Omicidio Vassallo, svolta nelle indagini dopo i tentativi di depistaggio di Cagnazzo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Cinque settembre 2010, 13 febbraio 2025. Quasi quindici anni di inchiesta. Tanto sono durate le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo.

Anche se, leggendo le carte, è ben evidente un particolare: il cerchio si era chiuso già da tempo ma la procura di Salerno doveva cristallizzare le prove e riscontrare tutti gli elementi trovati.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Caso Vassallo, parla il figlio Antonio: «Fascicolo sconvolgente, spero che tutti paghino»

Nelle carte della chiusura indagini infatti è stato ben specificato, a proposito dei quattro indagati con l’accusa di omicidio (Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi, Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso) che il delitto era stato premeditato, predisponendo i mezzi e individuando il luogo dove uccidere il sindaco pescatore, assassinio necessario per assicurarsi l’impunità per lo spaccio della droga (di qui l’esclusione di Ridosso dalle accuse di narcotraffico). C’è anche il riconoscimento dell’associazione malavitosa per le modalità eclatanti attraverso le quali è stato compiuto il delitto, attirando la vittima in un’imboscata, inducendolo ad accostare e crivellandolo di colpi.

Le tappe

Un dettaglio, questo dell’imboscata, evidente agli investigatori già la notte del ritrovamento del cadavere di Angelo Vassallo. Da subito i carabinieri che hanno indagato sull’omicidio hanno ipotizzato che il sindaco di Pollica si era fermato con la sua auto ed aveva abbassato il finestrino lato guida perché conosceva il suo assassino.

Contabilità

Buste paga

 

Pollica, omicidio Vassallo: i fratelli Palladino e quel deposito per i narcotrafficanti

Nota, da subito, anche la pista della droga. Per questi due motivi le indagini, pilotate dai depistaggi di Cagnazzo, si sono subito dirottate su Bruno Humberto Damiani e sulla pista passionale per una presunta relazione del primo cittadino. Pista, quest’ultima, subito abbandonata mentre il «brasiliano», fu sottoposto a stube, che uscì negativo. Nonostante poi sia rimasto per anni l’unico iscritto sul registro degli indagati. Da subito, difatti, si diffuse la voce di un litigio tra Damiani e Vassallo in merito allo spaccio della droga. Si disse anche che il giovane era stato visto lanciare la pistola in mare, ma i sommozzatori non trovarono mai nulla. Damiani, sempre libero, partì per il sud America per un viaggio che era stato già programmato da tempi: qui fu coinvolto in altri episodi di spaccio e fu arrestato.

E proprio in carcere in Colombia il pusher di piccolo calibro fu interrogato dal comandante del Ros di Salerno, dall‘allora pm Rosa Volpe e dal procuratore Franco Roberti, alla presenza del suo legale di fiducia, l’avvocato Michele Sarno. Fu al ritorno degli inquirenti dal sud America che, per la prima volta, si iniziò a parlare del residence Le Tre Palme, di una pista di trafficanti di droga che portava a Napoli, dei collaboratori di giustizia.

Caso Vassallo, chiuse le indagini: «Fu vittima di un’imboscata»

Il puzzle

Elementi che, in un primo momento, sembravano lontani dalla realtà del piccolo comune cilentano di Pollica ma che poi hanno trovato la loro giusta collocazione: i rapporti tra i Palladino (proprietari proprio del residence Le Tre Palme), Cagnazzo che lì mandava i collaboratori in regime di protezione, Cioffi che, chiuse le indagini, per la procura era coinvolto nello spaccio napoletano. Nel 2012l’inchiesta torna punto e a capo. La procura di Salerno ordina l’esame del Dna su 66 persone, poi lo rinnova per 94. Si cercano altri indizi. Nel 2013 Cagnazzo viene iscritto nel registro degli indagati e gli elementi combaciano ancora di più. Ma tutto resta riservato. Spunta il dettaglio dell’ufficiale che raccoglie le cicche dei sigari da terra sulla scena del delitto mentre i colleghi di Salerno eseguono i rilievi. Altro elemento di depistaggio, secondo gli inquirenti, da parte del colonnello. Infatti la storia dei mozziconi torna sia nelle pagine della richiesta di misura cautelare e sia nella stessa ordinanza di arresto.

Omicidio Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica: chiusa l’inchiesta, in quattro verso il processo

I collaboratori

La svolta arriva da Napoli quando un pentito di camorra indica Cioffi vicino ad un boss del rione Traiano, parla di droga, dei traffici col Cilento, della piazza di Acciaroli. Poi le dichiarazioni di Ridosso ed Eugenio D’Atri che combaciano e che vengono ritenute attendibili dai giudici del Riesame e ora devono passare al vaglio della Cassazione.

Microcredito

per le aziende

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link