ecco da quando si pagherà di più

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Con 23 voti favorevoli e 10 contrari, diventano ufficiali i rincari sui titoli di viaggio di autobus. L’approvazione delle delibera, con immediata esecuzione, arriva dopo le 23, alla fine di un Consiglio comunale durato quasi dieci ore in cui è stata discussa e approvata anche la proposta sull’aumento del costo della sosta negli stalli auto. Una discussione protratta a oltranza da oltre duecento ordini del giorno – tutti respinti – presentati dalle opposizioni con l’obiettivo di fare ostruzionismo e “ritardare il più possibile l’approvazione di una decisione da contrastare con qualsiasi mezzo”, aveva annunciato la capogruppo di Fratelli d’Italia, Manuela Zuntini, proprio durante il dibattito nell’aula di Palazzo d’Accursio.

Ostruzionismo e “scelta politica”: lo scontro in Comune

Ma i tentativi delle minoranze di rimandare il voto si sono infranti contro il blocco della maggioranza che, nonostante le aspre critiche piovute anche da cittadini e associazioni di categoria nei giorni scorsi, ha approvato compatta la manovra che ha l’effetto più vistoso di aumentare il costo di oltre il 50% del biglietto singolo e far lievitare anche il prezzo di abbonamenti giornalieri e City Pass.

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Una “scelta politica necessaria e non più rimandabile”, ha ribadito il sindaco Matteo Lepore durante il suo intervento”, che ha l’obiettivo di assicurare “la tenuta del sistema del trasporto pubblico locale bolognese e il suo rafforzamento”. Tradotto: aumentare le entrare ora per investirle nel tpl che “ha lo stesso valore della sanità pubblica”.

Da quando si pagherà di più e le agevolazioni (promesse)

Già nei giorni scorsi l’amministrazione aveva messo le mani avanti e ha annunciato agevolazioni per chi chi ha un Isee sotto i 35mila euro. Prima della votazione, il primo cittadino ha ribadito “l’impegno a proteggere i bolognesi” dal suo stesso provvedimento e ha promesso “un quadro di sconti da introdurre gradualmente nei prossimi mesi e anni” per una platea sempre più ampia di abbonati mensili o annuali, come lavoratori o terza età, oltre agli utenti che già viaggiano gratuitamente o a prezzi agevolati come adulti che accompagnano i bambini a scuola e studenti under-27. I nuovi prezzi dei titoli di viaggio e delle soste blu entreranno in vigore dal 1 marzo e, ha spiegato l’amministrazione, è stata resa necessaria a causa della mancanza di risorse, governative e non. Qui l’elenco dettagliato di cosa cambierà dal 1 marzo.

Boccone amaro anche dentro la maggioranza

L’approvazione della manovra non è stata indolore per la maggioranza: da Verdi fino a Partito Democratico, passando per Coalizione civica, varie forze interne alla maggioranza hanno evidenziato la necessità di puntellare il provvedimento e che la delibera corrisponda a un innalzamento non solo della spesa ma anche della qualità del servizio per gli utenti.

“Che sia capillare e affidabile, perché il tema non sono i centesimi in più ma cosa si paga per quei centesimi, con misure per quelle persone che prendono il bus ogni tanto”, ha riassunto la capogruppo di Coalizione civica, Simona Larghetti. Manda giù il boccone amaro anche Filippo Diaco (Anche tu conti): “La maggioranza non si sta tirando indietro, ma sta anche chiedendo alla Giunta un impegno e un’assunzione di responsabilità”. Si sfila invece il Verde Davide Celli: “Tutti i Verdi che ho conosciuto non avrebbero mai accettato di aumentare i prezzi del Tpl”.

A venire approvato è stato l’odg della dem Giorgia de Giacomi: “Con questa manovra mettiamo a posto con l’adeguamento Istat i conti del trasporto pubblico, subito dopo ci dedicheremo al miglioramento del servizio e a ulteriori adeguamenti”, ha assicurato l’assessore alla Mobilità, Michele Campaniello, del Partito Democratico. 

Il blitz dei militanti di Pap e autonomi

Lavori che si sono allungati nottetempo anche a causa della sospensione dell’assemblea dopo il blitz dei militanti di Potere al popolo e sindacati autonomi, che nel pomeriggio hanno interrotto l’assemblea presentandosi con bandiere e striscioni per chiedere all’amministrazione il referendum sulla manovra. Un appello rimasto inascoltato.



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