La visita della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, il cui arrivo a Crotone è previsto nei prossimi giorni, nella mente distorta e distorcente dei sostenitori della (fantasmagorica) costruzione del “giardino dell’Eden” in terra crotonese rappresenta la loro ultima opportunità per bloccare definitivamente l’avvio della bonifica . Mancata realizzazione della bonifica sulla quale hanno costruito e intendono costruire le loro fortune politiche e personali, altrimenti inimmaginabili e impossibili da realizzare.
Di solito, almeno a queste latitudini, ed entro nel merito della mia riflessione, con la parolina magica ‘ndrangheta si è certi di poter mettere la parola fine a qualsiasi discussione e, contemporaneamente, a qualsiasi idea e progetto di sviluppo e di rilancio dei territori E questo al solo fine di tenere sotto scacco (elettorale) la gran parte delle comunità .
Ad aggravare la situazione, che da complessa ormai è divenuta complicata, ci ha pensato il Commissario Straordinario alla bonifica che, di fronte all’(innegabile) fallimento del suo mandato, ha tirato fuori dal cilindro quello che nessuno si aspettava e che nessuno, almeno sino al giorno prima dell’audizione, sospettava. La parolina magica. La ‘ndrangheta. Il cancro endemico e parassitario che, da oltre un secolo, devasta e infierisce sulla Calabria e su Crotone. E se di tutto questo io sono certo, non sono altrettanto certo che questo cancro sia invece responsabile o corresponsabile dei ritardi nella realizzazione della bonifica che invece io imputo all’inettitudine di una classe dirigente incapace e inadeguata a confrontarsi e , eventualmente, a contrastare la multinazionale Eni.
Quello che invece posso affermare e denunciare con certezza è quello che è avvenuto e che sta avvenendo in città. Una città in cui, oltre al disinteresse generale e generalizzato, complice il terrorismo mediatico creato ad arte, si sente, dalla gran parte della comunità, un silenzio assoluto e assordante.
Per questo, e per tanti altri motivi, la Commissione Parlamentare Antimafia può essere e può rappresentare una svolta. La svolta per fare chiarezza, una volta per tutte e per sempre, sulle lunghe e tormentate vicende della Bonifica del SIN di Crotone. E lo può fare oggi , con l’autorevolezza ad essa incontestabilmente riconosciuta, chiamando tutti gli attori in campo ad assumersi, ognuno per le proprie competenze e per il ruolo rivestito, le proprie responsabilità per scrivere la parola fine ad una vicenda che ha tutto i contorni di un romanzo kafkiano.
Adesso è ora che il governo in carica, dopo la venuta della Commissione Parlamentare Antimafia, prenda in mano la situazione, ormai tragicamente esplosa, e agisca di conseguenza.
La città di Crotone, e il suo territorio, merita l’inizio e la fine certa della bonifica. E la merita per quello che essa, sino alla fine degli anni ottanta, è stata ed ha rappresentato. Uno dei rari distretti industriali del Mezzogiorno d’Italia con la presenza di una classe imprenditoriale allo stato nascente e di una classe operaia protagonista assoluta di alcune lotte per il lavoro, indimenticabili e indimenticate, che hanno segnato la storia della città di Crotone e della Calabria e del Sud.
S’inizi immediatamente commissariando il Commissario Straordinario che, con l’ultima audizione, e tranne che non vi siano fatti e circostanze allo scrivente e a tutti i crotonesi sconosciuti, ha dimostrato limiti che, sin dall’inizio, sospettavo e sospettavamo e che, purtroppo, si sono rilevati troppi evidenti per essere sottaciuti.
A seguire, senza perdere ulteriore tempo, si lavori per il riconoscimento di Crotone come Area di Crisi Industriale Complessa. E si lavori per la bonifica e messa in sicurezza permanente delle ex aree industriali, da concludere, come auspicato dal governo, entro e non oltre il 2029, e la costruzione del retroporto, in concomitanza con lo svolgimento delle attività di bonifica. Una progettualità complessiva da condividere e da concertare con le multinazionali e con le imprese e gli imprenditori presenti sul territorio.
Una visione e una progettualità strategica per realizzare nell’area industriale della città, più imponente delle ex aree industriali da bonificare, un Parco Eco-Industriale.
Un Parco Eco-Industriale funzionale alla transizione ecologica e digitale che, a sua volta, potrebbe dar vita, sull’esempio di quanto realizzato dall’agenzia governativa Enea, l’Ente Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, ad una delle principali strategie per la transizione verso l’economia circolare e l’ecologia industriale. Una rete territoriale di simbiosi industriale dei comuni e dei territori della Riva Sud d’Europa.
Giovanni Lentini
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