Btp Più oggi al via, ma c’è una alternativa poco conosciuta ma interessante da considerare

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Oggi 17 febbraio 2025 è il giorno del Btp Più si distingue per rendimento e una flessibilità grazie alla possibilità di rimborso anticipato senza penalizzazioni. I Piani Individuali di Risparmio (Pir) obbligazionari sono invece un’alternativa di investimento interessante, con il vantaggio di un’esenzione fiscale sulle plusvalenze e sugli interessi. Capiamo allora come ottimizzare la gestione del proprio capitale nel contesto attuale.


  • Tra Btp Più e Pir, le caratteristiche da tenere presente
  • Sconto crediti fiscali

    Finanziamenti e contributi

     


  • Confronto tra Btp Più e Pir obbligazionari: quale scegliere

  • Le alternative di investimento da considerare

Tra Btp Più e Pir, le caratteristiche da tenere presente

L’introduzione del Btp Più è una opportunità per gli investitori retail. Con una durata di otto anni, questo titolo di Stato offre una struttura cedolare progressiva che garantisce un tasso minimo del 2,80% nei primi quattro anni, destinato a salire al 3,60% nei successivi quattro.

Uno degli aspetti più innovativi di questa emissione è l’opzione di rimborso anticipato. Dopo quattro anni, l’investitore può scegliere se mantenere il titolo fino alla scadenza o richiederne il rimborso totale o parziale senza incorrere in penali. Dal punto di vista della tassazione, il Btp Più mantiene l’aliquota agevolata del 12,5% sugli interessi, inferiore rispetto all’aliquota del 26% applicata ai proventi di altri strumenti finanziari.

I Pir obbligazionari sono progettati per incentivare gli investimenti nelle imprese nazionali e offrono un’esenzione totale dalle imposte sulle plusvalenze e sugli interessi se mantenuti per almeno cinque anni.

Per rispettare la normativa vigente, un Pir obbligazionario deve investire almeno il 70% del portafoglio in obbligazioni di aziende italiane, di cui il 25% in titoli emessi da società mid-cap e il 5% in small-cap.

Il limite massimo di investimento annuo in un Pir è fissato a 40.000 euro, con un tetto complessivo di 200.000 euro in cinque anni. Pensiamo ad esempio al fondo di gestione Lyxor Italia Bond PIR (DR) UCITS ETF – Acc: che investe in obbligazioni governative e societarie denominate in euro, emesse dall’Italia e da altri paesi dell’Eurozona. Offre una replica fisica totale dell’indice sottostante e ha un TER dello 0,49% annuo.

Oppure al Mediolanum Obbligazionario Italia II che investe in obbligazioni societarie di imprese italiane. Segnaliamo anche Eurizon PIR Obbligazionario Classe PIR che si concentra su obbligazioni italiane. È progettato per essere mantenuto per un periodo di investimento di circa cinque anni e offre un profilo di rischio-rendimento equilibrato.

Confronto tra Btp Più e Pir obbligazionari: quale scegliere

La scelta tra Btp Più e Pir obbligazionari dipende da diversi fattori, tra cui il profilo di rischio, l’orizzonte temporale dell’investimento e gli obiettivi fiscali dell’investitore.

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Il Btp Più è un’opzione per chi cerca sicurezza e rendimenti garantiti, con la possibilità di uscire dall’investimento dopo quattro anni senza eccessive penalizzazioni.

I Pir obbligazionari offrono un potenziale rendimento netto superiore, grazie all’esenzione fiscale sulle plusvalenze e agli interessi maturati, purché si mantenga l’investimento per almeno cinque anni. La loro struttura, basata su obbligazioni corporate, comporta un livello di rischio più elevato rispetto ai titoli di Stato, ma la diversificazione del portafoglio e la possibilità di investire in aziende con prospettive di crescita solida sono un elemento di valore aggiunto.

Un altro aspetto da considerare riguarda i costi di gestione. Mentre il Btp Più non prevede costi aggiuntivi per l’investitore oltre all’imposta sostitutiva del 12,5%, i Pir obbligazionari possono avere commissioni di gestione comprese tra lo 0,4% e l’1,3% annuo, che vanno a erodere parte del rendimento.

Le alternative di investimento da considerare

Indipendentemente dalla scelta tra un Pir o un portafoglio basato su singoli titoli, gli esperti di investimenti concordano sulla necessità di dare maggiore attenzione al credito. In particolare puntano l’attenzione sui settori energivori. Le imprese di questi settori operano con contratti pluriennali e, di conseguenza, sono meno esposte alle fluttuazioni del prezzo del gas. Se le tensioni geopolitiche dovessero allentarsi, la riduzione dei costi energetici migliorerebbe il profilo di credito dei bond a lunga scadenza emessi da queste società.

Per quanto riguarda i titoli di Stato, il focus è sui Btp a lunga durata, tra le opportunità più solide nel panorama europeo, grazie alla stabilità dei loro fondamentali.

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