I dazi di Trump sulle auto elettriche europee, in vigore dal 2 aprile prossimo, potrebbero penalizzare non solo l’Italia, ma anche Germania e Francia, colpendo esportazioni e posti di lavoro. A rischio anche la strategia delle case automobilistiche che producono negli Stati Uniti.
L’influenza di Donald Trump sul mercato dell’auto comincia a farsi sentire. Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’introduzione dei dazi sulle auto elettriche europee a partire dal 2 aprile.
Questa decisione potrebbe avere un impatto significativo sull’industria automotive dell’Unione Europea. In particolare su Paesi come Italia, Germania e Francia, che vantano consistenti esportazioni verso il mercato statunitense.
L’Unione Europea e l’impatto dei dazi di Trump
Attualmente, l’UE applica un dazio del 10% sulle auto importate dagli Stati Uniti, mentre gli USA impongono una tariffa del 2,5% sulle auto europee, che sarà decuplicata al 25% con i nuovi dazi.
Nel 2023, l’UE ha esportato negli Stati Uniti automobili per un valore di oltre 40 miliardi di euro, – comprendendo auto elettriche, auto ibride e a motore termico – importandone per circa 9,8 miliardi di euro. Nello stesso anno, l’Europa ha importato dagli Stati Uniti componenti automobilistici per un valore di circa 2,16 miliardi di euro, mentre le esportazioni verso gli USA hanno raggiunto i 9,46 miliardi di euro. Questi dati evidenziano la forte presenza dell’industria automobilistica europea nel mercato statunitense.
Italia: la minaccia dei dazi sul settore
In primo luogo, l’Italia potrebbe risentire negativamente dei nuovi dazi sulle auto elettriche. Nel 2023, le esportazioni italiane di automobili verso gli Stati Uniti hanno superato i 4,7 miliardi di euro, a fronte di importazioni per circa 70 milioni di euro.
L’Italia ha registrato nel 2023 esportazioni di componenti automobilistici verso gli Stati Uniti per un valore di 745,2 milioni di euro, con importazioni pari a 286,3 milioni di euro. Questo saldo commerciale positivo di circa 458,9 milioni di euro sottolinea la rilevanza del mercato USA per l’industria italiana della componentistica. È interessante notare che, nonostante una leggera flessione complessiva delle esportazioni verso il Nord America (-4,5%), il valore dell’export italiano verso gli Stati Uniti ha registrato un aumento del 5,9%. Il dato indica una domanda crescente di componenti italiani nel mercato americano.
Germania: il motore economico europeo sotto pressione
La Germania, leader nell’industria automobilistica europea, potrebbe essere tra i Paesi più colpiti dai nuovi dazi USA. Nel 2023, le esportazioni tedesche di automobili verso gli Stati Uniti hanno raggiunto un valore di oltre 23 miliardi di euro. Le importazioni ammontavano invece a circa 7,7 miliardi di euro.
L’introduzione dei dazi potrebbe quindi mettere a rischio una parte sostanziale delle esportazioni tedesche, aggravando ulteriormente una situazione economica già fragile. Recentemente, l’economia tedesca ha mostrato segni di rallentamento a causa di fattori come l’aumento dei costi energetici e la crescente concorrenza internazionale.
Francia: esportazioni più contenute ma comunque minacciate
La Francia, pur avendo un volume di esportazioni verso gli Stati Uniti inferiore rispetto a Germania e Italia, potrebbe comunque subire ripercussioni dai dazi USA. Nel 2023, le esportazioni francesi di automobili verso gli Stati Uniti hanno raggiunto circa 292 milioni di euro. Di contro, le importazioni hanno registrato un importo complessivo di circa 46 milioni di euro.
Sebbene i numeri siano più contenuti, l’introduzione dei dazi potrebbe comunque influire negativamente sulle case automobilistiche francesi. Anche i produttori di Oltralpe puntano infatti al mercato statunitense per espandere la propria presenza internazionale.
La produzione di auto europee negli Stati Uniti: una strategia a rischio
Per mitigare gli effetti delle barriere commerciali e avvicinarsi ai consumatori statunitensi, diversi produttori europei hanno stabilito impianti produttivi negli Stati Uniti. Ad esempio, case automobilistiche tedesche come BMW e Mercedes-Benz hanno investito in stabilimenti sul suolo americano per assemblare veicoli destinati sia al mercato locale che all’esportazione. Tuttavia, l’introduzione dei nuovi dazi di Trump potrebbe complicare questa strategia, aumentando i costi di produzione e influenzando la redditività delle operazioni.
Inoltre, le auto prodotte negli USA ma destinate all’esportazione verso l’Europa potrebbero subire ulteriori tariffe, qualora l’UE decidesse di rispondere con misure simili. Questa situazione potrebbe portare a un aumento dei prezzi per i consumatori e a una riorganizzazione delle catene di approvvigionamento del mercato globale dell’auto.
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