Un discorso per economisti e consumatori. Da quanto Donald Trump è tornato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato da Presidente degli Stati Uniti d’America, gli occhi del mondo sono tutti alle possibili mosse in campo economico che il Tycoon potrà adottare. Si teme, con alcuni segnali concreti già evidenti, che Trump ricominci con le sue politiche protezioniste già adottate nel corso della sua prima legislatura, con tutto ciò che ne deriverebbe in termini di perdite per i mercati globali. In questo scenario di instabilità e attesa c’è un bene che, più di tutti, rappresenta un problema reale per il Presidente Usa, ovvero le uova. Si tratta di un alimento considerato base dagli americani, motivo questo che rende il suo prezzo una sorta di termometro della situazione economica. Secondo diversi sociologi ed economisti, sarebbe stato proprio il prezzo elevato delle uova negli States ad aver affossato le possibilità dei democratici di confermarsi alla Casa Bianca dopo il mandato di Joe Biden. Il pericolo prezzo delle uova, tuttavia, non sarebbe da sottovalutare anche per Trump che, malgrado continui annunci che potremmo definire di distrazione di massa in merito alle scelte economiche della sua presidenza, dovrà presto trovare una soluzione.
Proviamo a corredare quanto fin detto avvalendoci dell’aiuto dei numeri. Il prezzo delle uova negli Stati Uniti è salito del 170% in 5 anni. Nel 2019, infatti, una confezione da 12 aveva un costo medio all’ingrosso di 1,54 dollari, mentre a dicembre scorso era a 4,15 dollari. E ancora, al dettaglio il costo di una confezione da 12 di uova negli Stati Uniti oscilla oggi tra i 6 e gli 8 dollari, con alcuni rivenditori che le espongono addirittura con il prezzo di 10 dollari.
Trump, nel corso della sua campagna elettorale, aveva promesso di abbassare il prezzo degli alimenti già nel suo primo giorno alla Casa Bianca, ma fin qui questa mossa ha tardato ad arrivare. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), inoltre, ha stimato che il prezzo delle uova sarà soggetto a ulteriori aumenti nel 2025, circa un 20% in più, con i generi alimentari che, più in generale, saliranno del 2,2%.
Un problema non da poco per Donald Trump, soprattutto considerando cosa rappresentano le uova per cittadini americani. Si tratta, infatti, di un alimento dal consumo quotidiano che è alla base della colazione e di moltissime preparazioni considerate essenziali. I dati lo confermano: nel 2019, prima dei suddetti aumenti, i cittadini statunitensi mangiavano in media 279 uova all’anno (5-6 a settimana). Un consumo altissimo, motivo per cui qualsiasi aumento di prezzo rappresenta un serio problema per l’economica d’oltre Oceano.
A preoccupare i cittadini degli Stati Uniti, oltre alle mancate promesse mantenute sul tema da parte di Donald Trump, sono i nuovi annunci di aumenti sul prezzo delle uova fatti dalle catene di ristoranti e supermercati. Waffle House, catena di tavole calda che vanta 1900 dinner aperti negli Usa 24 ore su 24, per esempio, ha di recente annunciato che attuerà un sovrapprezzo di 50 centesimi per ogni uovo servito a causa dell’aumento del costo dell’alimento all’ingrosso. A rimetterci, come sempre, sono dunque i consumatori finali, con la colazione in questa catena composta da due uova e un toast potrebbe arrivare a costare circa 7,75 dollari.
E ancora, Kip Green, co-proprietaria del Montague Diner di Brooklyn, New York, ha evidenziato che “le uova sono fondamentali per noi, siamo un diner. Dobbiamo avere piatti di uova. Non vogliamo mai smettere di farle o far pagare di più le persone. Quindi cerchiamo di capire come tagliare i costi altrove”. Allo stato attuale le uova sono diventate negli Stati Uniti un nuovo bene di lusso, tanto che ormai i furti di questo alimento possono rappresentare una grande entrata per i malviventi. In Pennsylvania, per esempio, è stato portato a termine il furto di 100mila uova, per un valore complessivo di 40mila dollari. La situazione descritta è figlia di una serie di concause che, unite, hanno portato alla crescita del 170% del prezzo delle uova negli Stati Uniti.
Il primo aspetto, sicuramente di natura molto generale, è dovuto alla pandemia da covid-19 seguita, subito dopo, dalla guerra in Ucraina. Due eventi di portata mondiale che hanno fatto salire l’inflazione e colpito tutti i Paesi del mondo, ivi compresi gli Stati Uniti con la Fed che sta avendo maggiori difficoltà rispetto alla Bce a contrastare la crescita esponenziale dei prezzi.
A quanto detto si aggiunge anche l’epidemia di influenza aviaria che, solo negli Stati Uniti, ha colpito 145 milioni di uccelli diminuendo fortemente la produzione di uova. A novembre e dicembre 2024, un aumento dei casi di contagio aveva obbligato le autorità ad abbattere 17,2 milioni di galline, circa la metà di tutti i volatili uccisi dal virus nel corso del 2024 (fonte Usda). A non giocare a vantaggio del contrasto all’epidemia sono soprattutto i molti allevamenti intensivi presenti negli Stati Uniti, con gli allevatori costretti ad abbattere tutti gli esemplari in caso di un contagio riscontrato. “L’influenza aviaria – ha detto a Cbs News l’associazione di categoria dei produttori di uova – è assolutamente devastante per gli allevamenti avicoli. Quando un allevamento di galline viene colpito dal virus, deve seguire un processo completo e lungo che prevede diverse fasi e approvazioni governative prima di poter iniziare a ripopolare con nuovi branchi e tornare a produrre uova. Questo processo può richiedere da nove mesi a più di un anno”. Su questo aspetto, inoltre, c’è da segnalare che la possibile conferma da parte di Trump di Robert F. Kennedy Jr. a segretario della Sanità potrebbe portare a un perdurare costante dell’epidemia. Kennedy, infatti, è un novax convinto e noto per le sue posizioni antiscientifiche che lo potrebbero spingere, secondo i media americani, a smantellare buona parte delle salvaguardie dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
In ultimo, non certo per importanza, c’è da segnalare tra le cause dell’aumento del prezzo delle uova negli Stati Uniti la crescita dei costi di trasporto innescata, a sua volta, dalla mancanza di autotrasportatori e dall’inflazione. “Il trasporto su camion refrigerati – ha detto a Cbs MoneyWatch Ricky Volpe, professore di Scienze agroalimentari presso la Cal Poly State University di San Luis Obispo – è un punto dolente della catena di approvvigionamento alimentare in questo momento. C’è carenza di autisti, le tariffe dei camion a lunga percorrenza sono aumentate e le uova hanno un’alta intensità di trasporto. Anche prima dell’influenza aviaria, i camion non erano in grado di consegnare le uova in modo tempestivo”.
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