Il ministro Pichetto sulla Terra dei Fuochi: la sentenza della CEDU impone un’azione immediata di tutte le istituzioni coinvolte

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


L’Italia è stata condannata ad adottare, entro due anni dalla data in cui la sentenza diventerà definitiva, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione, in linea con le raccomandazioni delineate dalla stessa sentenza

“La nota e triste vicenda della Terra dei Fuochi ci permette, alla luce della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, di fotografare lo stato dell’arte in cui ci troviamo e di pianificare, tutti insieme, nello spirito di collaborazione istituzionale, le migliori azioni per addivenire il prima possibile ad una soluzione definitiva della questione. Ormai da una decina di anni sono state messe in campo una pluralità di azioni che hanno cercato di raggiungere gli obiettivi di risanamento ambientale e di tutela della salute dei cittadini. Queste azioni hanno visto il coinvolgimento sinergico di tutti i livelli istituzionali che, con grande senso di responsabilità, hanno cercato di portare sollievo ad una terra martoriata”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione in Commissione Ecomafie sul dossier Terra dei fuochi.

PICHETTO SULLA TERRA DEI FUOCHI: DARE ULTERIORE SLANCIO ALLE AZIONI DI RISANAMENTO

“Il contributo settoriale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – ha aggiunto Pichetto – è stato inquadrato nell’ambito di una strategia complessiva che comprende, oltre ai temi ambientali, temi sanitari, salubrità dei prodotti agricoli, sicurezza del territorio, prevenzione e repressione degli illeciti. La pluralità e la complessità degli interventi è ben riscontrabile da un esame veloce del Contratto istituzionale di sviluppo alla cui attuazione presiede il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud. Obiettivamente ciò che è stato fatto non è sufficiente, ed è evidente che occorre dare un ulteriore slancio alle azioni di risanamento con maggiore rapidità, come ci ricorda anche la sentenza della Corte europea”.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

IL DL 136/2013 CHE DISCIPLINA I TERRENI DESTINATI ALL’AGRICOLTURA

“Tra i motivi per cui la Corte ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 2 della Convenzione (diritto alla vita), vi è la mancata tempestività nell’adozione di misure risolutive prima dell’adozione del decreto-legge 136 del 2013, considerato come la prima risposta su scala nazionale al fenomeno dell’inquinamento del territorio della Terra dei fuochi. La Corte – ha aggiunto Pichetto – ha sottolineato che solo con questo strumento le autorità italiane hanno iniziato a parlare ‘per la prima volta’ di mappatura per rilevare della presenza di contaminanti esplicitamente legati allo scarico illegale, all’interramento e all’incenerimento di rifiuti, sia pur limitatamente ai terreni agricoli, nonostante le autorità fossero a conoscenza di tutti gli aspetti significativi del problema da quasi due decenni. Il D.L. 136/2013 ha disciplinato lo svolgimento delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni della Regione Campania destinati all’agricoltura, al fine di accertare l’eventuale esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti abusivi mediante combustione. Tale attività è propedeutica alla successiva indicazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, o solo a particolari produzioni agroalimentari.

Per lo svolgimento di predette attività è stato costituito, con direttiva interministeriale del 23 dicembre 2013, presso il Ministero delle Politiche agricole un apposito gruppo di lavoro, coordinato dal Comandante pro-tempore del CUFA, e composto da rappresentanti della Regione Campania e di ISPRA, AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), CREA (Consiglio per la Ricerca e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) ed  ISS. Il gruppo di lavoro ha svolto indagini dirette sui siti della Regione Campania ricadenti nelle classi di rischio da 5 (rischio molto alto) a 2 (rischio medio)”.

“Il Decreto Interministeriale del 12 febbraio 2015, recependo le risultanze delle summenzionate indagini dirette, ha individuato i terreni della regione Campania, ricadenti nelle classi di rischio 5 e 4, che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare ma esclusivamente a colture diverse in considerazione delle capacità fitodepurative, ovvero i terreni da destinare solo a determinate produzioni agroalimentari. Il gruppo di lavoro ha proseguito la propria attività di classificazione dei terreni ai fini dell’uso agricolo relativamente all’Area Vasta Bortolotto-Sogeri (dm 1° giugno 2021, n. 238) e all’Area vasta – Lo Uttaro – Primo stralcio, per un’area di 48 ettari – con il dm 8 giugno 2021, n. 239.

In relazione a quest’ultima area, il decreto raggruppa i terreni secondo l’idoneità alla produzione agroalimentare: o a determinate produzioni agroalimentari a certe condizioni, o alla produzione non agroalimentare, o sulla base del divieto di produzioni agroalimentari e silvo pastorali. Inoltre, con una successiva comunicazione di marzo 2024, il gruppo di lavoro ha trasmesso un’ulteriore proposta di classificazione per l’Area Vasta “Lo Uttaro” – secondo stralcio, per una superficie di circa 71 ettari, e una proposta per i terreni ricadenti nella cosiddetta Area Vasta “Maruzzella” – primo stralcio, per una superficie di circa 143 ettari. Queste proposte – ha concluso il ministro – sono state recepite in due decreti firmati dal sottoscritto lo scorso 11 febbraio e di prossima pubblicazione, dopo la firma degli altri ministri concertanti”.

LA QUESTIONE DELL’AREA VASTA DI GIUGLIANO

“In relazione alle operazioni di bonifica, occorre rammentare che l’area della Terra dei Fuochi non è identificata quale Sito di Interesse Nazionale (SIN) e che, pertanto, la competenza per la procedura di bonifica non è attribuita al Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica, ma alla Regione Campania. A normativa vigente – ha spiegato Pichetto – solo l’art. 53 del decreto-legge n.76 del 2020, n. 76 ha individuato ‘quale sito di interesse nazionale l’area interessata dalla presenza di discariche ed impianti di trattamento dei rifiuti, compresa nel sito dell’Area vasta di Giugliano (Napoli)’, precisando che «con successivo decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare debba provvedersi alla perimetrazione della predetta area’. Si precisa che, ad oggi, il procedimento di perimetrazione del SIN, come disciplinato dal Testo Unico Ambientale, è ancora in corso.

Tale procedimento consiste sostanzialmente nell’esame da parte del Ministero, avvalendosi dell’Istituto superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale, della proposta di tecnica di perimetrazione proveniente dalla Regione interessata. La proposta viene discussa in sede di conferenza di servizi, le cui determinazioni sono approvate con decreto direttoriale cui fa seguito l’adozione di un decreto a firma del Ministro. Dopo una prima proposta di perimetrazione, sulla quale la competente Divisione ha svolto l’istruttoria, è emersa la necessità da parte della Regione Campania di rivedere tale perimetrazione.

Con nota del dicembre 2022, la Regione Campania ha comunicato di aver istituito un apposito Gruppo di Lavoro al fine di definire una nuova proposta di perimetrazione del SIN, debitamente motiva e supportata da idonea documentazione. La nuova proposta, trasmessa nel luglio 2023, è stata oggetto di valutazione e plurime richieste di integrazioni da parte della direzione competente del Ministero, da ultimo pervenute al Ministero solo a fine gennaio scorso.

A tal proposito – ha concluso Pichetto -, l’impegno del Ministero è quello di addivenire rapidamente ad una positiva conclusione della perimetrazione del SIN dell’area vasta di Giugliano, al fine di dare un segnale immediato al territorio e anche alle richieste della stessa Corte europea. In merito ai finanziamenti relativi alle attività di bonifica, le strutture competenti del Ministero hanno gestito le procedure di trasferimento alla Regione Campania delle risorse residue presenti nella contabilità speciale del commissario delegato, dott. De Biase, incaricato nel 2010 di provvedere alla realizzazione degli interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica delle aree di Giugliano e dei Laghetti di Castelvolturno, dopo l’approvazione di uno specifico piano di interventi proposto dalla stessa regione avvenuta nel 2021.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

L’ACCORDO DI PROGRAMMA PER LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI

“In data 1° marzo 2022 è stato sottoscritto tra il MASE e la Regione Campania l’Accordo di Programma per la realizzazione del piano degli interventi relativo alle aree summenzionate, con un ammontare di risorse pari a oltre 19 milioni di euro. Altri interventi ricadenti nell’area della Terra dei Fuochi – ha aggiunto Pichetto – sono ricompresi nell’ambito dell’Accordo di Programma Strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania, in attuazione di quanto disposto dal decreto-legge 90 del 2008, che ha previsto un piano di interventi prioritari di compensazione ambientale e bonifica da realizzare nei comuni campani interessati dalla gestione dell’emergenza rifiuti.

Gli interventi sono stati realizzati mediante appositi atti convenzionali con SOGESID, che, in qualità di società in house delle amministrazioni pubbliche centrali è stata coinvolta nelle attività di monitoraggio e studio; redazione e attuazione di piani di caratterizzazione; progettazione ed esecuzione di interventi di bonifica; progettazione ed esecuzione di interventi di messa in sicurezza di discariche.

Dei predetti interventi, secondo i dati forniti da SOGESID, sono completati e collaudati i lavori di messa in sicurezza della discarica ex RESIT e della discarica Schiavi del sistema Ampliamento Masseria del Pozzo e Schiavi nel Comune di Giugliano. È stato completato il progetto relativo ai lavori per la messa in sicurezza della discarica Ampliamento Masseria del Pozzo nel medesimo comune e trasmesso alla Regione Campania. È invece al 40% lo stato di avanzamento delle attività relative alla messa in sicurezza della discarica Novambiente. Il completamento dei lavori per la regimentazione delle acque meteoriche, delle opere di ingegneria ambientale e di mitigazione dell’impatto ambientale è previsto per dicembre 2025”.

PER LA TERRA DEI FUOCHI “UTILIZZARE AL MEGLIO LE RISORSE A DISPOSIZIONE”

“È in fase di verifica il progetto esecutivo per la messa in sicurezza permanente della discarica Lo Uttaro nel comune di Caserta, così come è in fase di verifica il progetto definitivo redatto per la Bonifica e messa in sicurezza della discarica abusiva in località Campitelli, nel comune di Terzigno. Per entrambi i progetti il termine dei lavori è previsto nel 2027. Tempistiche più brevi – ha aggiunto Pichetto – sono invece previste per i lavori di messa in sicurezza d’emergenza della discarica Sogeri in località Bortolotto, nel comune di Castelvolturno, che sono al 95% del relativo completamento (previsto per giugno 2025) e per le attività relative alla messa in sicurezza delle discariche consortili Parco Saurino 1 e 2 nel comune di Santa Maria la Fossa (CE) (90% realizzati, fine lavori settembre 2025).

Infine, occorre rammentare che nel giugno del 2023 la Giunta Regionale della Campania ha comunicato che, a seguito dell’attuazione di alcuni interventi previsti nell’Accordo di programma, sono risultate delle economie; pertanto, ha chiesto al Ministero di poter utilizzare le somme avanzate per programmare l’intervento aggiuntivo relativo al monitoraggio delle acque di falda dell’Area vasta di Giugliano in Campania. Sono in corso le attività istruttorie preliminari all’aggiornamento dell’accordo di programma e, anche su questo aspetto, spero che si proceda speditamente per definire quanto prima ogni ulteriore dettaglio che serva a utilizzare al meglio le risorse a disposizione.

Inoltre, il Ministero dell’Ambiente in questi anni ha portato avanti ulteriori iniziative nell’ambito di accordi o protocolli di intesa riguardanti la Terra dei Fuochi. Nell’ambito, ad esempio, del Protocollo d’Intesa recante “Piano d’azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti”, sottoscritto in data 19 novembre 2018, si è giunti ad un accordo di programma con la Regione Campania finalizzato all’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria, tra cui il potenziamento della rete di monitoraggio della qualità dell’aria, con lo scopo di verificare in tempo reale gli episodi di roghi di rifiuti mediante strumenti innovativi, quali droni, nonché migliorare la conoscenza sulle fonti delle polveri sottili.

È stato altresì messo in atto – ha concluso il ministro – un programma di iniziative e campagne periodiche di informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione al fine di illustrare ai cittadini:

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

  1. i comportamenti utili a prevenire il fenomeno dei roghi;
  2. quali iniziative intraprendere nel caso di avvistamento di incendi, in particolare derivanti dalla combustione di rifiuti;
  3. le competenze delle varie Amministrazioni al fine di prevenire, controllare, monitorare, tutelare l’ambiente e la salute a seguito di roghi di rifiuti”.

“LE ATTIVITÀ SVOLTE FINORA NON HANNO EVITATO UN GIUDIZIO NEGATIVO DELLA CEDU”

“Con l’Accordo di Programma Caivano e Giugliano 2020 sono state invece stanziate risorse ad hoc per i due comuni per avviare attività mirate alla prevenzione del rischio incendi; al potenziamento straordinario delle attività di raccolta, riciclo e recupero dei rifiuti; al rafforzamento del controllo del territorio; e delle iniziative di informazione e cittadinanza attiva. Un’altra attività degna di nota per la sensibilizzazione del territorio – ha spiegato Pichetto – è quella relativa alla stipula dell’accordo, avvenuta nel 2021, per la creazione di un Osservatorio ambientale della terra dei fuochi presso l’area del Real Sito di Carditello volto alla sperimentazione e valorizzazione di buone prassi per l’economia circolare, la transizione ecologica e gli investimenti verdi. Infine, nell’ambito del ‘Protocollo d’intesa per l’attuazione di interventi di prelievo e gestione di pneumatici fuori uso abbandonati nel territorio delle Province di Napoli e Caserta’, sono stati previsti interventi straordinari di raccolta degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) abbandonati sul suolo pubblico nel territorio delle Province di Napoli e Caserta.

I fondi del Protocollo finanziano anche interventi di riqualificazione nei comuni ad esso aderenti, consentendo la realizzazione di opere di pubblica utilità realizzate con gomma riciclata ottenuta dal trattamento degli PFU raccolti, come piste ciclabili e campi sportivi. Esempi concreti sono il campo da calcio con gomma riciclata dello Stadio di Scampia o quelli del Rione Vanvitelli di Caserta, dove ragazzi e bambini possono effettuare sport riconoscendo i benefici e il valore della legalità. L’attuazione del Protocollo ha permesso ad oggi la raccolta e la gestione di circa 23 mila tonnellate di PFU abbandonati.

Il quadro delle attività appena descritte e le altre poste in essere dalle autorità locali e nazionali non hanno evitato un giudizio negativo arrivato con la Sentenza CEDU dello scorso 30 gennaio. Secondo la Corte europea, la mancanza di organicità nell’azione delle autorità preposte, la lentezza e la parzialità di alcuni interventi sono elementi che lasciano supporre che le autorità italiane non abbiano agito con la diligenza richiesta dalla gravità della situazione e non abbiano dimostrato di aver fatto tutto ciò che poteva essere richiesto per proteggere le vite dei ricorrenti.

L’Italia – ha concluso Pichetto – è stata condannata ad adottare, senza indugio e comunque entro due anni dalla data in cui la sentenza diventerà definitiva, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione, in linea con le raccomandazioni delineate dalla stessa sentenza, ossia:

  1. a) l’adozione di una strategia globale che unisca le misure esistenti e quelle prospettate
  2. b) l’adozione di un meccanismo di monitoraggio indipendente
  3. c) la creazione di una Piattaforma di informazione pubblica.

TERRA DEI FUOCHI: LA SENTENZA DELLA CEDU IMPONE UN’AZIONE IMMEDIATATA

“I rilievi mossi dalla sentenza, rispetto alla quale è comunque in corso una valutazione con l’Avvocatura dello Stato circa la proponibilità di un ricorso alla ‘Grande Camera’, e la tempistica prospettata, impongono dunque un’azione immediata da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Le azioni che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica porrà nei prossimi mesi saranno improntate ad uno spiccato spirito di collaborazione istituzionale, fermo restando le specifiche competenze di ciascun attore istituzionale. I miei uffici – ha concluso il ministro – sono attenzionati affinché sia garantito lo svolgimento delle funzioni trasferite dall’anno 2018 sul coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale anche al fine di individuare ulteriori azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell’illecito ambientale nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania”.



Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link