La portavoce della Commissione ha ribadito che “nessuna decisione sull’Ucraina va presa senza Kiev”. Zelensky: “Non accetteremo un accordo negoziato senza di noi”.
BRUXELLES – Il colloquio telefonico di ieri del presidente americano Donald Trump con il presidente russo Vladimir Putin, a proposito delle prospettive di un negoziato per metter fine alla guerra in Ucraina, “segna l’inizio di un processo”, e “di conseguenza ci saranno sicuramente anche degli incontri”. Che probabilmente inizieranno da domani, nel contesto della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove saranno presenti anche il presidente Ucraino Zelensky e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Lo ha detto oggi a Bruxelles la portavoce capo della Commissione europea, Paula Pinho, durante il briefing quotidiano per la stampa, rispondendo alle molte domande dei giornalisti su quella telefonata, che dà l’impressione di un negoziato a due, con decisioni riguardo all’Ucraina (la perdita delle aree del suo territorio occupate dalla Russia, la marcia indietro sulla sua futura adesione alla Nato), ventilate da Trump senza sentire prima il parere di Kiev e degli alleati europei.
Su questo, Pinho, riportando la posizione della presidente von der Leyen, ha confermato che non può essere deciso niente riguardo all’Ucraina senza l’Ucraina. “Sappiamo – ha continuato – che qualsiasi pace giusta e durevole deve includere Kiev al tavolo (dei negoziati, ndr), perché la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Ue, e sia l’Ucraina che l’Ue vi appartengono”. Qualsiasi accordo, ha aggiunto, deve essere concluso “sulla base del rispetto della indipendenza, della sovranità e della integrità territoriale dell’Ucraina”.
La portavoce per gli Affari esteri e la Sicurezza della Commissione, Anitta Hipper, ha ricordato, da parte sua, che “nessuno desidera la pace più dell’Ucraina e del suo popolo. L’Ucraina ha già sopportato una sofferenza inimmaginabile ormai da quasi tre anni, e ha fatto l’impossibile. È sempre importante tenere a mente che la Russia è l’aggressore qui, e non può essere ricompensata per la sua violenza. E riguardo a qualsiasi discussione, qualsiasi accordo di pace, deve essere sostenibile. Un cattivo accordo porterà solo a più guerra, proprio come è già successo. E inoltre, come ha detto Kaja Kallas, l’Alta Rappresentante (per la Politica estera comune dell’Ue, ndr) l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina non devono essere sottoposte a condizioni. Quindi le nostre priorità ora devono essere dirette a rafforzare l’Ucraina”.
A una domanda che chiedeva se l’Ue abbia avuto dall’Amministrazione Usa o dell’Ucraina qualche garanzia di essere inclusa nel negoziato di pace, anche in considerazione del prossimo incontro con Putin in Arabia Saudita annunciato da Trump, Paula Pinho ha replicato: “Penso che sia importante sottolineare che questo è l’inizio di un progresso. La chiamata di ieri tra il presidente Trump e il presidente Putin segna l’inizio di un processo, come è stato il caso anche su altri argomenti. E di conseguenza ci saranno una serie di incontri”.
Un’altra domanda dei giornalisti ha poi riguardato il fatto che non ci sia stato ancora un primo contatto tra von der Leyen e Trump, da quando è entrata in funzione la nuova amministrazione Usa, neanche in occasione del colloquio con Putin. “No, l’Ue non è stata in contatto con il presidente Trump per quanto riguarda questa particolare chiamata telefonica”, ha ammesso Pinho. Ma, ha ricordato, “c’è stato un incontro molto recente tra la presidente von der Leyen e il vicepresidente Usa Vance” a Parigi, “e confidiamo che continueranno ad esserci tali discussioni su una serie di argomenti. Ma – ha ribadito – non c’è stato alcun coordinamento per quanto riguarda questa chiamata in particolare” di Trump con Putin.
Un giornalista ha chiesto se von der Leyen, che non si è ancora pronunciata direttamente sul colloquio Trump-Putin, stia aspettando di ricevere indicazioni da parte di qualche leader dei paesi Ue. “No – ha risposto Pinho -, la presidente non sta aspettando indicazioni. La presidente è in contatto regolare, ovviamente, anche con i leader dell’Ue, con i quali ha l’opportunità di discutere, coordinare e anche di convergere davvero, nella misura del possibile, su queste questioni cruciali”. La portavoce ha anche sottolineato che il suo ruolo è proprio quello di rappresentare le posizioni di von der Leyen.
Inoltre, alcuni Paesi dell’Unione (Francia, Germania, Polonia, e Spagna), insieme al Regno Unito, hanno firmato ieri sera una dichiarazione sull’Ucraina che è stata firmata anche dal Servizio di azione esterna dell’Ue, e che dunque esprime le posizioni europee. “Accogliamo con favore la ‘dichiarazione di Weimar’ presentata ieri da alcuni Stati membri dell’Ue e anche dal Regno Unito, dove eravamo anche rappresentati come Commissione europea e Servizio europeo per l’azione esterna dall’Alta Rappresentante Kaja Kallas”, ha detto la portavoce.
Infine, Paula Pinho ha risposto a una domanda sull’adesione dell’Ucraina alla Nato, che ora Trump sembra disposto a escludere, come condizione per la pace, cedendo alle richieste di Putin. “L’adesione dei paesi alla Nato è una discussione per i membri della Nato. Questa è la nostra reazione a questa affermazione”, ha concluso la portavoce. ‘
Intanto il presidente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato, rispondendo a una richiesta di commento del contatto diretto tra i presidenti russo e americano Vladimir Putin e Donald Trump, che l’Ucraina non accetterà alcun accordo raggiunto tra Mosca e Washington senza essere direttamente coinvolta nel negoziato. Il leader ucraino, riportano i media nazionali, ha anche sottolineato che l’Europa deve essere al tavolo dei negoziati quando la guerra finirà.
Zelensky ha poi confermato che con Trump non hanno discusso dell’adesione alla Nato o delle elezioni ucraine, ma ha riconosciuto che gli Stati Uniti non sono favorevoli all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza. Il fatto che il presidente americano abbia chiamato prima Putin non significa che cambino le priorità degli Stati Uniti, ha sostenuto, pur ammettendo che è stato “spiacevole”.
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