L’Unione Europea deve incrementare i suoi investimenti annuali in energia, industria e trasporti di circa 480 miliardi di euro all’anno rispetto al decennio precedente: è quanto si legge nella bozza del Clean Industrial Deal, il piano strategico della Commissione europea per delineare le strategie urgenti e a breve termine per sostenere e creare condizioni ottimali affinché l’industria europea possa recuperare competitività nei confronti di Cina e Stati Uniti pur mantenendo la rotta verso gli obiettivi di decarbonizzazione.
Per ottenere questo risultato sarà fondamentale mobilitare e incentivare gli investimenti privati. A questo servirà l’Unione dei risparmi e degli investimenti (Savings and Investments Union), insieme a misure relative al clima e al finanziamento di investimenti sostenibili e alla tecnologia pulita attraverso il Fondo per la competitività.
Il documento ufficiale sarà presentato il prossimo 26 febbraio insieme al Piano Energia, ma il disegno generale è emerso chiaramente dalla bozza circolata in queste ore.
L’obiettivo principale è trasformare l’economia europea in un’economia sostenibile e resiliente entro il 2030, anno per il quale resta fissato un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni del 50% in vista dell’obiettivo della neutralità del 2050.
Le aree chiave di intervento sono: offrire alle imprese l’accesso all’energia a prezzi accessibili, l’accelerazione del passaggio a una manifattura pulita, la creazione di condizioni favorevoli affinché le imprese producano e vendano prodotti con un’impronta di carbonio ridotta o nulla, l’incentivazione di investimenti pubblici e privati, il rafforzamento dei finanziamenti europei e la promozione di mercati globali e partenariati internazionali. Il documento si pone come priorità anche la necessità di rafforzare le competenze della forza lavoro e di sostenere i lavoratori durante la transizione.
Accesso più semplice agli aiuti di Stato
Per accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, l’Unione Europea modificherà anche il quadro normativo sugli aiuti di Stato entro il secondo trimestre del 2025.
L’obiettivo è semplificare e accelerare l’approvazione delle misure di sostegno pubblico per la decarbonizzazione e le tecnologie pulite. Il nuovo quadro consentirà agli Stati membri di fornire aiuti proporzionati per incentivare gli investimenti privati nella produzione e nell’adozione di tecnologie a basse emissioni.
Saranno previsti aiuti per la fabbricazione e l’aumento di impianti per tecnologie strategiche, come le batterie, e la Commissione fornirà orientamenti alle imprese per garantire la conformità alle norme sulla concorrenza.
Gli aiuti di Stato, insieme agli incentivi fiscali a livello nazionale, svolgeranno un ruolo fondamentale nel sostenere la transizione industriale.
La Commissione si impegna inoltre a garantire che le politiche fiscali non favoriscano i combustibili fossili rispetto alle energie pulite. La revisione delle norme sugli aiuti di Stato e del regolamento generale di esenzione per categoria (GBER) faciliterà ulteriormente l’accesso ai finanziamenti per sostenere la transizione industriale.
Le misure per rendere l’energia più accessibile e pulita
Il Clean Industrial Deal sarà presentato congiuntamente al Piano Energia, indispensabile sia per accelerare la transizione green dell’industria europea (anche rendendo l’energia più economica per aziende e cittadini) e ridurre ulteriormente la dipendenza energetica dalla Russia.
Secondo quanto si legge nella “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni” dello scorso 11 febbraio, il Piano Energia sarà infatti “collegato a un insieme completo di misure per l’integrazione energetica, affrontando la necessità dell’Europa di un’infrastruttura di rete aggiornata e digitalizzata, con un’attenzione particolare alla rete elettrica”.
Parallelamente, la Commissione si è impegnata anche a presentare una roadmap per porre fine alle importazioni di energia dalla Russia e, sempre entro il 2025, un Programma Illustrativo per l’Energia Nucleare.
Tornando alla bozza della comunicazione sul Piano Energia, la Commissione ha ricordato che “gli Stati membri hanno la possibilità di ridurre le imposte e i prelievi nazionali nella bolletta dell’energia elettrica, avvicinandosi alle aliquote minime di accisa previste dalla direttiva sulla tassazione dell’energia, pari a 0,5 euro/MWh per le imprese e all’aliquota Iva ridotta al minimo del 5% previsto dalla direttiva Ue , nonché di eliminare le imposte non legate all’energia e di trasferire quelle che finanziano l’energia”.
Nella bozza del Piano di Azione, viene affermato che per realizzare un’autentica Unione dell’Energia, occorre concentrarsi su tre fattori principali:
- un mercato dell’energia completamente integrato, sostenuto da una rete interconnessa e da un sistema di regolamentazione e governance coerente
- un sistema energetico decarbonizzato, caratterizzato da un significativo incremento dell’energia pulita e dell’elettrificazione, ponendo l’efficienza energetica come elemento centrale
- un mercato del gas più trasparente, competitivo e ben funzionante, dal momento che il gas naturale continua a essere una componente importante del consumo energetico europeo. La bozza sottolinea anche l’importanza di garantire che il gas venga scambiato a condizioni eque e di utilizzare la forza collettiva europea per raggiungere questi obiettivi
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