sarà capitale della cultura d’impresa nel 2025 e capitale europea dello sport nel 2026. Quanta parte di questi progressi sono da ascrivere all’azione di governo attuata dall’amministrazione capeggiata da Gaetano Manfredi? Quali sono i meriti da riconoscere e quali dovrebbero essere gli avanzamenti da richiedere in questa legislatura?
Nell’esame da sviluppare non si può prescindere da due obiettivi di assoluta rilevanza conseguiti con un’efficace e diversa visione della politica cittadina e conferendo il giusto valore all’economia delle relazioni. Il recupero della reputazione e il superamento dell’emergenza finanziaria sono infatti legati al ripristino del rapporto collaborativo instaurato dal sindaco con il governo centrale, dopo l’inutile e penalizzante conflittualità messa in atto in precedenza.
Il Patto per Napoli e l’utilizzo difondi europei del Pnrr sono serviti, da un lato, a conseguire condizioni dimigliore equilibrio finanziario e, dall’altro, a promuovere progetti di rigenerazione urbana e di riassetto territoriale relativamente a zona est, centro storico e Bagnoli. Sit ratta di due tasselli fondamentali che possono inserirsi giustificatamentenell’avere finalmente saputo costruire undisegno organico e condiviso di sviluppo strategico della città e di avere progettato e realizzato molti interventi destinati a influire favorevolmente sul suo futuro.Intre anni di governo i risultati positivi si sono susseguiti ehanno conferito alla città unclima adatto per lo sviluppo delturismo, per la progettazione e il coordinamento degliinterventi da promuovere e per il rapporto costruttivo conle altre istituzioni cittadine. Inun quadro presentato in modomolto sintetico e certo parziale sui lati positivi, non si può non tenere conto deimotivi più diffusi di critica all’amministrazione in carica per gli scarsi risultati raggiunti nella gestione ordinaria della città.
Problemi fondamentali, come quelli della sicurezza, deltraffico urbano, del decoro e della occupazione del suolo pubblico, sono stati itemi più ricorrenti delle proteste dei napoletani. I ripetuti e tragici incidenti stradali, la congestione cronica della viabilità in superficie, le precarie condizioni igienico sanitarie delle periferie e dei luoghi più frequentati daituristi, il mancato controllo di regole essenziali nella disciplina delle autorizzazioni per la concessione degli spazi, hanno dato corpo almalessere dei cittadini. Nel complesso, si può concludere che questo divario tra strategia e gestione deve indurre ad un’azione di recupero conscelte politiche e organizzative più soddisfacenti. Occorre certamente un maggiore impegno da parte di alcuni assessori muniti di delega, adeguatamente supportati dalla macchina comunale. Quest’ultima deve diventare più produttivamentre i primi dovrebbero dedicare maggiore presenza sul territorio per risolvere i problemi di programmazione e controllo delle rispettive aree di competenza. Spetta sempre al sindaco, con la sua esperienza amministrativa e le sue doti di leadership, dare la giusta priorità ai vari problemi da risolvere e, soprattutto, affidarli a chi possiede le necessarie capacità manageriali.
Il completamento della legislatura dovrebbe, cioè, portare ad una migliore redistribuzione di compiti e deleghe, per puntare soprattutto su uomini legati al territorio e più diretti conoscitori delle situazioni da amministrare. È questo il salto da compiere per fare avanzare quello che abbiamo definito, conqualche ottimismo, processo di rinascimento. Napoli, nel compimento di 2500 anni di storia, sembra comunque avere imboccato un sentiero di rilancio dopo tanti anni di illusioni e delusioni. Bisogna, in definitiva, accogliere conquesto giustificato ottimismo i progressi realizzati e confidare nella creazione di una più stretta coesione e appoggio da parte dellamaggioranza politica verso chi deve rispondere almeglio alle responsabilità operative di governo di una grande città. Sulla scia dei risultati che verranno sarà poi più facile ottenere la collaborazione dei cittadini e recuperare lo spirito di squadra indispensabile per la realizzazione di grandi progetti.
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