Pacchetto infrazioni di febbraio: decisioni principali

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Panoramica per settore

Con le decisioni sui casi di infrazione adottate periodicamente, la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell’UE. Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti delle politiche dell’UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a beneficio dei cittadini e delle imprese.

Le decisioni principali adottate dalla Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore. La Commissione procede inoltre all’archiviazione di 104 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.

Per maggiori informazioni sulla procedura di infrazione dell’UE si rinvia al testo integrale delle domande frequenti. Per ulteriori dettagli sulla cronologia di un caso è possibile consultare il registro delle decisioni sui procedimenti di infrazione.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

 Ambiente

(Per ulteriori informazioni: Maciej Berestecki – Tel. +32 2 296 64 83; Maëlys Dreux – Tel. +32 229 54673)

Lettere di costituzione in mora

La Commissione invita la FRANCIA e l’ITALIA a recepire correttamente la direttiva relativa alle discariche di rifiuti
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando lettere di costituzione in mora alla Francia (INFR(2024)2267) e all’Italia(INFR(2024)2268) per il non corretto recepimento della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE quale modificata dalla direttiva (UE) 2018/850). La direttiva relativa alle discariche di rifiuti stabilisce per le discariche requisiti volti a prevenire ripercussioni negative per la salute umana, l’acqua, il suolo e l’atmosfera. A norma di tale direttiva gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure per garantire che solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica. La direttiva sulle discariche fissa l’obiettivo di ridurre il collocamento in discarica dei rifiuti urbani al 10 % entro il 2035, vieta, a partire dal 2030, il collocamento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, e stabilisce regole per calcolare il conseguimento degli obiettivi di riduzione del collocamento in discarica. L’Italia, insieme ad altri Stati membri, non ha definito correttamente i) che i rifiuti sottoposti a incenerimento devono essere dichiarati come collocati in discarica; ii) il tipo di rifiuti che possono essere inviati a una discarica di rifiuti pericolosi; e iii) le specifiche per lo stoccaggio temporaneo di mercurio metallico. Inoltre, l’Italia non ha recepito correttamente alcune delle prescrizioni relative al monitoraggio del gas e al campionamento delle acque sotterranee nelle discariche. La Francia non ha recepito le norme sul calcolo del conseguimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani collocati in discarica. La Commissione procede pertanto all’invio di lettere di costituzione in mora alla Francia e all’Italia, che dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Energia e clima

(Per ulteriori informazioni: Anna-Kaisa Itkonen – Tel. +32 229 57501; Giulia Bedini – Tel. +32 2 295 86 61; Ana Crespo Parrondo – Tel. +32 2 298 13 25)

Pareri motivati

La Commissione sollecita BULGARIA, SPAGNA, FRANCIA, ITALIA, CIPRO, PAESI BASSI, SLOVACCHIA e SVEZIA a recepire le norme dell’UE sull’accelerazione delle procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile
Oggi la Commissione ha deciso di inviare pareri motivati a Bulgaria (INFR(2024)0211), Spagna (INFR(2024)0224), Francia (INFR(2024)0227), Italia (INFR(2024)0232), Cipro (INFR(2024)0213), Paesi Bassi (INFR(2024)0241), Slovacchia (INFR(2024)0252) e Svezia (INFR(2024)0249) per il mancato recepimento delle norme dell’UE per l’accelerazione delle procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile di cui alla direttiva (UE) 2023/2413. Tale direttiva modifica la direttiva sulle energie rinnovabili (direttiva (UE) 2018/2001) introducendo nuove norme per semplificare e abbreviare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile che per i progetti infrastrutturali necessari per integrare la capacità supplementare nel sistema elettrico, prevedendo chiari termini per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipi di progetti specifici. Inoltre la direttiva introduce la presunzione d’interesse pubblico prevalente dei progetti di energia rinnovabile, ivi compreso lo stoccaggio e la relativa infrastruttura di rete. Vi è inoltre l’obbligo per gli Stati membri di designare “zone di accelerazione per le energie rinnovabili” all’interno delle quali i progetti possono beneficiare di termini più brevi per le autorizzazioni, dati i ridotti impatti ambientali. Il termine per il recepimento di tali disposizioni nell’ordinamento nazionale era fissato al 1° luglio 2024. Nel settembre 2024 la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a 26 Stati membri per l’incompleto recepimento della direttiva nei rispettivi ordinamenti nazionali. Dopo aver esaminato le risposte degli otto Stati membri in questione, la Commissione ha deciso di inviare pareri motivati alla Spagna, all’Italia, a Cipro, alla Slovacchia e alla Svezia per la mancata comunicazione delle misure di recepimento e alla Bulgaria, alla Francia e ai Paesi Bassi in quanto non hanno fornito informazioni sufficientemente chiare e precise sul modo in cui le rispettive misure di recepimento recepiscono ciascuna delle disposizioni della direttiva. Gli otto Stati membri dispongono ora di due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire i casi alla Corte di giustizia dell’UE.  

Mobilità e trasporti

(Per ulteriori informazioni: Anna-Kaisa Itkonen – Tel. +32 2 295 75 01; Anna Wartberger – Tel. +32 2 298 20 54)

Lettere di costituzione in mora

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La Commissione invita l’ITALIA a garantire che i controlli sulla sicurezza stradale siano effettuati da controllori professionisti adeguatamente formati e titolari di un certificato di idoneità professionale
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2024)4012) per la mancata organizzazione di programmi di formazione e certificazione rivolti ai controllori della sicurezza stradale e per il mancato affidamento dei controlli stradali a controllori titolari di un certificato di idoneità professionale. La direttiva 2008/96/CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali stabilisce norme sulla formazione iniziale e di aggiornamento dei controllori, nonché sui certificati di idoneità di cui questi devono essere titolari. A decorrere dal 19 dicembre 2013 solo i controllori che sono titolari di un certificato di idoneità professionale possono legittimamente eseguire i controlli in materia di sicurezza stradale per i progetti di infrastruttura che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva, ossia autostrade e strade principali. Tali disposizioni garantiscono che l’infrastruttura stradale sia progettata tenendo in debito conto le esigenze in materia di sicurezza stradale di tutti gli utenti della strada e che non sia causa di rischi. Pur avendo recepito tali disposizioni nella propria legislazione nazionale, la Commissione ritiene che l’Italia non le abbia applicate in concreto.  La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Lavoro e diritti sociali

(Per ulteriori informazioni: Eva Hrncirova – Tel. +32 2 298 84 33; Anna Gray – Tel. +32 2 298 08 73)

Lettera di costituzione in mora

La Commissione sollecita l’ITALIA a porre fine alla discriminazione degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2024)2277) per il non completo allineamento della normativa nazionale alla direttiva sul lavoro a tempo determinato (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). Secondo la normativa italiana, i docenti a tempo determinato non hanno diritto a una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio, a differenza dei docenti a tempo indeterminato. La Commissione ritiene che tali condizioni di lavoro discriminatorie violino il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato e il diritto dell’UE. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.



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