Ecco la corrida spagnola proposta a Bruxelles su tasse e debito

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La Spagna rompe gli indugi sul bilancio dell’Ue. Estratto dal Mattinale europeo.

L’acronimo “MFF” comparirà sempre più spesso sul Mattinale Europeo nei prossimi dodici mesi. O più probabilmente nei prossimi diciotto mesi. “MFF” significa Multiannual Financial Framework: Quarto Finanziario Pluriennale. Per i cittadini comuni che non frequentano assiduamente la bolla dell’Unione europea può essere tradotto con un’espressione più comprensibile: bilancio dell’Unione europea. Non è il bilancio annuale, ma per sette anni. E’ l’ossatura finanziaria su cui si fondano le politiche dell’Ue. Deve essere approvato all’unanimità dagli Stati membri, generalmente dopo lunghi ed estenuanti negoziati. Il prossimo “MFF” deve essere approvato entro la metà del 2026, perché coprirà il periodo 2027-34. Una proposta ancora non c’è. Non arriverà prima di luglio. La Commissione oggi approverà una comunicazione sulla “strada” che porterà al prossimo “MFF”. Potrebbero essere contenute alcune idee guida, più sul metodo che sui soldi. La Spagna non ha atteso von der Leyen. In un documento ottenuto dal Mattinale Europeo, il governo di Pedro Sánchez chiede un bilancio molto ambizioso, che andrà di traverso ai “frugali”: 2 per cento del pil per l’Ue, debito comune, nuove risorse proprie. La Spagna vuole violare molti tabù. Troppi?

Le argomentazioni usate da Madrid per avere un “MFF più grande e audace” derivano dalla diagnosi comune dei mali che affliggono l’economia europea e delle molteplici sfide che ha di fronte l’Ue. “L’intensificarsi della concorrenza globale e le perturbazioni tecnologiche pongono serie sfide al nostro modello sociale ed economico e, quindi, allo stesso progetto europeo”, dice il documento spagnolo, citando i rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta sui ritardi di competitività e le carenze del mercato interno. “Il bilancio dell’Ue deve affrontare chiaramente le minacce multidimensionali che hanno un impatto sulla difesa e sulla sicurezza dell’Europa, come le aggressioni militari della Russia, il terrorismo e l’estremismo violento, l’emergenza climatica e il degrado ambientale, gli attacchi cibernetici e ibridi”. Di fronte a questa nuova realtà, l’Ue deve “fornire una risposta adeguata nel ciclo di bilancio che inizierà nel 2028”.

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La Spagna vuole preservare due delle politiche tradizionali finanziate dal bilancio dell’Ue, la politica di coesione e la politica agricola comune. Offrendo un aiuto alla sua commissaria, la vicepresidente Teresa Ribera sotto la cui responsabilità ricade il Green deal, Madrid chiede che il 50 per cento delle risorse dell’Ue siano destinate alle politiche verdi (attualmente è il 30 per cento). Il bilancio dell’Ue tradizionalmente ammonta a circa l’1 per cento del Pil. Il debito comune straordinario contratto per la ripresa post Covid attraverso NextGeanerationEU scade alla fine del 2016. E allora dove trovare i soldi? La Spagna mostra un elevato livello di creatività e chiede di mobilitare tutti gli strumenti finanziari, non solo dell’Ue ma anche della zona euro.

Secondo il documento spagnolo, se si vogliono mantenere le politiche tradizionali dell’Ue e finanziare le nuove urgenze, “un bilancio equivalente all’1 per cento del Pil a livello europeo non è sufficiente”. La richiesta di Madrid è che il bilancio pluriennale arrivi “almeno al 2% del Pil annuale dell’Ue”. Per finanziare un bilancio a questo livello, “la Spagna è favorevole alla creazione di nuove risorse proprie dell’Ue che non vadano a detrimento delle entrate esistenti degli Stati membri”. Le risorse proprie sono tasse. “Dovrebbero essere il più possibile progressive e contribuire direttamente all’espansione del bilancio dell’Ue per finanziare le priorità comuni identificate”, spiega Madrid. Ma nemmeno il 2 per cento è sufficiente.

Il debito comune è il grande argomento tabù per Ursula von der Leyen. Mario Draghi ha indicato la necessità di 800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi ogni anno per colmare il gap di competitività con Stati Uniti e Cina, di cui la metà di investimenti pubblici. La presidente della Commissione ha rifiutato il suggerimento di Draghi di imboccare la strada di un nuovo strumento di debito comune dopo l’esperienza di NextGenerationEU. Ma il governo di Pedro Sánchez insiste. “In un contesto in cui l’Europa deve aumentare drasticamente gli investimenti pubblici per accrescere la propria competitività e garantire la propria sicurezza economica, esiste una logica economica per finanziare gli investimenti che producono rendimenti futuri comuni attraverso l’emissione di debito comune, come mezzo efficace per raccogliere risorse sufficienti”. Sapendo di toccare una corda tra alcuni in alcuni paesi frugali che percepiscono la minaccia della Russia, la Spagna suggerisce che il meccanismo di debito comune vada anche agli “investimenti nel settore della sicurezza e della difesa (…) per garantire la sicurezza dell’Europa e la sua leadership industriale e tecnologica”.

Un bilancio al 2 per cento e un nuovo meccanismo di debito comune potrebbero non essere sufficienti. Inoltre, sarà necessario attendere il 2028 per utilizzare quelle risorse. Anche se il documento non lo dice esplicitamente, alcune delle altre proposte della Spagna possono essere messe in atto sin da subito. La prima è usare tutte le risorse di NextGenerationEU “ancora inutilizzate” per evitare che “vengano dismesse invece di essere utilizzate per i necessari investimenti urgenti e trasformativi”. Madrid suggerisce inoltre di allungare il piano di ammortamento del debito NextGenerationEU, per alleviare la pressione di “breve termine” sul bilancio dell’Ue dovuta al rimborso del prestito.

Oltre a un ruolo più forte per la Banca europea per gli investimenti – presieduta da un’altra alleata di Sánchez, l’ex ministro delle Finanze Nadia Calviño – la Spagna chiede di “trovare una potenza di fuoco” aggiuntiva fuori dal quadro dell’Ue. Il documento indica la possibilità di fare ricorso al Meccanismo europeo di stabilità (MES), il fondo salva-stati creato durante la crisi del debito sovrano, che attualmente è “sottoutilizzato.



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