«2026? Potrei fare solo il direttore artistico»

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Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Olly si complimenta con Lucio Corsi e Brunori sas

Olly: «Non mi aspettavo questo risultato. Prima di arrivare su questo palco… sono tanti anni che scrivo. Chi mi conosce sa la verità che porto del mio mondo, ma ricevere ancora più amore qui è stata una grandissima scoperta. La serata più emozionante è stata quella di giovedì, quando sono sceso tra i pubblico che mi ha dato calore. Io faccio musica per le persone… Citando Lucio, quando c’è la quadridimensionalità con il contatto energico con le persone è molto bello…». E ha continuato: «Siamo tre cantautori che portiamo le nostre storie, che portiamo anche le storie di altri… poco importa di chi sia, l’importante è che il pubblico si riconosca in esse. iamo sì outsider, ma io sono quello con meno esperienza: sono 6/7 anni che scrivo e che pubblico.. è un lavoro di tanto tempo, di tante persone. Siamo tre cantautori e non ce l’ho con chi interpreta, perché io sono anche autore per altri…»

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Brunori Sas emozionato

Carlo Conti va via ma prima fa entrare i primi tre classificati: Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas. Ne approfitta per ringraziare tutti i protagonisti del Festival; saluta tutti e va.

Parte Brunori Sas: «Sono sorpreso ero venuto solo per portare il mio mondo, una lettera destinata a chi ha rivoluzionato la mia esistenza ed è stato bellissimo vedere che è stata apprezzata. Non avevo una precisa aspettativa ed è accaduto una cosa bellissima. Sono molto contento». E poci scherza: «Mi spiace per l’Eurovision perché con la mia fisicità potevo portare outfit importanti». E continua: «Bello perché un podio di tutti giovanissimi»

Carlo Conti ci sarà nel 2026?

Ci sarai anche nel 2026 Conti come conduttore? «L’azienda mi ha chiesto di dedicarmi al Festival per due anni, ho accetato come direttore artistico e deciderò cosa fare strada facendo. Fare il festival non è condurlo ma è l’organizzazione della direzione artistica. Se nel futuro il mio lavoro potesse servire a traghettare qualche nuova leva, ben venga». Cosa chiamberesti nel prossimo Festival? «Ieri sera abbiamo finito troppo tardi e per me bisogna finire prima. L’altra è qualcosa che ho sperimentato, mi piarebbe dare solo le prime dieci posizioni e non tutto il resto»

«Secondo me il Festival è il Festival ed è baudiano, credo che alla fine gira e gira sia una messa cantata in cui si possono inserire chitarra elettrica o altro ma è un meraviglioso rito collettivo. Ci ha insegnato Pippo Baudo a farlo e spero sia stato un festival baudiano» ha detto Conti.

 

La domanda sul sistema di votazione

Tra le domande dei giornalisti viene chiesto a Carlo Conti se dopo le polemiche c’è intenzione di cambiare il sitema di votazione.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Lui risponde: «Insieme ai fischi ci sono stati anche boati, quindi la Top Ten è quella. preferisco questo Ariston che quello di qualche anno fa che era tutto seduto e non faceva nulla. Sono stato stupito anche io, su Giorgia ad esempio la standing vale più della vittoria al Festival. Il pezzo di Mahmood Tuta Gold non ha vinto eppure è andato benissimo. La vera classifica la farà il pubblico nei prossimi giorni»

Carlo Conti dopo la finale

«Quando inizia il Festival la conduzione è l’ultima cosa. La direzione artistica è un’altra cosa, vuol dire decidere tutto, il cast, la scenografia, la commissione dei giovani. È un lavoro difficile da fare. L’anno prossimo? L’azienda mi ha chiesto di farlo per i prossimi due anni, vediamo… magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione. Poi vedremo. Adesso c’è tutto il tempo per pensarci. Intanto domani mattina mi sveglio e porto mio figlio a scuola». Lo dice Carlo Conti ospite, in collegamento, con il programma «L’Indignato Speciale» su Rtl 102.5. “È stata una bella edizione nel complesso, l’unica parola che posso dire è grazie. Sono tranquillo, sereno», commenta all’indomani della finale.

«Adesso c’è un po’ di stanchezza, ma sono felice che le canzoni vadano forte in radio, e questo è l’importante. Non avevo ansia per gli ascolti, è il mio carattere, non mi esalto se le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male. Cerco di avere un equilibrio, dando il giusto valore alle cose della vita. Il lavoro è importante, ma le cose importanti sono altre». A proposito delle polemiche sulle posizioni in classifica di Giorgia e Achille Lauro, fuori della top five, «la polemica – dice – fa parte della competizione, altrimenti non ci sarebbe Sanremo. Va bene così. È il Festival, con il suo parlare e sparlare, con le contraddizioni, la forza delle radio, dei social è un grande rito collettivo che ci mette insieme a parlare della stessa cosa». E sulla definizione della sua conduzione «democristiana», risponde: «Cosa significa democristiano? Non lo so. Sono democratico e sono cristiano, forse è la fusione delle due parole»

Gli ascolti di Sanremo

Ciannamea: «Finalmente, e lo dico con spirito di liberazione, possiamo celebrare in maniera soddisfatta i risultati di questo Festival da tutti i punti di vista». La serata finale, ancora parziale, 13.4 mln 73,1%. «Pubblico sempre più giovani. I giovani al centro del successo di questa edizione». Cianammea: «Un ringraziamento a Fiorello perché in questi giorni mi ha sostenuto con frasi carini che sono nel mio cuore». E Infine: Grazie Carlo per accettato questa sfida e per averla vinta»

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