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Martedì a tarda sera, la Commissione europea ha stralciato la bozza di una direttiva sulla “responsabilità” o “affidabilità” dell’Ia (“Ai liability”) dal programma definitivo di lavoro sul settore dell’intelligenza artificiale. Lo ha rivelato il sito specializzato Euractiv.
La decisione, giustificata ufficialmente da Bruxelles con l’intenzione di semplificare le norme e la constatazione che su questa specifica direttiva “non ci sarebbe stato accordo” tra i 27 , è però arrivata al termine della stessa giornata in cui il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, dal palco del vertice sull’Ia di Parigi, ha criticato esplicitamente l’approccio normativo dell’UE in materia di tecnologia, accusando Bruxells di imbrigliare gli investimenti e lo sviluppo industriale per via di una ossessione regolatoria.
Il summit parigino si è chiuso con l’annuncio di investimenti miliardari da parte dell’Ue e della Francia per competere nella corsa globale all’intelligenza artificiale. E da questo punto di vista, rinunciare a imporre una (ulteriore) quadro di norme etiche sul settore è un segnale rivolto ai grandi capitali degli investitori esteri, per dimostrare che anche l’Ue dà priorità agli investimenti e allo sviluppo. Oltre che un modo di dimostrare alla nuova amministrazione statunitense di Donald Trump la buona volontà europea a collaborare.
È un fatto, a ogni modo, che dopo l’adozione dell’Ai Act che definisce già i limiti dei rischi sociali di questa tecnologia d’avanguardia, tra i 27 Stati membri dell’Ue la direttiva sull’Ai liability stava perdendo centralità per i legislatori.
La Commissione ieri ha segnalato che d’ora in poi intende proporre “un altro tipo di approccio”. Uno basato sulla “semplificazione delle norme e sull’attuazione efficace” del programma di investimenti.
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