Scuola, lavoratori sotto stress: la ricerca della Cisl

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Stress elevato, dialogo con le famiglie non sempre facile, burocrazia invadente, strutture che necessitano di manutenzione, stipendi non adeguati, precarietà, modesta considerazione sociale. Oggi lavorare a scuola, soprattutto se si è insegnanti, è quasi una missione, un percorso ad ostacoli. A rivelarlo, dati alla mano, è una ricerca commissionata dalla Cisl Scuola Lombardia, che è stata presentata oggi nella prima giornata dell’VIII° Congresso dell’organizzazione in corso a Cremona (si chiude domani), presso il Campus Santa Monica dell’Università Cattolica. L’indagine, realizzata da BiblioLavoro (il Centro studi della Cisl Lombardia) ha coinvolto circa 2 mila lombardi iscritti al sindacato, che hanno risposto ad un questionario con 30 domande.

“Il quadro emerso dalla ricerca – ha commentato la segretaria generale della Cisl Scuola, Monica Manfredini – è abbastanza preoccupante. Dalle interviste traspare un evidente disagio in chi opera nel sistema dell’istruzione, che si manifesta in una condizione di forte stress. Si avverte anche una certa sofferenza per la scarsa considerazione sociale di cui oggi gode la professione dell’insegnante, un tempo invece molto rispettata, che talvolta sfocia in episodi di bullismo e violenza. Il futuro si costruisce a partire dalla scuola e che futuro può avere un Paese che non valorizza adeguatamente chi la fa funzionare ogni giorno? Le risposte alle interviste sono chiare: bisogna aumentare gli stipendi, che sono fra i più bassi in Europa; occorre risolvere il problema del precariato; va migliorata l’organizzazione del lavoro, appesantita dagli eccessi burocratici; si deve investire per ammodernare le strutture e le attrezzature. La scuola va riportata al centro del dibattito pubblico”.

IL CAMPIONE
Il campione è composto per l’85% da docenti, per il 14% da personale ATA e per l’1% da dirigenti scolastici. Le donne sono l’80%, l’età media è 50,9 anni, gli under 36 sono l’8,2%. Quasi il 95% lavora in scuole statali, 1 su 2 ha un’anzianità lavorativa di oltre 20 anni. Il 61,2% è laureato. La maggior parte degli intervistati si concentra nella scuola secondaria di secondo grado (31,7%) e in quella primaria (31,4%), il 21,3% opera nella scuola secondaria di primo grado, mentre il 15,1% in quella dell’infanzia. Sia fra i docenti che fra il personale ATA oltre 2 su 10 sono precari.

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