Podolyak: «Lo zar stravolge il diritto. Le nostre garanzie? Missili che raggiungano Mosca»

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di
Lorenzo Cremonesi

Il consigliere di Zelensky:«Ci servono difese adeguate e stare dentro alleanze forti»

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«Putin vuole ridefinire il diritto internazionale per legittimare l’intervento militare di alcuni Paesi nelle aree sotto la loro influenza. In questo modo, cerca di dimostrare che compiere massacri in territori sovrani altrui dovrebbe restare impunito. In sostanza, sostiene che un Paese possa invadere un altro se ciò rientra nei suoi interessi. Trovo queste idee estremamente pericolose e distruttive», dice al Corriere Mykhailo Podolyak, uno dei più noti consiglieri del presidente Zelensky. 

Come vede il nuovo dialogo diretto e alle spalle dell’Ucraina tra Putin e Trump? 
«Come una conversazione con forti componenti emotive. A prescindere da ciò che cercano di imporre, per noi resta l’interesse prioritario di porre fine alla guerra in modo equo per un lungo periodo. Ciò necessita tempo, non dobbiamo farci prendere dalla fretta». 




















































Cosa può fare l’Europa? 
«Sicuramente l’Europa sta già facendo molto. Parlo della Commissione europea, dell’Unione europea nel suo complesso che ha già ripensato la sua politica estera, ha già riflettuto in generale su cosa è diventata la Russia, a quali rischi corre oggi se Mosca rimane com’è ora. L’Europa investe in armi e difesa molto più di prima. In parallelo, comprende chiaramente che l’investimento in Ucraina è un investimento sulla propria sicurezza e va aumentato. Mi attendo più integrazione europea, maggiori sforzi per la difesa comune, più iniziativa, più cooperazione bellica con l’Ucraina».

Potrebbe Zelensky dire no a Trump? 
«Zelensky dice che senza di noi perderemo tutti. Certo che può dire “no” a Trump. Ci vengono costantemente fatte domande sulle nostre posizioni negoziali e cosa fare realisticamente per finire la guerra. Noi lo ripetiamo di continuo con Zelensky: è estremamente importante che i nostri partner capiscano che è impossibile fermare la Russia senza che comprenda che la vittoria militare è impossibile o addirittura stimolandola ad aggredire».

Oggi ci si può fidare di Putin? 
«Assolutamente e categoricamente no. Putin non appartiene alla categoria di persone che rispettano l’impegno o la parola data. Le sue promesse sono sempre false. Vive in un mondo illusorio, condotto da parametri altri dai nostri, ha un codice culturale diverso, crede di avere il diritto di usare tecniche genocidarie per risolvere problemi di politica estera e persino di politica interna. Di Putin non ci si può fidare perché altrimenti si è visti come un avversario debole, schiacciabile, e si finisce per fare il gioco russo».

Quale compromesso territoriale è possibile? 
«La risposta non è nel compromesso territoriale, non c’è alcun compromesso in quanto tale per la Russia, non hanno iniziato la guerra per ottenere un compromesso. Dopo la prima fase dell’aggressione, dal 2014, hanno sequestrato parte del territorio e dal 2022 si sono allargati. Per la Russia questa espansione sarà eterna a meno che non vengano risolte le seguenti questioni: il territorio legalmente occupato è illegale e occorrono garanzie di sicurezza che possono impedire nuovi attacchi. Le garanzie di sicurezza non devono essere documenti legali, ma azioni concrete come basi con un gran numero di missili di una certa gittata e con obiettivi specificati sul territorio della Russia e la presenza dell’Ucraina in varie alleanze militari. Kiev deve avere la garanzia di difese militari comparabili con le risorse miliari della Russia. Putin ritiene di dover raggiungere gli obiettivi che si era prefissata prima dell’inizio della sua espansione: la distruzione totale dell’Ucraina come Stato, la ripresa del controllo sull’ex spazio sovietico, su tutti i Paesi usciti dall’Urss. La Russia non ha raggiunto questi obbiettivi e quindi considererà il compromesso come una preparazione per la prossima fase di espansione». 

Quando si terranno le elezioni?
«Dopo la fine della guerra e la revoca delle legge marziale, come prevede la nostra Costituzione».  

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