Alfieri (Pd): “Per governare non basta dire no armi. Marina B? Su alcuni temi battaglie comuni”

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Il senatore riformista dem: “Dire che si userebbero i soldi nel sociale e per l’istruzione va bene quando sei all’opposizione, poi devi dare un’alternativa di governo credibile. Difesa non vuol dire solo carri armati ma spazio, mare, cybersecurity”. E sulla parole della figlia del Cav.: “Fa piacere che si oppongo al trumpismo e apra sui diritti civili”


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Dice che “quella lanciata da Trump è una sfida epocale: sta smantellando l’architettura politica uscita dalla seconda guerra mondiale”. Per questo, secondo il senatore Alessandro Alfieri, coordinatore dei riformisti all’interno del Pd, “sulla costruzione di una vera autonomia strategica europea, dalla transizione ecologica-digitale ai sistemi di Difesa, bisogna saper dare delle risposte rapide”. Nell’ultima Conferenza di Monaco, ma anche in queste ore a Parigi, elaborando il piano per l’Ucraina, s’è tornati a parlare di soluzioni per la difesa comune europea. Rilanciando lo scorporo delle spese difensive dai parametri del Patto di stabilità. “Noi però siamo sempre stati convinti che la via maestra fosse l’emissione di debito comune, attraverso gli eurobond. Legando la difesa europea a una vera politica estera comune”, dice Alfieri. “Se poi questa strada non fosse praticabile, lavoriamo sullo scorporo dal Patto di stabilita. Ma in quel caso dovremmo batterci, anche all’interno della delegazione dei Socialisti europei, perché ci siano delle condizionalità che incentivino acquisti sul mercato interno e programmi europei. Altrimenti rischiamo di fare danni. Perché il potenziamento dei singoli bilanci nazionali, senza una logica condivisa e in mancanza di un’infrastruttura e di un’industria europea della Difesa, finirebbe per aumentare la dipendenza dall’estero. Qualcosa che abbiamo già visto a proposito della guerra in Ucraina, col 78 per cento degli armamenti comprati da paesi terzi, in grande parte dagli Stati Uniti”.

 

Sono ragionamenti molto precisi che però, all’interno del Pd, rischiano di portare alle solite contorsioni di chi, invocando un certo pacifismo ideologico, chiede di opporsi a nuovi finanziamenti militari. “Chiedere di investire le risorse destinate alla difesa nel sociale, nell’istruzione, va bene finché sei all’opposizione”, ragiona Alfieri, che nella segreteria Schlein è responsabile per le Riforme e il Pnrr. “Se invece vuoi essere considerato un’alternativa credibile a Meloni, devi dire anche come spenderesti i soldi per mettere in sicurezza il paese, quale sarebbe la tua proposta per rispondere a questa sfida epocale. Sapendo che la Difesa non è solo carri armati, ma riguarda la costruzione di un sistema di difesa missilistica a livello europeo. Il rafforzamento dei programmi legati all’Agenzia spaziale europea come Iris-2. La sicurezza dei nostri mari, visto che la stragrande maggioranza dei dati oramai passa nei cavi subacquei. Ma anche delle reti, basti citare gli attacchi cyber che si sono abbattuti su alcune piattaforme della Difesa  e non solo in seguito alle minacce russe nei confronti del nostro presidente della Repubblica, a cui va la nostra solidarietà”.

 

Anche per questo Alfieri, che si dice rispettoso delle altre sensibilità interne al Pd, dice: “Il pacifismo, che al nostro interno c’è sempre stato, deve confrontarsi anche con le altre culture politiche. Anch’io, che vengo da una storia cattolica, mi sono interrogato all’epoca del sostegno all’Ucraina. L’invio di armi non fu fatto a cuor leggero, ma prevalse la voglia di non abbandonare gli ucraini al loro destino, salvaguardando i loro diritti fondamentali”. Una visione, in ultima battuta, che accomuna un pezzo di Pd alle parole liberali usate da Marina Berlusconi ieri sul Foglio. “Solo da noi vengono lette come considerazioni irrituali, ma in Europa nella famiglia popolare si possono trovare ragionamenti simili. Non è che Merkel dicesse cose diverse”, sottolinea Alfieri. “A ogni modo quando si parla di opporsi al trumpismo che punta allo sgretolamento delle democrazie occidentali, quando si vogliono difendere i diritti civili, mi piace che ci sia qualcuno che condivide i nostri obiettivi e con cui si possono fare delle battaglie comuni. Non ci tireremo indietro”.





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