Danni climatici e agricoltura: chi aiuta davvero gli agricoltori calabresi?

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Negli ultimi anni, gli agricoltori calabresi stanno affrontando sfide crescenti a causa dell’intensificarsi degli eventi climatici estremi. Grandinate improvvise, siccità prolungate e alluvioni stanno mettendo a rischio intere produzioni, con conseguenti danni economici devastanti. In teoria, esistono fondi e misure di sostegno per aiutare le aziende agricole colpite, ma nella pratica, molti agricoltori si trovano a dover fronteggiare ritardi nei risarcimenti e un sistema burocratico complesso. Chi li aiuta davvero?

Il Fondo di rotazione regionale e gli aiuti europei

Per far fronte ai danni climatici, la Regione Calabria ha istituito il Fondo di rotazione regionale “Gestione del rischio”, gestito da ARCEA. Questo fondo ha l’obiettivo di anticipare i premi assicurativi agli agricoltori che sottoscrivono polizze agevolate contro i danni alle colture, garantendo liquidità immediata mentre si attendono i contributi nazionali. La dotazione iniziale è di 1,5 milioni di euro e i beneficiari devono presentare la documentazione necessaria per accedere agli aiuti. A livello europeo, la Commissione ha recentemente proposto lo stanziamento di 119,7 milioni di euro dalla riserva agricola per sostenere gli agricoltori colpiti da eventi climatici avversi. Questo aiuto dovrebbe fornire un sostegno economico diretto per compensare le perdite subite e garantire la continuità delle attività agricole. Tuttavia, le misure di supporto si rivelano spesso inadeguate o di difficile accesso.

Burocrazia e ritardi nei risarcimenti

Nonostante la disponibilità di fondi, gli agricoltori calabresi lamentano ritardi significativi nell’erogazione dei risarcimenti. Le procedure per accedere ai fondi sono caratterizzate da una burocrazia complessa, che richiede una documentazione dettagliata e la gestione attraverso diversi enti, rallentando i tempi di risposta. Inoltre, la collaborazione tra istituzioni regionali e nazionali non è sempre efficiente, causando ulteriori rallentamenti. Gli uffici preposti spesso dispongono di risorse umane limitate, il che rende difficile la gestione tempestiva delle richieste. Di fronte a questa situazione, gli agricoltori si trovano in una posizione di svantaggio, costretti a fronteggiare danni senza certezze sui tempi di ristoro. La complessità del sistema e la lentezza delle risposte creano un circolo vizioso in cui i produttori agricoli, pur avendo diritto agli aiuti, faticano ad accedervi in tempi utili per salvaguardare le loro attività.

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Il ruolo delle organizzazioni di supporto

In questo contesto, oltre alle istituzioni pubbliche, diverse organizzazioni stanno cercando di supportare gli agricoltori calabresi. Le organizzazioni di categoria come Coldiretti e CIA forniscono assistenza nella compilazione delle domande di risarcimento e rappresentano gli interessi degli agricoltori presso le istituzioni, ma il loro intervento non è sempre sufficiente a sbloccare situazioni di stallo. Le cooperative agricole facilitano l’accesso alle risorse, promuovendo la condivisione di informazioni e supporto tra produttori, mentre i servizi di consulenza specializzati aiutano gli agricoltori a navigare nel complesso panorama burocratico dei risarcimenti. Tuttavia, tutte queste misure non possono sostituire un sistema che dovrebbe funzionare in modo più rapido ed efficace, evitando di lasciare gli agricoltori in balia delle difficoltà burocratiche e delle lungaggini amministrative.

La necessità di una riforma del sistema di aiuti

Sebbene sulla carta esistano numerosi strumenti di supporto per gli agricoltori calabresi colpiti dai danni climatici, la realtà è molto più complessa. Ritardi nei risarcimenti e burocrazia eccessiva rischiano di mettere in ginocchio aziende agricole già in difficoltà. Le istituzioni devono impegnarsi concretamente per snellire le procedure e garantire che i fondi disponibili arrivino in tempi brevi a chi ne ha bisogno. È impensabile che in un contesto già fragile gli agricoltori debbano lottare non solo contro le calamità naturali, ma anche contro la lentezza e l’inefficienza di un sistema che dovrebbe tutelarli. Serve una riforma radicale che permetta agli aiuti di diventare effettivamente accessibili e non solo promesse su carta, affinché il settore agricolo calabrese possa davvero avere un futuro sostenibile e competitivo.



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