Quasi 11 miliardi al Veneto dal riparto del Fondo sanitario nazionale. Assessore Lanzarin (Lega): “Circa 380 milioni in più dell’anno precedente. Crescono le necessità e continueremo ad investire a vantaggio dei cittadini”
Vanessa Camani (Pd): “È un po’ tutto surreale, a cominciare dal fatto che i 380 milioni in più ricevuti rispetto al 2023 coprono a malapena i rincari energetici e quelli legati all’inflazione
Venezia, 17 febbraio 2025 – “Dal riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2024, alla Regione del Veneto sono destinati oltre 10,5 miliardi di euro; somma che rappresenta un incremento di circa 380 milioni rispetto all’anno precedente. Possiamo provare soddisfazione, nella consapevolezza del buon uso fatto delle risorse e che la nostra regione si è confermata tra le 5 benchmark in Italia. Si nota come il fondo nazionale, e di conseguenza anche quello regionale, continui a crescere a fronte di una situazione generale in cui le necessità sono tante e crescenti. Continueremo ad investire a vantaggio dei cittadini sull’erogazione dei Lea ma anche in altri ambiti, a cominciare da quelli su cui abbiamo già concentrato risorse importanti come il recupero delle liste d’attesa, il reclutamento del personale sanitario e medico e provvedimenti che mettano quest’ultimo in condizioni di lavorare meglio, con un adeguato supporto organizzativo e psicologico a fronte delle difficoltà”.
Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, commenta la destinazione di 10,8 miliardi di euro al Veneto, annunciata oggi a Venezia dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPESS, Alessandro Morelli, nell’ambito del riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2024.
“Continueremo a investire nell’assicurare i fabbisogni dei cittadini come nell’erogazione dei Lea ma anche su quei filoni sui quali abbiamo concentrato tante risorse come il recupero liste d’attesa – sottolinea l’Assessore Lanzarin -. Quest’ultimo impegno ammonta all’ormai famoso 0,4% che per la nostra regione significa tra i 49 e i 50 milioni di euro annui. Un importo che abbiamo dimostrato di saper usare in modo mirato con risultati sensibili”.
“Ma sentiamo anche forte l’impegno verso il personale – aggiunge l’Assessore -. Abbiamo adottato un provvedimento per aumentare i fondi integrativi di tutto quello sanitario e della dirigenza medica. Si tratta di 150 milioni nel triennio 2024-2026 per affrontare la criticità nelle aree e nei servizi disagiati. Mi riferisco a quelli in maggiore sofferenza per carenza di personale, dovuta a una sorta di mancanza di vocazione tra i professionisti, come l’Emergenza-Urgenza; nell’ultimo concorso abbiamo contato poche decine di professionisti per più di cento posti messi bando. Ma anche altre aree critiche come Anestesia e Rianimazione, Pediatria, Ginecologia, Ortopedia. Penso anche alla Psichiatria, c’è sempre maggiore sensibilità verso la salute mentale ma rimane molto difficile trovare specialisti. Abbiamo varato un piano strategico per la ricerca di personale e dalla cabina di regia sono stati messi in evidenza due temi, quello del reclutamento, ossia trovare professionisti e operatori, ma anche quello del trattenerli. Due esigenze che ci impongono di insistere con provvedimenti specifici e, quindi, di continuare ad investire”.
Sanità, riparto fondo nazionale. Camani (Pd): “Veneto unica Regione a non lamentarsi per i tagli alla sanità pubblica. Per la Lega, gli opportunismi di partito valgono più dei bisogni dei cittadini”.
“È abbastanza grottesco che, di fronte al palese affanno della sanità pubblica pubblica, la Giunta regionale perda tempo a snocciolare le cifre e la definizione dei criteri di riparto per il 2024 del FSN, peraltro approvati ben tre mesi fa”.
Il giudizio, in merito ai contenuti della conferenza stampa tenuta oggi dall’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin e dal sottosegretario con delega al Cipess, Alessandro Morelli, è della capogruppo del Pd, Vanessa Camani.
“È un po’ tutto surreale, a cominciare dal fatto che i 380 milioni in più ricevuti rispetto al 2023 coprono a malapena i rincari energetici e quelli legati all’inflazione. Lanzarin dice che quelle risorse aggiuntive sono servite per ‘aggredire’ i ritardi nelle liste d’attesa e per aumentare le retribuzioni per il personale. Ma in realtà, sul primo fronte non si è fatto nient’altro che incrementare il budget per la sanità privata accreditata, con risultati discutibili. E nel secondo appare quasi offensivo parlare di aumenti salariari adeguati”.
In conclusione Camani definisce “curioso il fatto che il Veneto sia l’unica Regione d’Italia che non si lamenta per l’insufficienza delle risorse per la sanità destinate da questo Governo. Viene da pensare che per la Lega in Veneto gli opportunismi di parte politica valgano molto di più dei bisogni di salute dei veneti”.
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