Pulci, sondaggi e carnevale. Perchè San Zeno è San Zeno

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Notiziario aretino della settimana. In questa edizione: il mercato delle pulci fa grattare il Carnevale. Primi sondazzi elettorali. Molti look sanremesi ispirati da Arezzo. Il San Valentino degli aretini.
Con una decisione dolorosa ma probabilmente necessaria decisione, il Mercatino delle Pulci al Centro Affari ha fatto spostare di una settimana il primo corso mascherato del Carnevale Aretino all’Orciolaia. Il Mercatino delle Pulci è ormai un evento che richiama visitatori da tutta l’Italia Centrale e la concomitanza col Carnevale in effetti poteva creare problemi. Quindi le pulci, che di solito saltano, stavolta hanno fatto saltare e spostare il Carnevale. Tra le curiosità maggiori del Mercatino delle Pulci di questo fine settimana si segnalano molte curiosità e affari sull’usato. Tra tutte un frullatore per la frutta usato solo due volte, perché dopo più che la frutta, frullavano i coglioni quando c’era da ripulirlo. Poi un vestito da testimone di matrimonio, ovviamente usato una volta, smacchiato da gore di riso, bignè e spumante. Da notare che gli sposi di quel matrimonio sono già separati, per cui il vestito è da considerarsi nuovo a tutti gli effetti. Tra le curiosità, il telefono che, pigiando un tasto, manda già a cacare le chiamate dei call center, i croccantini per il cane della Segugio così se zitta e una sveglia che la mattina, invece che suonare, ti dice: “Sarebbe l’ora di alzarsi… ma poi fai come cazzo te pare”.
Come dicevamo, peccato per il Carnevale all’Orciolaia, ma la manifestazione è spostata solo di una settimana. Ultimamente all’Orciolaia spostano le farmaciste… figuriamoci se non spostavano il Carnevale! Tra i carri previsti, quello con la Chimera, che a forza di buche che trova a Arezzo, inciampa e con la coda di serpente morde la capra che ha sulla schiena che a sua volta incorna il leone… poi uno se chiede perché la Chimera era incazzata. Poi un carro con un enorme Chef che ruma su una grossa pentola… a ricordare che a Arezzo vengono rumati un po’ tutti… dai farmacisti, ai medici, dai postini fino ai sacerdoti nelle parrocchie! L’appello degli organizzatori a chi non sa che vestito in maschera indossare è di vestirsi da farmacista (che all’Orciolaia ne han bisogno) o anche da operaio del cantiere Porcinai, che son veramente pochi e ce n’è bisogno! Inutile e sconsigliato invece vestirsi da spacciatori o ladri… son talmente tanti che nessuno ci farebbe caso.
Manca ancora più di un anno alle Elezioni Amministrative ad Arezzo, ma è già tempo di sondaggi. Il primo lo ha fatto realizzare Marco Donati che, essendo di famiglia di sarti e commercianti di abbigliamento, anche il sondaggio se lo è fatto fare… su misura. Comunque dal sondaggio emergono altri nomi, tra cui quello del Ceccarelli, di cui si ha notizia del suo ingresso in politica in un manoscritto egizio esposto al Museo Egizio di Torino, in cui già all’epoca non ce cavava gran che coi trasporti locali. Altri nomi presenti nel sondaggio sono quelli di Tanti e Tenti e qui si teme che si possano aver fatto confusione con le vocali. Infatti qualcuno ha risposto con la frase: “Che sia Tanti o Tenti, non si sa come siete tinti… e a noi c’avete preso per tonti. Presente anche Veneri, che però nel sondaggio ha preso il 5, come ogni tanto quando tirava al Saracino. L’impressione è comunque che più che un sondaggio, in cui l’indagine è fatta a raggio, sia stato un sondazzo… in cui l’indagine è fatta a… insomma come quelli radiofonici del mitico “G”.
Nella settimana del Festival di Sanremo si è notato come molti si siano ispirati ad Arezzo nei loro look.
Antonella Clerici era sul modello “aringa in un cartoccio de domopak da frigo”.
Jovanotti era in formato “omino d’oro” ma senza bici, visti i precedenti (ancora è in convalescenza). L’acconciatura di Achille Lauro a leccata di bove te la facevi avvicinandoti alle bestie al Foro Boario di Pescaiola primi anni 70 (i tatuaggi in faccia rappresentano i morsi dati dal bove stesso).
Mahmood sembrava si fosse messo un sacco per le vecchie raccolte dell’Unione Italiana Ciechi (infatti non si poteva vedere). Corsi e lo stesso Lauro avevano una cera color “Bianco come un cencio strizzato ai lavatoi a Sant’Agostino”. La cantante dei Coma Cose si era ispirata alla lattaia di Cazzano che la cosa meno bianca che portava era il latte… E infatti la canzone (davvero carina) dal titolo CUORICINI, all’inizio doveva essere LATTICINI. Fedez voleva farsi gli Occhi Verdi in onore al club sportivo dietro lo stadio. Ma poi invece se li è fatti neri, perché tanto sennò prima o poi gli occhi neri glie li faceva la sua ex moglie. Irama, Tony Effe (con e senza collana), Rkomi, Mahmood e altri hanno cantato in stile “Cat close against the door” (gatto stretto a l’uscio), che in confronto Topo Gigio è risultato essere Freddie Mercury. Da notare che nella giuria di qualità del Festival ci sono anche tutti i componenti della squadra annusatori selezionati dal Comune di Arezzo per gli odori provenienti dall’impianto di San Zeno. Questo perché alcune canzoni del Festival son come il puzzo di San Zeno… non se possono sentire. Una volta dicevano: “Perchè Sanremo è Sanremo!” ma anche San Zeno è San Zeno!
Celebrata anche ad Arezzo la festa degli innamorati nel giorno di San Valentino. E siamo convinti che in quella giornata l’unico ad andare in bianco sia stato il meteo, con la grandinata all’ora di pranzo che ha riportato un po’ di freddo che ad Arezzo (San Valentino o no) fa bussare di suo.
E per finire il proverbio della settimana: “Che a tutti sempre ci guardi la nostra Madonna del Conforto, e a chieder scusa non sia mai tardi, sia per chi ha ragione, figuriamoci per chi ha torto.”

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