Papa Francesco, dal 2020 la Via Crucis con tanti stop and go alla sua attività (e rapporti burrascosi coi medici)

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Il cuore regge, l’energia è ancora invidiabile come la fibra che è d’acciaio. Eppure l’ottantottenne Papa Francesco ha iniziato ad accusare una catena di problemi di salute non indifferenti, in parte causati dall’età, in parte da disturbi che probabilmente ha trascurato e si sono trascinati nel tempo. Dando una occhiata alla sua storia pregressa affiora una attività ormai soggetta a continui stop and go, un po’ come accaduto anche ieri che Bergoglio ha dovuto rinunciare alla sua prima domenica senza Angelus. Questo fisiologico declino si può far partire dal dicembre del 2020, quando il Papa comincia ad annullare alcuni appuntamenti, per esempio il Te Deum di fine anno. Il motivo è la dolorosissima sciatalgia che lo tormenta ciclicamente da parecchio. Un fastidio che il mese successivo lo porta a cancellare anche alcune cerimonie di particolare importanza, come una messa a san Pietro e alla basilica di San Paolo fuori le Mura.

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Cinque mesi dopo, il quattro luglio, viene portato di corsa al Gemelli per una operazione che dura ben cinque ore e serve a rimuovere una parte del colon.

Eppure l’intervento non sembra essere risolutivo anche perchè meno di nove mesi dopo il Papa si mostra in una condizione di totale fragilità e appare su una sedia a rotelle spinto da un inserviente. Il mese successivo è poi il ginocchio – la famosa gonalgia – ad impedirgli di partire per il viaggio in Africa (lo realizzerà però otto mesi dopo).

Nel frattempo continuano le sedute di fisioterapia, mentre i medici che vengono consultati sono diversi e di varie nazionalità. Spesso vengono alternati e ormai in curia appare chiaro che Francesco pare allergico ad avere accanto la figura fissa e istituzionale dell’archiatra pontificio. Il primo luminare che fa fuori quasi subito è Patrizio Polisca, già medico di Benedetto XVI, al quale subentra il professor Fabrizio Soccorsi, e più tardi un altro primario di grande esperienza geriatrica, Fabrizio Bernabei, ma anche questo accademico ha vita breve a Santa Marta. Si ritaglia, invece, uno spazio di fiducia il suo infermiere, Massimiliano Strappetti che viene nominato suo assistente sanitario personale e gli affida incarichi sanitari in curia. Il Papa afferma che lui gli ha salvato la vita in alcune circostanze. E’, infine gravitato a Santa Marta anche il rinomato professor Sergio Alfieri, il chiurugo del Gemelli che lo ha operato, poi successivamente oscurato forse per le vicende giudiziare emerse a suo carico (è stato rinviato a giudizio per falso in atto pubblico).

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Ma torniamo agli acciacchi che hanno ostacolato il Papa nella sua attività. Il 13 giugno 2022 sempre a causa dei problemi al ginocchio, Bergoglio annulla la messa e la processione del Corpus Domini. Nel febbraio del 2023 per un raffreddore micidiale non riesce a leggere il discorso da solo durante un’udienza. Trenta giorni dopo viene portato al Gemelli per fare una serie di accertamenti. A chi lo andava a trovare (e si stupiva per il suo viso tanto affaticato) ripeteva ridendo: «sono ancora vivo». Tuttavia nonostante l’ottimismo e il buonumore il 7 aprile non riesce a partecipare alle stazioni della Via Crucis il venerdì santo al Colosseo. A maggio, il 26, annulla di nuovo tutti gli appuntamenti quotidiani per la febbre. E il 7 giugno si opera di aderenze intestinali al Gemelli, un intervento che dura tre ore, ed è perfettamente riuscito. Nove giorni dopo fa ingresso di nuovo a Santa Marta.

I guai però continuano e a novembre deve fare una Tac per capire se ha una infezione polmonare. Il Vaticano afferma che l’esito è negativo, anche se mesi dopo, durante un colloquio con i gesuiti, il Papa si lascia scappare che si trattava di polmonite. La domenica del 26 novembre fa l’Angelus da Santa Marta, e nella cappella fa leggere il testo a un sacerdote. Sul dorso della mano destra ha la medicazione per l’ago cannula. Naturalmente questo comporta la rinuncia ad andare alla Cop che si tiene a Dubai. Il 12 gennaio 2024 Papa Francesco contrae di nuovo un’infezione respiratoria e durante un incontro con i rappresentanti dei media cattolici, ammette: «Vorrei leggere l’intero discorso, ma ho un problema. Ho una leggera bronchite e non riesco a parlare bene». Poi una influenza gli fa annullare le udienze giornaliere del 24 febbraio, e quattro giorni dopo è di nuovo al Gemelli sull’Isola Tiberina per una TAC. A settembre fa un viaggio di dieci giorni in Asia, ma al ritorno il Papa si ammala di nuovo. Annulla diverse udienze a causa di una “lieve influenza”. Tre giorni dopo, tuttavia, va ugualmente in Lussemburgo e in Belgio e presiede il Sinodo dei Vescovi di quattro settimane a Roma. 

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Non mancano poi gli incidenti domestici. A dicembre si mostra in pubblico con un vistoso livido sul mento. Una caduta domestica e il mese scorso si sloga una spalla. Il 22 dicembre a causa di un raffreddore, trasferisce la preghiera dell’ Angelus a Santa Marta. Nei giorni successivi, presiede la messa di Natale come previsto, ma il Vaticano evita di farla celebrare all’aperto e viene organizzata in basilica, al chiuso. Il 9 gennaio la bronchite fa di nuovo capolino, e quando il Papa legge i discorsi è evidente la fatica che fa a respirare. Al Giubileo dei Giornalisti salta il discorso e con una battuta lo affida ad un collaboratore. Infine il 14 febbraio Francesco viene portato al Gemelli per esami e cure per la bronchite cronica. Gli appuntamenti vengono annullati e per la prima volta rinuncia all’Angelus domenicale. 

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