Al via la riqualificazione
funzionale del seicentesco Casino Mollo, testimonianza di
un’architettura e di un paesaggio rurale, donato al Fondo per
l’ambiente italiano da Giovanna, Beatrice e Maria Silvia Mollo,
nel 2016. L’input arriva dall’ accordo siglato dal Fai e dalla
Regione Calabria in base al quale un importante contributo è
stato concesso al Fai per il restauro e la valorizzazione
dell’antico casino di caccia.
L’edificio sorge a fianco della Riserva naturale I Giganti
della Sila, area protetta situata nel cuore del Parco nazionale
della Sila, affidata in comodato d’uso dall’Ente Parco al Fondo
per l’Ambiente Italiano dal 2016 per 20 anni. Oltre un milione e
seicento euro la cifra stanziata – a fronte di un costo
complessivo del progetto pari a circa due milioni e cinquecento
euro – per realizzare i lavori e aprirlo integralmente al
pubblico entro la fine del 2027. Il progetto di restauro e
riqualificazione funzionale del Casino Mollo consentirà a sempre
più persone di far conoscere la Riserva Naturale, la sua storia
e il suo territorio. Le fasi del progetto prevedono il recupero
dell’edificio e di tutti gli elementi di finitura originali,
l’adeguamento degli impianti con fonti di energia rinnovabili,
il miglioramento sismico delle strutture, l’allestimento di
locali destinati all’accoglienza dei visitatori e l’elaborazione
e realizzazione del racconto di valorizzazione.
“L’importante contributo concesso – afferma il presidente
del Fai Marco Magnifico – ci permetterà di portare a termine un
progetto di straordinario valore che contribuirà a valorizzare
un territorio a me particolarmente caro, la Sila. Dopo
l’indispensabile restauro, il Casino Mollo ospiterà un racconto
sulla storia e le tradizioni silane, l’agricoltura e la
pastorizia, e offrirà i necessari servizi ai sempre più numerosi
visitatori dei Giganti della Sila. Sono grato al presidente
Occhiuto e all’assessore Varì per l’attenzione dimostrata e per
la determinazione che ha condotto a raggiungere questo
risultato”.
“Il restauro e la valorizzazione del Casino Mollo, nel cuore
del Parco Nazionale della Sila – sottolinea il presidente
Occhiuto – si inserisce nell’ambito delle iniziative strategiche
dell’Accordo di coesione sottoscritto lo scorso anno tra la
Regione e il governo Meloni. Questo intervento, all’interno di
un polo di attrazione di fondamentale importanza come la Riserva
Naturale I Giganti della Sila, costituisce, insieme ad altri
progetti che abbiamo finanziato in altri territori, una
straordinaria occasione per la valorizzazione del nostro
patrimonio culturale e naturalistico. Un asset che la mia Giunta
ritiene assolutamente strategico per lo sviluppo turistico ed
economico della Calabria”.
“Fonte del contributo – è detto in una comunicato del Fai –
è il Fondo per lo sviluppo e la coesione FSC – programmazione
2021-2027 nella quale l’intervento è stato inserito da Regione
grazie alla collaborazione e al confronto del Fai con il
Dipartimento Economico e Attrattori Culturali, che ha portato
alla firma della convenzione alla fine di dicembre 2024. Accordo
che scaturisce anche in virtù del fatto che la Riserva i Giganti
della Sila, da quando affidata al Fai, ha moltiplicato il numero
di visitatori, raggiungendo nel 2024 quota 40.000 e attestandosi
come un polo di attrazione culturale di fondamentale importanza
per il territorio. Unico nel suo genere, questo maestoso bosco
secolare nel cuore della Calabria – riporta il comunicato –
sopravvive intatto all’ombra dei suoi imponenti ‘patriarchi’,
oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel
Seicento dai baroni Mollo, proprietari del vicino Casino.
Sfruttato nei secoli per l’estrazione di una resina infiammabile
come la pece, con la Seconda Guerra Mondiale, i suoi terreni
furono espropriati e reintegrati nel patrimonio dell’Ex Azienda
di Stato per le Foreste Demaniali che, insieme alla famiglia
Mollo, promosse l’istituzione dell’attuale Riserva Naturale
Guidata Biogenetica allo scopo di studiare, conservare
geneticamente e tutelare questo patrimonio storico-naturale di
enorme valore. Il Casino Mollo, acquistato nel Seicento dalla
famiglia dei Baroni Mollo, fu il fulcro di un’efficiente azienda
latifondistica in cui si coltivavano grano e foraggio, si
allevavano buoi e pecore e si produceva legname e pece estratta
dai pini della Riserva, mentre nella vicina filanda si lavorava
la seta. A seguito della Riforma agraria degli anni Cinquanta,
la proprietà fu smembrata e l’edificio divenne la dimora di
villeggiatura della famiglia Mollo. Nel 2016 le eredi della
famiglia Mollo decisero di donarlo al Fai e il Parco Nazionale
della Sila affidò la Riserva alla Fondazione in comodato d’uso”.
“Con il suo completo restauro, l’antico Casino Mollo, per il
quale a luglio si celebrerà la conclusione di un primo lotto di
lavori – riporta ancora il comunicato – diventerà un luogo di
aggregazione culturale per il territorio, sede di un
coinvolgente racconto dedicato alla storia di questo lembo di
paesaggio rurale calabro, che si dipana dal Seicento a oggi, e
la cui storia potrà essere conosciuta e apprezzata da sempre più
persone”.
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