Il Ruanda è la “nuova” Arabia Saudita?

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Il Ruanda potrebbe presto diventare uno dei nuovi Paesi ad ospitare la F1, il terzo africano dopo il Marocco e il Sudafrica, storica casa del Circus. Ma come fa il Ruanda ad attrarre uno degli sport più ricchi al mondo, come la F1, essendo uno dei Paesi più poveri, con meno di 1.000 dollari di PIL pro capite e appena 11 milioni di abitanti?

Per capirlo, bisogna fare un passo indietro. Nel 1994, il Ruanda fu colpito da una delle più grandi atrocità nella storia dell’umanità: il genocidio di milioni di persone. Uno degli uomini chiave della rinascita del Paese è l’attuale presidente Paul Kagame. Questi è stato vicepresidente del Ruanda dal 1994 al 2000, per poi essere eletto nel 2017 con il 99% delle preferenze alla carica più alta, che ricopre ancora oggi.

Attorno alla figura di Kagame ci sono luci e ombre: da un lato viene visto come il “salvatore della Patria” per aver fermato il genocidio, dall’altro è accusato di incarcerare gli oppositori politici, come Paul Rusesabagina, eroe che salvò numerose vite durante quel terribile periodo storico e che ispirò il film Hotel Rwanda. Rusesabagina fu liberato solo nel 2023, sotto le pressioni internazionali.

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Ruanda F1 Paul Kagame, presidente del Ruanda e grande sponsor della F1 nel suo paese

Kagame è criticato anche per il supporto fornito all’organizzazione paramilitare M2, che nell’ultimo mese ha aggredito il Congo, Paese confinante. Tuttavia, tutto ciò sembra passare in secondo piano grazie agli ottimi rapporti che il Ruanda ha instaurato con Stati Uniti, Francia e Regno Unito.

Nel 2018, il Ruanda ha avviato un piano da ben 40 milioni di dollari da investire nello sport, seguendo le orme di Arabia Saudita e Qatar, sponsorizzando numerose squadre di calcio attraverso l’ente turistico Visit Rwanda: leggi qui.

Nel 2021, l’accordo di sponsorizzazione con la squadra di calcio londinese Arsenal, di cui Kagame è anche tifoso, ha fruttato 6 milioni di dollari e un incremento del turismo europeo nel Paese. Dopo l’Arsenal, è stato il turno del Paris Saint-Germain, con un accordo da 10 milioni di dollari. Tuttavia, il denaro ottenuto è rimasto nelle mani dell’élite ruandese, senza essere investito per ammodernare uno dei Paesi più poveri al mondo.

Ruanda: non solo calcio

Nel 2021, il Ruanda ha organizzato il primo campionato di basket, la Basket African League, con il supporto dell’NBA. Nel febbraio 2023 ha ospitato la gara ciclistica del Tour du Rwanda e, il mese dopo, l’Assemblea Generale della FIFA. Sempre nel 2023, ha organizzato i Campionati africani femminili di basket e, nel 2024, un torneo di calcio tra vecchie glorie del passato. Quest’anno, invece, ospiterà i Campionati mondiali di ciclismo.

Mohammed Ben Sulayem
Mohammed Ben Sulayem Mohammed Ben Sulayem (Presidente FIA) e Stefano Domenicali (CEO F1) discutono nel paddock

Ruanda e la F1

Lo scorso dicembre, la capitale del Ruanda, Kigali, ha ospitato la FIA e la cerimonia per i suoi 120 anni, durante la quale sono stati premiati piloti e scuderie per i loro trionfi dell’anno. Lo stesso Kagame, padrone di casa, durante la conferenza della Federazione, ha confermato la volontà di ospitare la Formula 1.

Ma da dove proviene tutto il denaro che il Ruanda spende in sponsorizzazioni e grandi eventi sportivi? Il Paese è ricchissimo di minerali come tungsteno, oro, stagno, litio e tantalio, estratti nel distretto di Bugesera, a sud della capitale Kigali. Questo distretto è stato designato come “zona economica speciale” e finanziato dal Qatar per circa 1,3 miliardi di dollari.

Lo stesso Qatar ha offerto il suo appoggio per portare la F1 in Ruanda. Se il Paese dovesse entrare nell’élite del motorsport, pagherebbe a Liberty Media ben 40 milioni di dollari di entry fee, una delle tasse più alte dell’intero Mondiale di F1, oltre ai costi di costruzione di un nuovo circuito, stimati tra i 50 e gli 80 milioni di dollari, finanziati anch’essi dal Qatar.

La F1 si appresta a tornare in Africa, ma non nel Paese che sognava Lewis Hamilton, uno dei maggiori promotori del ritorno della categoria nel continente. Il Ruanda è un Paese che vive due realtà opposte: da un lato la ricchezza di pochi, dall’altro la povertà di molti. La Formula 1, insieme a Liberty Media, chiuderà un occhio. O forse entrambi. Ancora una volta.

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Crediti foto: F1



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