LUCCA. «Il progetto di legge che prevede la proroga delle concessioni idriche in Toscana non solo è inutile ma forse anche dannosa per la città di Lucca». Inizia così il lungo intervento che Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, Comune socio di maggioranza di Gaia, dedica alla querelle in atto sulla proposta di proroga della concessione della gestione del servizio idrico lucchese a Geal fino a fine 2027. Proroga che ha già ricevuto l’ok in commissione Ambiente e che ora è attesa al decisivo passaggio in consiglio regionale. Del Ghingaro ritiene che la proroga sia «inutile perché in contrasto con la legge dello Stato, e quindi sostanzialmente non applicabile per Geal, e dannosa perché rallenta lo sviluppo della città di Lucca che, se entrasse nella compagine di Gaia, per la popolazione che rappresenta, si troverebbe a essere il principale azionista di una società completamente pubblica.
«Il disegno di legge che è stato portato all’esame del consiglio regionale – spiega il primo cittadino di Viareggio – prevede la proroga di due anni degli affidamenti per quei soggetti la cui scadenza della gestione è prevista prima del 31 dicembre del 2027, ed esclude le gestioni che siano già state prorogate. In sostanza riguarderebbe solo Geal, il gestore del servizio idrico del Comune di Lucca. Il provvedimento che viene giustificato con la necessità di assicurare la realizzazione degli interventi previsti dal Pnrr. Ma… come sempre c’è un ma. Più di uno in effetti».
«La prima e più eclatante contraddizione – prosegue Del Ghingaro – e che la legge proroga, se applicata al caso Geal, sarebbe in contrasto con la legge dello Stato. La legge che regola la gestione del servizio idrico (Dlgs 152 del 2000) infatti, prevede un termine massimo di durata degli affidamenti pari a trenta anni. Geal ha ricevuto l’affidamento della gestione del servizio idrico per il Comune di Lucca nel 1995 e raggiungerà il termine del trenta anni a dicembre del 2025».
«La seconda, meno evidente ma altrettanto valida è che la conclusione e rendicontazione degli interventi del Pnrr è prevista per il 31 marzo del 2026. Una misura quindi che non solo non risponde alle reali esigenze della comunità, ma rischia di comprometterne il futuro. L’autorità locale che regola la gestione del servizio idrico (Ait) infatti, ha già pianificato e avviato la procedura per il subentro di Gaia nella gestione del servizio idrico nel comune di Lucca. Al momento in cui Gaia subentrerà nella gestione del servizio idrico sarà in grado non solo di completare gli investimenti previsti dal Pnrr, grazie al lavoro svolto da Geal fin qui, ma sarà in grado anche di avviare un volume di investimenti consistente come previsto dal provvedimento di Ait. Con l’assunzione del servizio non ci saranno interruzioni di nessuna sorta nella gestione del servizio, nella gestione dell’utenza e nella realizzazione degli investimenti. Non solo, tutto il personale, per legge, passerà nella nuova gestione. La sede operativa, l’attività di sportello, tutto proseguirà come è stato fin qui. Anche l’integrazione tariffaria avverrà gradualmente».
«Aggiungo – spiega del Ghingaro – che Gaia è l’unico gestore dei servizi idrici interamente pubblico di proprietà dei Comuni. La società è anche l’unica in Toscana a destinare parte dell’utile alla riduzione delle tariffe. In questi ultimi tre anni Gaia ha realizzato più di 120 milioni di investimenti, portando il volume degli investimenti annui per abitante a più di 130 euro, più del doppio della media annua e fra i primi in Toscana. C’è poi da sottolineare che, se il Comune di Lucca volesse entrare nella compagine societaria di Gaia, per la popolazione che rappresenta, diventerebbe il principale azionista della società, con tutto quello che ne consegue. Viareggio attualmente è il socio di Gaia con più azioni (3.549.172 pari al 21,263 per cento).
«Concludendo – scrive il sindaco di Viareggio – non trovo motivi per quali il cittadino di Lucca dovrebbe essere preoccupato di questa nuova integrazione societaria. Non vorrei che questo tentativo di rimandare una scelta non più rimandabile, sia dovuto solo alla volontà di non accollarsi l’onere di una decisione in piena campagna elettorale. Una campagna elettorale che si prospetta lunga ed estenuante, soprattutto per i territori che dovranno pagare il conto non solo di scelte sbagliate ma anche di scelte non fatte. l
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