«Ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite». Il Papa si sta lentamente riprendendo, tuttavia occorrono riposo assoluto e tanta pazienza come del resto gli hanno ripetuto i medici del Gemelli se vuole ritornare a Santa Marta in tempi relativamente rapidi. Il terzo giorno di ricovero per una infezione alle vie respiratorie è per lui segnato da una rinuncia personale pesantissima, un appuntamento al quale teneva moltissimo: la recita dell’Angelus domenicale. Purtroppo è stato costretto a declinare l’impegno obtorto collo, i sanitari sono stati categorici e così per questa domenica ci sarà posto solo per il silenzio della preghiera e per un testo scritto.
Il Papa non parlerà e non si mostrerà in pubblico per la riflessione domenicale dedicata alla Madonna, con la benedizione ai fedeli. La notte, riferisce l’Ansa, l’ha trascorsa tranquillamente. Prima di spegnere la luce in camera si è visto i titoli del telegiornale e poi si è messo a riposare. Dalle informazioni fatte filtrare sembra dunque evidente che non ha prestato grande attenzione a Sanremo, nonostante quattro giorni fa abbia inviato a Carlo Conti un messaggio registrato con il telefonino da un collaboratore per fare arrivare a dieci milioni di spettatori il suo messaggio contro la guerra nel mondo che devasta la vita di milioni di bambini.
Se il silenzio incornicia questa domenica di prova personale il pensiero dell’ottantenne pontefice si concentra sul Giubileo degli Artisti e sul Vangelo del giorno dedicato alle Beatitudini che viene comunque diffuso. Due differenti testi scritti che ha affidato per la distribuzione alla sua struttura. Stamattina nella basilica vaticana il cardinale Josè Tolentino da Mendonca, ministro della cultura, celebrando la messa degli artisti (che avrebbe dovuto presenziare Bergoglio se non fosse stato ricoverato venerdì mattina), ha dato lettura dell’omelia papale in cui sprona il variegato mondo culturale a farsi carico della rivoluzione contenuta nelle Beatitudini rivolta a non smarrire l’orizzonte dell’amore evangelico. Per Francesco gli artisti, i poeti, i registi, gli scrittori sono potenti veicoli della bellezza e persino custodi del creato, capaci con i loro talenti di proiettare immagini comuni per riflettere, per far cambiare rotta, alimentare la speranza. «Il nostro primo pensiero – ha iniziato la messa il cardinale Tolentino – va a Papa Francesco preghiamo per la sua salute e ringraziamo per la sua visione, il sostegno che ci offre sempre, beati voi gli artisti e profeti culturali».
Il secondo testo papale della giornata che avrebbe dovuto leggere Bergoglio era per l’Angelus, strutturato in una riflessione sul vangelo delle Beatitudini, tra le pagine della Scrittura maggiormente amate dal Papa argentino e sulle quali è intervenuto decine di volte nel corso del suo pontificato, indicandole sempre come bussola imprescindibile per qualsiasi cristiano.
Papa Francesco ha affidato a un testo la rassicurazione del suo progressivo miglioramento. “Desidero salutare tutti gli artisti che hanno partecipato: avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite”. Quel “un po’ di cure” sembra essere di nuovo indice che non si tratta di un caso particolarmente grave e sul quale l’ottuagenario pontefice quasi sorvola.
«Rivolgo il mio saluto a tutti i pellegrini presenti oggi a Roma, in particolare ai fedeli della Diocesi di Parma, che sono venuti in Pellegrinaggio diocesano, guidati dal loro Vescovo.Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan». Naturalmente non mancano i ringraziamenti per l’affetto, la preghiera e la vicinanza «con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!»
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