La risposta di Fasulo
Fasulo: “Mi prendo una responsabilità: scadenze urgentissime non ce ne sono… diciamo che una settimana di tempo Olly la meriti. Le ultime 12 ore sono state un bel frullatore. Naturalmente tutti noi speriamo quello che già sai…”.
Olly in “dubbio” sull’Eurovision
Ora che Olly ha vinto di diritto “vola” all’Eurovision, ma il cantante stupisce i giornalisti: «Sono arrivato senza aspettative al festival davvero e poi ho vinto, è stato tutto molto veloce. Se avrò del tempo per decidere lo prendo per decidere se partecipare all’Eurovision».
Un podio al maschile
Sulla mancanza di donne sul podio, Olly dice «che ovviamente è innegabile; ci sono state tantissime cantanti in gara molto brave. Fortunatamente, parlando di musica, non ci sarà soltanto la settimana del Festival per decretare quali canzoni andranno. Adesso finalmente le canzoni possono andare nei porti dove devono arrivare. Ci sono stati tantissimi talenti, al di là del genere».
Per Lucio Corsi «bisogna fare attenzione» a questa cosa. Bisogna far sì che il mondo diventi più giusto anche sul versante femminile. Anche Brunori è rimasto colpito ma «posso solo dire che in questo podio è rappresentato un mondo maschile non patriarcale».
Olly emozionato per i complimenti di Vasco
Olly emozionato per l’endorsment ricevuto ieri sera da Vasco Rossi: «Mi ha fatto saltare dalla sedia; nel momento in cui è stato annunciato che ero il vincitore ero sotto shock, come mi succede; entro in para per queste cose. Non sembravo contento. Nel momento in cui ho visto che Vasco mi ha fatto i complimenti ho ritoccato la realtà. Ho detto: ‘Wow è successo’».
Olly si complimenta con Lucio Corsi e Brunori sas
Olly: «Non mi aspettavo questo risultato. Prima di arrivare su questo palco… sono tanti anni che scrivo. Chi mi conosce sa la verità che porto del mio mondo, ma ricevere ancora più amore qui è stata una grandissima scoperta. La serata più emozionante è stata quella di giovedì, quando sono sceso tra i pubblico che mi ha dato calore. Io faccio musica per le persone… Citando Lucio, quando c’è la quadridimensionalità con il contatto energico con le persone è molto bello…». E ha continuato: «Siamo tre cantautori che portiamo le nostre storie, che portiamo anche le storie di altri… poco importa di chi sia, l’importante è che il pubblico si riconosca in esse. iamo sì outsider, ma io sono quello con meno esperienza: sono 6/7 anni che scrivo e che pubblico.. è un lavoro di tanto tempo, di tante persone. Siamo tre cantautori e non ce l’ho con chi interpreta, perché io sono anche autore per altri…»
Lucio Corsi il grande sognatore
Lucio Corsi è la vera rivelazione del festival e gli chiedono, ancora, del motivo del duetto con Topo Gigio: «La parte del sogno in musica per me è fondamentale: Gigio è un personaggio di fantasia ma molto più reale di tanti, come c’è magia nella canzone di Modugno, il primo cantautore a vincere. E poi sono affezionati ai momenti tv in duetto con Topo Gigio, con Raffaella ad esempio… Era u tempo di schermi larghi, anche fisicamente, in cui era più facile entrare, ora sono così sottili…».
Brunori Sas emozionato
Carlo Conti va via ma prima fa entrare i primi tre classificati: Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas. Ne approfitta per ringraziare tutti i protagonisti del Festival; saluta tutti e va.
Parte Brunori Sas: «Sono sorpreso ero venuto solo per portare il mio mondo, una lettera destinata a chi ha rivoluzionato la mia esistenza ed è stato bellissimo vedere che è stata apprezzata. Non avevo una precisa aspettativa ed è accaduto una cosa bellissima. Sono molto contento». E poci scherza: «Mi spiace per l’Eurovision perché con la mia fisicità potevo portare outfit importanti». E continua: «Bello perché un podio di tutti giovanissimi»
Le parole di Carlo Conti
«Solo direttore artistico l’anno prossimo? Ed Enrico Mentana sui social ha evidenziato come i curati da Marta Donà si sono esibiti come 15esimi».
Conti: «Ho fatto solo un favore, a una cantante che mi ha chiesto di avere l’8 perché è l’infinito. E’ stata Clara. Io quando scelgo non guardo chi ha scritto il brano, e infatto vedete che sono ripetuti, non guardo la fedina penale, il management, ma sento solo la canzone. La scaletta nella serata delle Cover bisognava tenere conto dei gruppi, degli allestimenti per non allungare i tempi».
Conti, fischi per voto? Fanno parte del dna del festival
Vi faccio notare che insieme ai fischi ci sono stati anche boati e applausi quando ho lanciato il televoto per la cinquina finale. Il festival ha dimostrato che questo fa un po’ parte del dna del festival di Sanremo». Lo dice il direttore artistico Carlo Conti nel corso della conferenza stampa finale del festival di Sanremo.
Conti
«Secondo me il Festival è il Festival ed è baudiano, credo che alla fine gira e gira sia una messa cantata in cui si possono inserire chitarra elettrica o altro ma è un meraviglioso rito collettivo. Ci ha insegnato Pippo Baudo a farlo e spero sia stato un festival baudiano»
Conti: Cosa non farei
Cosa chiamberesti nel prossimo Festival? «Ieri sera abbiamo finito troppo tardi e per me bisogna finire prima.
L’altra è qualcosa che ho sperimentato, mi piarebbe dare solo le prime dieci posizioni e non tutto il resto»
Carlo Conti ci sarà nel 2026?
Ci sarai anche nel 2026 Conti come conduttore? «L’azienda mi ha chiesto di dedicarmi al Festival per due anni, ho accetato come direttore artistico e deciderò cosa fare strada facendo. Fare il festival non è condurlo ma è l’organizzazione della direzione artistica. Se nel futuro il mio lavoro potesse servire a traghettare qualche nuova leva, ben venga»
I bilanci di Carlo Conti
È tempo di bilanci per Carlo e gli chiedono se gli da fastidio essere definito normalizzatore: «Io sono come sono sono normale e come mi definiscono non mi da fastidio, per me vivere la vita è un gioco da ragazzi, va bene se mi definiscono un “mediano”. Io l’ho fatto, questo festival, con i miei pregi e difetti e in modo molto normale. Ieri ad esempio per me la testimonianza di Bove è stata molto bella. Anche il Santo padre è stata una testimonianza importante».
Il sistema di votazione
Tra le domande dei giornalisti viene chiesto a Carlo Conti se dopo le polemiche c’è intenzione di cambiare il sitema di votazione. Lui risponde: «Insieme ai fischi ci sono stati anche boati, quindi la Top Ten è quella. preferisco questo Ariston che quello di qualche anno fa che era tutto seduto e non faceva nulla. Sono stato stupito anche io, su Giorgia ad esempio la standing vale più della vittoria al Festival. Il pezzo di Mahmood Tuta Gold non ha vinto eppure è andato benissimo. La vera classifica la farà il pubblico nei prossimi giorni»
Conti nel 2026? Forse solo il direttore artistico
«Quando inizia il Festival la conduzione è l’ultima cosa. La direzione artistica è un’altra cosa, vuol dire decidere tutto, il cast, la scenografia, la commissione dei giovani. È un lavoro difficile da fare. L’anno prossimo? L’azienda mi ha chiesto di farlo per i prossimi due anni, vediamo… magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione. Poi vedremo. Adesso c’è tutto il tempo per pensarci. Intanto domani mattina mi sveglio e porto mio figlio a scuola». Lo dice Carlo Conti ospite, in collegamento, con il programma «L’Indignato Speciale» su Rtl 102.5. “È stata una bella edizione nel complesso, l’unica parola che posso dire è grazie. Sono tranquillo, sereno», commenta all’indomani della finale. «Adesso c’è un po’ di stanchezza, ma sono felice che le canzoni vadano forte in radio, e questo è l’importante. Non avevo ansia per gli ascolti, è il mio carattere, non mi esalto se le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male. Cerco di avere un equilibrio, dando il giusto valore alle cose della vita. Il lavoro è importante, ma le cose importanti sono altre». A proposito delle polemiche sulle posizioni in classifica di Giorgia e Achille Lauro, fuori della top five, «la polemica – dice – fa parte della competizione, altrimenti non ci sarebbe Sanremo. Va bene così. È il Festival, con il suo parlare e sparlare, con le contraddizioni, la forza delle radio, dei social è un grande rito collettivo che ci mette insieme a parlare della stessa cosa». E sulla definizione della sua conduzione «democristiana», risponde: «Cosa significa democristiano? Non lo so. Sono democratico e sono cristiano, forse è la fusione delle due parole»
Conti ringrazia tutti
Conti: «Grazie ve lo dico io, Grazie a tutti. Fin dall’inizio l’ho detto che ho accettato come impegno e non come sfida, volevo riprendere un lavoro iniziato nel 2015, lavoro portato avanti egregiamente da chi lo ha fatto dopo di me. Nessuno fa la direzione artistica di Sanremo per se stessi ma per gli italiani».
Cianammea ringrazia Conti
Cianammea: «Un ringraziamento a Fiorello perché in questi giorni mi ha sostenuto con frasi carini che sono nel mio cuore». E Infine: Grazie Carlo per accettato questa sfida e per averla vinta»
Gli ascolti
Ciannamea: «Finalmente, e lo dico con spirito di liberazione, possiamo celebrare in maniera soddisfatta i risultati di questo Festival da tutti i punti di vista». La serata finale, ancora parziale, 13.4 mln 73,1%. «Pubblico sempre più giovani. I giovani al centro del successo di questa edizione»
Il sindaco soddisfatto
Il sindaco Mager è molto soddisfatto dell’organizzazione della Kermesse: «Era una bolgia ma è stata gestita in modo egregio grazie alle Forze dell’Ordine e alla civiltà delle persone che sono venute a Sanremo. Temevamo di non poter replicare il risultato dello scorso anno, ma non solo l’abbiamo duplicato ma aumentato», conclude.
Conti: Sono vittima del mio stesso jingle
Si parte con “Tutta L’Italia” il jingle scelto per Sanremo 2025 e Conti commenta: «Nooo sono vittima del mio stesso jingle». La Rairingrazia il conduttore per il suo lavoro fatto e per gli ascolti ottenuti.
Sanremo 2025. È Olly il vincitore della 75esima edizione del Festival: il giovane cantautore genovese, 23 anni, si impone con il brano Balorda nostalgia, scritto e composto insieme a Pierfrancesco Pasini e Jvli.
Sanremo 2025, la conferenza stampa di chiusura
Al secondo posto Lucio Corsi, con Volevo essere un duro. Terzo Brunori Sas, al suo esordio a Sanremo con L’albero delle noci.
Quarto Fedez con Battito, quinto Simone Cristicchi con Quando sarai piccola. Fuori dalla top five, tutta al maschile, Giorgia, sesta, e Achille Lauro, settimo: risultati che stravolgono i pronostici e vengono accolti da fischi all’Ariston e proteste sui social.
Oggi dalle 11.50 – dalla Sala Stampa Ariston Roof – la conferenza stampa di chiusura del 75° Festival di Sanremo.
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