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Una palazzina di sei piani al posto della casetta in via Varenna 66 a Locarno, che Gaby Antognini (1910-1988) aveva lasciato in eredità al Partito del lavoro (Pdl), oggi Partito comunista (Pc). Il progetto, da circa 1,5 milioni di franchi, è in pubblicazione in questi giorni all’albo comunale della Città, con alcune indicazioni di massima: terreno di circa 440 metri quadri, demolizione ed edificazione di un nuovo stabile, con termo-pompa aria/acqua e fotovoltaico sul tetto, destinazione residenziale primaria con sei appartamenti.
Per avere maggiori dettagli ci siamo rivolti ad Alberto Togni del Partito comunista (Pc): «Fino al 2023 abbiamo sempre eseguito lavori di manutenzione a casa Gaby, che è la sede del nostro partito. Una sede che utilizzavamo per riunioni, incontri, conferenze e come sede della nostra biblioteca. Poi, a fine agosto 2023 è arrivata una grandinata che ha provocato gravi danni allo stabile, già vetusto. Il tetto è stato rovinato in modo irrimediabile e le infiltrazioni d’acqua hanno fatto il resto, compromettendo anche l’impianto elettrico. Ora la sede è totalmente inagibile». Una situazione che ha spinto i vertici del Pc ticinese a cercare soluzioni.
Già prima della grandinata, nel 2019, era stato pubblicato all’albo un progetto: una palazzina di sei piani, lunga e stretta – una sorta di “grissino” –, con 12 appartamenti fra mono e bilocali, più una decina di parcheggi coperti e meccanizzati. E al pianterreno uno snack bar (che doveva chiamarsi Glasnost, trasparenza). Ma opposizioni e ricorsi avevano spinto i committenti a rinunciare.
«Con l’attuale inagibilità di casa Gaby abbiamo rivalutato la situazione e abbiamo optato per una rivisitazione, con migliorie, dei primi disegni – aggiunge Togni –. Non ci sarà più il bar al pianoterra, che sarà sostituito dai posteggi. Restano i sei piani, ma gli appartamenti saranno sei, non più dodici. Resta comunque l’idea di realizzare degli alloggi a prezzi accessibili. E rimane pure il concetto di risparmio energetico, con i pannelli fotovoltaici».
Nella palazzina troverà spazio anche la futura sede del Pc ticinese, che ad oggi conta più di cento iscritti? «È una delle opzioni che stiamo ancora esaminando – risponde l’intervistato –. In particolare dobbiamo valutare quale strada intraprendere: realizzare il progetto noi, come partito, oppure cederlo a terzi. Posso comunque confermare che la nostra intenzione è comunque di avere anche in futuro una sede del Pc di nostra proprietà, in Ticino, con la biblioteca e una sala che possa ospitare le nostre attività».
Casa Gaby fa parte della storia del Pc cantonale, che fino al 2007 era stato Pdl. Il partito aveva ricevuto in eredità la casa in via Varenna a Solduno da Gabriella Antognini alla morte di quest’ultima, nel 1988. Ma l’assegnazione al Pc era passata attraverso una vertenza iniziata nel 2016, quando il Partito operaio e popolare (Pop) avanzò pretese sulla proprietà, adducendo presunti legami con la storia del PdL, cui Antognini apparteneva. Una richiesta giudicata infondata, e quindi respinta, nell’agosto del 2018 dalla Pretura di Locarno Città. Una decisione che aveva determinato definitivamente la legittima appartenenza della casa e del terreno al Pc.
Gabriella Antognini e la ‘sua’ strada
Gabriella Gaby Antognini è nata il 13 marzo 1910 a Vairano in una famiglia contadina. La sua biografia è su archividonneticino.ch (a firma di Arianna Clerici). “Dopo aver ottenuto la licenza di scuola elementare iniziò subito a lavorare come contadina fino al 1930 quando entrò in fabbrica in qualità di operaia non qualificata. La guerra civile spagnola la colpì molto e con la sorella Maria mantenne i contatti con i combattenti ticinesi in Spagna e fece da tramite con le loro famiglie. La Seconda Guerra mondiale la vide invece impegnata ad aiutare chi fuggiva dai campi di raccolta e i fuoriusciti provenienti dall’Ossola. Corrispose con molti degli internati i quali spesso sulla via dell’Italia si rifugiarono da lei. L’aiuto prezioso nel nascondere i rifugiati, i partigiani o i fuorusciti le causò diversi problemi con le autorità. Le difficoltà riscontrate nel lavoro operaio e contadino la spinsero a lottare per migliorare la situazione dei lavoratori”. Fece parte sin dalla sua fondazione nel 1944 del Poct-Pdl e nel 1963 entrò nella direzione di partito, divenne in seguito membro del Comitato cantonale e della neo costituita Commissione cantonale di controllo di cui fu anche presidente. Antognini “s’impegnò molto per l’ottenimento del diritto di voto delle donne e nel 1971 divenne la prima donna a entrare in Consiglio comunale a Locarno, nonché la prima rappresentante femminile del Pdl a far parte di un legislativo comunale ticinese. Nelle elezioni successive fu rieletta e restò in carica per diciassette anni. Durante gli anni a servizio del cittadino si mostrò sempre pronta a lottare per i più poveri, i deboli e le persone in difficoltà. Aveva un carattere forte ed era molto decisa e critica, ma ricca di altruismo. Gaby espresse la sua militanza politica e le sue idee anche su Il Lavoratore, dove furono pubblicati i suoi articoli fin dal 1946. Si dedicò al volontariato presso la Croce Rossa e la società dei Samaritani dell’autolettiga locarnese e divenne membro di comitato di quest’ultima negli anni Ottanta. Fu anche membro di comitato dell’Associazione inquilini di Locarno”.
Ricordiamo, infine, che la Città è intenzionata a dedicare una strada alla sua memoria, come pure al ricordo di altre donne importanti per la storia di Locarno. Il relativo messaggio municipale è attualmente nelle mani delle Commissioni in attesa di approdare in Legislativo per la necessaria approvazione.
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