Cresce il vino piemontese: nuove tendenze e opportunità per il 2025

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L’edizione 2025 di “Vino e mercati”, proposta all’Ampelion di Alba, ha offerto un’analisi dettagliata del comparto vinicolo piemontese. Il dato più rilevante emerso è la crescita del 5% (per un totale di 2,25 milioni di ettolitri) della produzione vinicola regionale nel 2024, un segnale positivo per il settore, nonostante le difficoltà climatiche che hanno caratterizzato l’ultima vendemmia. In particolare, gli imbottigliamenti recuperano nel secondo semestre del 2024.

Le giacenze di vini Dop sono leggermente aumentate in provincia di Cuneo (+0,8%), ma restano comunque in linea con la situazione pre-Covid, lasciando immaginare una performance positiva. Ma nonostante il buon risultato produttivo, il settore deve affrontare nuove sfide di mercato, a partire dalle incognite legate ai dazi americani.


GDO

Uno degli aspetti più complessi riguarda la Grande Distribuzione Organizzata, che sta pagando prezzi più bassi per i vini piemontesi sia in Italia che all’estero. Un fenomeno che impone alle aziende vitivinicole di esplorare nuovi mercati per garantire sostenibilità e redditività. Un ruolo fondamentale nella raccolta e nell’elaborazione dei dati di mercato è stato svolto dalla Camera di Commercio di Cuneo.

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“Il Piemonte del vino continua a dimostrare una grande capacità produttiva, ma oggi non possiamo permetterci di restare fermi”, ha commentato Paola Lanzavecchia, presidente della Sezione Vini e Liquori di Confindustria Cuneo. “Il calo dei prezzi nella Gdo ci impone di guardare a nuovi mercati, mentre la concorrenza di altre bevande alcoliche ci obbliga a ripensare la comunicazione del vino, rendendola più giovane e accattivante”.


Alberto Cugnetto, consulente della Sezione Vini, durante la presentazione dei dati del Wpo-Osservatorio permanente sull’andamento del mercato vitivinicolo, curata insieme ad Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo

 

Nuove generazioni e vini low-alcohol

Il convegno ha inoltre affrontato le nuove tendenze di consumo e di comunicazione, con l’intervento di Anna Claudia Pellicelli, professoressa ordinaria del Dipartimento di Management “Valter Cantino” e Centro Interdipartimentale di Ricerca Viticoltura e Vino-ConViVi dell’Università di Torino. Il pubblico più giovane, ad esempio, tende a preferire prodotti con una comunicazione più immediata e coinvolgente, come gli spirits e altri alcolici che investono in un marketing mirato.

Tra i temi più dibattuti, quello dei vini low-alcohol, che stanno attirando l’attenzione di alcuni segmenti di consumatori. L’analisi, realizzata intervistando responsabili d’acquisto di vino italiani, francesi, tedeschi e statunitens e presentata dal professor Stefano Massaglia, ha evidenziato che, in fatto di gradazione alcolica, la fascia più richiesta a livello internazionale è quella tra 11° e 13° (30,3% delle preferenze), seguita dai vini tra 9° e 11° (21,8%). I prodotti sotto i 9° raccolgono solo il 12,7%, confermando che i vini low-alcohol restano un segmento di nicchia, mentre un 16,4% dei consumatori dichiara di non considerare rilevante il grado alcolico .


Paola Lanzavecchia, Presidente della Sezione Vini e Liquori di Confindustria Cuneo

 

Consumo responsabile

Altro tema affrontato è stato quello del consumo responsabile, sollevato da Maurizio Coppola, direttore del SerD dell’Asl Cn1, che ha evidenziato la necessità di promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori. L’argomento è stato approfondito nella tavola rotonda conclusiva, moderata da Paolo Cornero, direttore della Rivista Idea, alla quale hanno partecipato Ernesto Abbona, presidente di Cantina Marchesi di Barolo, Nello Gatti, esperto di comunicazione enologica, e Nicola Calvano, policy advisor e liaison officer-International&European Affairs attivo nella sede di Confindustria Cuneo di Bruxelles.

“Le nuove regole del codice della strada stanno generando incertezza tra i consumatori e gli operatori della ristorazione, con impatti già osservabili nei consumi”, ha aggiunto Lanzavecchia. “Dobbiamo lavorare su strategie di equilibrio che salvaguardino la sicurezza senza però penalizzare la produttività. Come Confindustria Cuneo, continueremo a sostenere le imprese nella promozione di un consumo consapevole e sostenibile, tutelando il valore culturale ed economico del nostro patrimonio enologico”.



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