Ritorna a fare apparizione il principio di solidarietà, nominato in molte costituzioni quale norma regolamentare nei rapporti sociali, è al centro di un nuovo concetto di scambio e riciclo. Diventa la costante pratica di un innovativo progetto che insiste e investe sulla continuità e sulla complementarietà tra solidarietà, tradizione e economia circolare.
In quest’ ottica, che segue la dottrina sociale della Chiesa Cattolica, si dipana il progetto “Cuciture di Comunità”, un’iniziativa volta alla formazione e alla valorizzazione dell’arte sartoriale siciliana.
La filiera con capofila l’Associazione Mai Più Soli, ha vinto a Roma il bando “Idee in Movimento” indetto dal MLAC (movimento lavoratori azione cattolica), con fondi 8XMILLE alla Chiesa Cattolica.
La misura-proposta dal MLAC, in collaborazione con l’ ufficio nazionale di Pastorale Sociale e del Lavoro, Caritas Italiana e Progetto Policoro, si è posta l’obiettivo di coinvolgere i gruppi a leggere i territori abitati per poterne scrutare i bisogni e mettere in atto azioni conseguenti.
Obiettivi seri e profondamente etici, animano il progetto Cuciture di Comunità. Consapevole del valore morale intrinseco nel settore della gestione e valorizzazione del riuso, il gruppo alimenta una filiera virtuosa che crea valore e occupazione.
A tal fine, dall’esperienza associativa dell’Emporio della Solidarietà “Madre Teresa”, volta ad aiutare i più poveri che hanno l’opportunità di avere abiti non più utilizzati, il progetto prevede il recupero di abbigliamento in disuso con la cooperazione dell’Associazione Artigiani Acesi.
“Il progetto, in un’ ottica di economia circolare e in linea con quella che è la dottrina sociale della Chiesa, punta a promuovere una nuova dignità del lavoro e della persona, tramite l’attività di recupero e reintegro. Perché non esistono cose da buttare, ma da valorizzare e promuovere”- dichiara Rosario Consoli, referente del progetto Policoro diocesi di Acireale.
Si prova dunque non solo a ottimizzare le caratteristiche delle cose per dare loro un nuovo utilizzo, ma di offrire la possibilità, l’opportunità e il vantaggio di considerare queste non come scarto ma come risorsa da reintrodurre in un ciclo produttivo che centralizzi l’ individuo.
“Il progetto nasce dalla volontà di trasmettere alle nuove generazioni il valore della tradizione sartoriale siciliana, mettendo insieme formazione e cultura. Il nostro obiettivo è creare un luogo di apprendimento e crescita, in cui i giovani possono acquisire competenze e, allo stesso tempo, contribuire alla conservazione della nostra identità artigianale”- prosegue Consoli.
Il progetto, in collaborazione con la Caritas ed il Progetto Policoro della diocesi di Acireale, intende infatti creare un laboratorio ed offrire una formazione gratuita di tre giovani nelle tecniche sartoriali commerciali e tradizionali della Sicilia, fornendo loro competenze utili per un futuro inserimento lavorativo nel settore, si legge in nota stampa.
E se la tradizione è uno strumento di conoscenza del nostro essere individuale e sociale e perciò della nostra storia, salvare dall’ oblio autentiche e tangibili ricchezze culturali è un imperativo categorico.
Per creare consapevolezza in merito al valore della memoria e al modo sapiente di farvi ricorso, per poter immergersi nel fascino atemporale delle tradizioni sartoriali, per salvaguardare il settore, “sarà realizzato uno spazio espositivo museale dedicato alla storia della sartoria in collaborazione con la Fondazione Città del Fanciullo e l’Ecomuseo del Cielo e della Terra , con l’obiettivo di conservare, promuovere e diffondere questa antica arte”.
Sembrerebbe anacronistico un progetto che rende preziosi per valore e finalità oggetti come gli abiti smessi, soprattutto oggi che la mentalità diffusa di buttare via tutto ci ha reso una società di sgombratori convulsivi. Eppure donare una seconda vita alle cose, secondo il principio del riciclo creativo, aumenta la sostenibilità, valorizza la bellezza, crea occupazione, implementa le dinamiche di gruppo. E, credo, la consapevolezza di essere parte di una comunità nella quale il sostegno reciproco e la condivisione dei valori rispondono a esigenze relazionali che non possono essere sostituite dalla convergenza consumistica di nuovi prodotti, sempre più di tendenza, alla moda ma in ultima analisi surrogati dei precedenti.
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