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Parte lunedì il collocamento del nuovo titolo che offre la possibilità di uscita dopo quattro anni con rimborso integrale del capitale. Un’opzione che può trasformarsi in uno scudo protettivo in caso di rialzo dei tassi. Il Tesoro punta a ripetere il grande successo dei Btp Valore, piazzati nel 2023 e nel 2024
Con un debito pubblico che ha superato la soglia dei 3 mila miliardi e almeno 330 miliardi di titoli da piazzare sul mercato nel corso di quest’anno per sostituire quelli in scadenza e finanziare la spesa, il governo non può permettersi passi falsi. Per attirare il maggior numero possibile di investitori, il Tesoro deve confezionare offerte che vadano incontro alle preferenze del mercato, dai grandi operatori finanziari fino ai piccoli risparmiatori. A quest’ultima platea si rivolge il Btp Più, che sarà collocato a partire da lunedì 19 febbraio e fino a venerdì 21 febbraio.
“Più valore al tuo futuro”, è lo slogan della campagna pubblicitaria in corso ormai da alcune settimane con la regia del ministero dell’Economia. L’obiettivo è quello di replicare il grande successo del Btp Valore. Non sarà facile: tra il 2023 e il 2024 i quattro collocamenti di questa particolare categoria titoli hanno coinvolto più di 2 milioni di risparmiatori che hanno versato nelle casse dello Stato circa 65 miliardi di euro.
Come funziona
Il Btp Più si presenta all’appuntamento con il mercato sfoggiando una veste rinnovata rispetto ai suoi fortunati predecessori. Per la prima volta viene offerta ai sottoscrittori la possibilità di uscire anticipatamente dall’investimento con rimborso integrale del capitale. Nel gergo tecnico si parla di opzione put, ma vediamo nel concreto come funziona.
I Btp più avranno una durata di otto anni, la scadenza è quindi fissata a febbraio 2033, ma chi lo desidera potrà abbandonare la barca già dopo quattro anni e si vedrà restituire per intero il capitale investito. Chi resta, però, avrà diritto a un premio sotto forma di rendimento aggiuntivo rispetto a quello fissato per i primi quattro anni.
Quanto rende
Va ricordato che l’opzione put è prevista solo per chi compra il titolo in fase di collocamento. Niente da fare, invece, se il nuovo Btp viene acquistato successivamente sul mercato.
Per i Btp Valore e i Btp Futura, questi ultimi collocati tra il 2020 e il 2021, è previsto un premio fedeltà destinato agli acquirenti della prima ora. In entrambi i casi però è possibile incassarlo solo alla scadenza e non sotto forma di rimborso anticipato. I soli Btp Valore garantiscono anche un rendimento crescente nel corso del tempo, proprio come i nuovi Btp Più, ma non è prevista l’uscita anticipata con restituzione integrale del capitale.
Venerdì 14 febbraio, il Mef ha comunicato i tassi minimi garantiti dai Btp Più. Nel primo quadriennio il rendimento lordo annuo sarà del 2,8 per cento, mentre dal 2029 fino alla scadenza del 2033 salirà al 3,6 per cento. I tassi definitivi, che potranno anche essere rivisti al rialzo (ma non al ribasso), verranno resi noti una volta concluso il collocamento, cioè venerdì, salvo chiusura anticipata.
Nuovo incentivo fiscale
Come tutti i titoli di stato, anche i Btp Più godranno di una tassazione agevolata con un prelievo del 12,5 per cento sul valore della cedola. Il governo ha poi introdotto un incentivo supplementare previsto già nella manovra del 2024, ma regolato per decreto solo a partire da metà gennaio. In base a questa nuova norma saranno esclusi dal calcolo dell’Isee i titoli pubblici fino a un valore di 50 mila euro. Un favore fiscale che è stato criticato da più parti. Vediamo perché.
L’Isee, come noto, tiene conto dei redditi insieme alla proprietà di beni immobili e mobili (azioni e titoli) in base anche al numero dei componenti del nucleo famigliare. L’indicatore serve per accedere a condizioni agevolate a una serie di servizi pubblici, dagli asili nido, scuole, università, trasporti, luce e gas, solo per citarne alcuni. Ebbene, la norma varata dal governo Meloni introduce una disparità di trattamento tra famiglie che hanno lo stesso patrimonio ma hanno fatto differenti scelte d’investimento. D’altra parte, in questo modo viene incentivato l’acquisto di titoli di stato da parte di piccoli risparmiatori italiani con l’obiettivo finale, che rientra nelle priorità dichiarate dal ministero dell’Economia di diminuire la dipendenza dagli investitori stranieri. In primo luogo, comunque, la convenienza dei nuovi Btp Più va valutata in base al confronto con i Btp sul mercato e alle aspettative sull’andamento dei tassi d’interesse, a loro volta legati all’inflazione.
Effetto tassi
Il collocamento del nuovo titolo cade in una fase di particolare incertezza. E vero che i tassi sono in fase calante, ma non è da escludere che lo scenario cambi nell’arco dei prossimi anni. La guerra commerciale a suon di dazi minacciata da Donald Trump potrebbe avere un impatto inflazionistico anche sull’Europa, al pari delle rinnovate tensioni dei prezzi dell’energia.
Al momento, comunque, la strada resta quella tracciata dalla Bce, che dal giugno scorso ha già ridotto per quattro volte il costo del denaro. Anche il generale rallentamento delle economie nel Vecchio Continente favorisce una politica accomodante da parte della banca centrale. Se però nei prossimi anni l’inflazione dovesse ripartire, con tutte le conseguenze del caso in termini di nuovo rialzo dei tassi, i sottoscrittori del Btp Più avranno a disposizione un’uscita di sicurezza.
Nel caso i rendimenti del titolo, quelli per i quattro anni dal 2029 al 2033, dovessero rivelarsi poco competitivi con quelli di altri Btp di pari durata acquistabili sul mercato, chi ha comprato i Btp Più in occasione del collocamento non dovrà fare altro che venderli, esercitando l’opzione put. E dopo aver ottenuto il rimborso integrale del capitale potrà dirottare altrove i suoi risparmi.
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