Bologna e il maltempo, l’esperto di Arpae: «Via San Mamolo allagata? I terreni sono saturi. Così l’acqua scivola a valle»

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Francesca Blesio

Il responsabile della struttura IdroMeteoClima di Arpae Alberoni: «Non c’entra la voragine dei giorni scorsi. Il problema è la capacità del terreno di assorbire l’acqua»

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Non è servito un fenomeno alluvionale per regalare a via San Mamolo le sembianze di un fiume. Il Comune di Bologna ha parlato di «forte scroscio di pioggia» per spiegare i motivi dell’ennesimo allagamento di una delle strade che collegano i Colli alla città. Il responsabile della struttura IdroMeteoClima di Arpae Pier Paolo Alberoni, nell’analizzare il fenomeno, premette che «le precipitazioni di questi giorni non sono state particolari e soprattutto non confrontabili con quelle del 19 ottobre in cui Bologna sono venuti giù 150 millimetri di pioggia in poche ore. Venerdì la stazione di Bologna San Luca ne ha registrati 30 nell’arco di tutta la giornata».

Cos’è accaduto quindi?
«La realtà è sempre più complessa delle risposte che possiamo dare. Sicuramente però la ragione principale di ciò che è accaduto sta nella quantità di acqua che continua a permanere nel terreno. Da settembre dello scorso anno abbiamo tutti terreni della nostra fascia collinare che sono saturi. Hanno assorbito talmente tanta acqua che non sono in grado di trattenerne ulteriori quantitativi. Così succede che, anche di fronte a precipitazioni non particolarmente intense, niente di paragonabile agli eventi grossi che abbiamo avuto a settembre e ottobre, l’acqua non venga trattenuta ma venga tutta convogliata nei fossi, nei torrenti o nel sistema fognario. La stessa cosa, con altra scala rispetto a Meloncello e Ravone, la si può vedere con fiumi più grandi».




















































Cosa li accomuna?
«Venerdì abbiamo avuto Idice, Montone, Sillaro, Ronco e Savio che hanno raggiunto la soglia “2” con precipitazioni di 30 millimetri in collina e 50-60 millimetri nella zona di crinale un po’ più alta, quindi niente di particolare. Ma la situazione complessiva è di fragilità perché il terreno è tutto saturo, non ha più funzione di ritenzione».

La voragine che si era aperta nei giorni scorsi in via San Mamolo non c’entrerebbe nulla quindi con l’allagamento della strada, corretto?
«No, è proprio un problema di capacità del terreno di assorbire l’acqua. Se fosse stato in grado di assorbirla, solo una parte sarebbe finita all’interno di fiumi e torrenti. Poi è ovvio che avendo una parte di torrenti della collina che sono tombati la situazione si complica perché la capacità di un canale chiuso è limitata dalle sue dimensioni».

I residenti lamentano che su via San Mamolo si siano verificati a più riprese, dal 2019, allagamenti.
«Dovrei verificare data per data ed evento per evento per un’analisi. Posso dire che la situazione di venerdì è ascrivibile al livello di saturazione raggiunto dal terreno».

Che interventi si potrebbero fare per limitare o arginare l’acqua che scende dai Colli?
«In generale quel che normalmente viene fatto per i corsi d’acqua, oltre a mantenerne l’alveo pulito, è avere vasche di espansione, o zone dove far riversare l’acqua. Ma non so se si possa costruire un bacino di ritenzione nella collina sopra Bologna dove trattenere l’acqua, per poi farla defluire pian piano».

La pulizia di tombini e fossi può essere determinante?
«Va sicuramente fatta una sorveglianza del territorio, evitando che si creino blocchi nei fossi che facciano uscire sulla strada l’acqua e che le fognature si intasino e non raccolgano più l’acqua. Non so però se questo sia capitato venerdì».

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16 febbraio 2025

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