L’azzardo è diventato la lavatrice del denaro sporco

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Una sala slot – Ansa

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Buttare soldi sporchi nell’azzardo per ricavarne somme pulite. Un “effetto lavatrice” che si sta diffondendo sempre più – anche nelle scommesse online – e che è stato notato dalle forze dell’ordine. A Varese sono scattati controlli antiriciclaggio in quattro sale slot dove dei giocatori spendevano sino a 200mila euro nella stessa giornata, arrivando a giocare oltre 500mila euro in sette giorni, utilizzando sempre le stesse carte bancomat in violazione delle norme antiriciclaggio.
I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza sono arrivati nei locali per effettuare un controllo mirato, trovando riscontro alle ipotesi investigative. Sanzionati per un ammontare complessivo di 80 mila euro i gestori che non hanno identificato i giocatori.
L’attività svolta dalla Compagnia di Gallarate fa parte del piano voluto dal Comando Provinciale di Varese per verificare il rispetto delle normative antiriciclaggio e del gioco da parte delle sale slot anche a tutela dei giocatori e a contrasto della ludopatia.
I finanzieri si sono concentrati sull’utilizzo dei Pos scoprendo che in diverse occasioni i gestori delle sale slot si erano fatti pagare con la carta consumazioni false, dando poi il corrispettivo in contanti al cliente per continuare a giocare.
Le fiamme gialle hanno individuato sportelli bancomat per il ritiro del contante, installati e funzionanti, direttamente all’interno di due delle sale slot controllate. In altri casi le macchine da gioco erano state accese in violazione delle fasce orarie protette.
Sul fronte antiriciclaggio la legge obbliga i gestori a identificare chi effettua giocate superiori ai 2mila euro. Obbligo che era stato largamente aggirato dai gestori poi sanzionati. I finanzieri hanno infatti accertato che dalle stesse 124 carte erano state effettuate giocate sino a 200mila euro in un giorno e a mezzo milione di euro in una settimana.

Il fenomeno del riciclaggio si insinua anche nell’azzardo online. Un recente studio di Federconsumatori ha infatti rivelato strani picchi di giocate in alcuni paesi del Nord. L’azzardo online, va ricordato, identifica quasi sempre la residenza della persona che sta giocando.
A Caino (Brescia) e Casei Gerola (Pavia), ad esempio, la raccolta pro capite media è oscillata tra i 3.800 e i 5 mila euro in un anno, a fronte di una media nazionale di 1.925 euro. A Offanengo (Cremona) si sono sfiorati i 6 mila euro. Poi ci sono le “anomalie” di Anguillara Veneta, comune di 4.161 abitanti a fine 2023, primo in classifica nazionale tra i centri sotto i 10 mila abitanti per scommesse online. Nel 2022 – secondo quanto riporta Federconsumatori – si registrava ad Anguillara un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro. Nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro, riportati nelle tabelle dell’Agenzia Dogane e Monopoli, che hanno portato il piccolo centro all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, quasi 14 volte la media provinciale. Ogni abitante di Anguillara ha così teoricamente investito nell’azzardo online quasi 1.100 euro mensili. Quando il dato era emerso, la sindaca Alessandra Buoso si era detta sorpresa e aveva fatto denuncia alla polizia postale per chiarire l’origine del fenomeno: tra le sue ipotesi, un indirizzo Internet fantasma da cui sarebbero partite numerose giocate, che avrebbe inciso pesantemente sulla media generale.
Pressoché identica la condizione di Calliano, provincia di Trento, 2.038 abitanti, passato dai 1.196 euro del 2022 ai 12.749 euro del 2023, 12 volte la media provinciale: in Italia è secondo solo ad Anguillara. Problemi anche in Emilia Romagna: ci sono comuni dove le scommesse esplodono. A partire da Zola Predosa e Calderara di Reno, che spendono rispettivamente 7.837 e 5.512 euro pro capite. Due comuni in piena Città metropolitana di Bologna, definiti “un cuore nero al centro della regione” dal report “Pane e azzardo 2” (Cgil, Federconsumatori, Campagna Mettiamoci in gioco e Fondazione Isscon). A trainare i numeri di Zola e Calderara è un gioco online che si chiama Betting Exchange, in cui gli stessi giocatori fanno da banco: a livello regionale pesa il 4,2% dell’online, mentre a Zola e Calderara segna rispettivamente il 47% e il 78%.

Turismo in nero

Ma ci sono casi “curiosi” anche al Sud. “Sono assolutamente vistosi – osserva Federconsumatori – i dati di Capri, che nel 2022 era già ai primissimi posti, con 7.913 euro pro capite, che salgono a 9.503 nel 2023. Anche il limitrofo comune di Anacapri è nella classifica, con quasi 5.000 euro”. Tante le città di mare con valori elevati, come Portovenere (Sp), Lacco Ameno (Ischia, Na), Amalfi (Na), Peschici (Fg), Otranto (Le) e altre ancora. Un fenomeno che rispecchia quello di alcune località affacciate sui laghi del Nord: Moniga del Garda tocca gli 11.042 euro pro capite, mentre i 4 mila abitanti di Gravedona e Uniti hanno puntato 9.137 euro in media, per una cifra monstre totale di quasi 28 milioni di euro. Soldi che però sono “tornati” quasi interamente visto che le vincite hanno sfiorato i 27 milioni. In questo caso la Dea bendata ci ha visto benissimo. Fin troppo. “L’ipotesi che si può avanzare è che una parte del ricavato dell’economia turistica, in particolare la vasta area di irregolarità di questo settore, venga riciclata nell’azzardo online” conclude Federconsumatori.

Il gioco delle mafie

Il riciclaggio attraverso l’azzardo online sembra un sistema consolidato nelle aree meridionali a più alta concentrazione di malavita organizzata. “In Italia una quota consistente dell’azzardo legale online è da far risalire, con evidenza, all’utilizzo di questo canale, da parte delle mafie, come modalità di riciclaggio di denaro di provenienza illecita – sottolinea l’associaizone nel suo Libro Nero sull’azzardo -. Con prudenza ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online. Con la sua “convenienza” (ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici) il gioco online ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso le slot”. Che però resiste bene, come si è visto nel caso di Varese.

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