Il ragazzo, arrestato dalla Digos di Bolzano, è accusato di appartenere al gruppo«764» che prende il nome dal codice postale parziale della cittadina natale del suo fondatore, in Texas
Era pronto a passare all’azione, in occasione della «Settimana del terrore». Al gruppo al quale apparteneva, «764» (dal codice postale parziale della cittadina natale del suo fondatore, in Texas), e con il quale era in contatto attraverso vari canali Telegram, aveva già dimostrato la propria «lealtà» riproducendo scritte e simboli nei pressi di alcuni impianti sportivi dell’Alto Adige. Non aveva ancora individuato con precisione quale, ma uno di essi sarebbe dovuto diventare lo sfondo per un atto terroristico: l’omicidio di una persona (da scegliere all’interno di un gruppo vulnerabile, con ogni probabilità un senzatetto), da riprendere in un video da pubblicare poi su un sito russo del dark web. Ma gli agenti della Sezione antiterrorismo della Digos di Bolzano gliel’hanno impedito: ieri, 12 febbraio, all’alba, l’hanno arrestato. Si tratta di un quindicenne (cittadino tedesco, pare).
L’irruzione
Il blitz è scattato alle prime luci del mattino di ieri. Poco prima dell’irruzione degli agenti, ha fatto in tempo a mandare un ultimo messaggio nella chat di gruppo: «I have the fed on the door» («ho la polizia alla porta»). Il minorenne (del quale non sono state fornite generalità, né informazioni sul luogo di residenza) è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale per i minorenni di Bolzano, su richiesta della Procura, e scortato presso l’istituto di custodia minorile di Treviso. È accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione e utilizzo di ordigni esplosivi, porto abusivo d’armi, danneggiamento aggravato, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Il piano
Gli agenti della Digos lo tenevano d’occhio da mesi. Il minorenne è un «militante», attivo su vari canali Telegram satanisti e neonazisti suprematisti, i cui membri stavano pianificando una serie di azioni terroristiche. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, il quindicenne altoatesino avrebbe «contribuito attivamente alla realizzazione del piano», che prevedeva l’uccisione di una persona fragile, da riprendere in un video. Dopo aver acquisito conoscenze specifiche in materia di esplosivi attraverso ricerche online, ed essersi auto-ripreso con il cellulare mentre sperimentava un ordigno rudimentale, si era dichiarato pronto a passare all’azione. Ma è stato bloccato dagli agenti.
L’organizzazione
Negli ultimi tempi, le attività del gruppo avevano subito un rallentamento, perché uno dei principali membri dell’organizzazione, l’inglese Cameron Finnigan, era stato condannato a sei anni di carcere per istigazione al suicidio, possesso di materiale di propaganda terroristica e immagini pedopornografiche. Diciannove anni, di Horsham, cittadina del West Sussex, Finnigan (conosciuto sui canali Telegram con il nome in codice di «Acid») era stato arrestato a marzo dello scorso anno. Tra i vari episodi che gli sono stati contestati, il tentativo di uccidere un uomo che aveva trovato rifugio in un centro per senzatetto vicino a casa sua. La sua camera era piena zeppa di svastiche e pentacoli. Ma la «mente» che ha portato alla nascita del gruppo «764», nel 2020, è quella di Bradley Cadenhead, all’epoca quindicenne. Residente in Texas, arrestato nel 2021, è stato condannato a 80 anni di carcere per aver girato un video in cui alcuni bambini venivano picchiati e abusati sessualmente.
E da una prima analisi dei dati salvati sullo smartphone del quindicenne altoatesino, è emerso materiale analogo. Immagini e video di aggressioni, omicidi e sparatorie scolastiche, inclusi contenuti pedopornografici, oltre che filmati delle frange più radicali dell’Islam, quali video sullo Stato Islamico, attentati, decapitazioni, sparatorie nelle scuole e sostanze esplosive auto-prodotte. Materiale frutto di ricerche che faceva tramite motori di ricerca con l’intelligenza artificiale, che interrogava anche per avere informazioni sullo stato emotivo dei terroristi durante l’esecuzione di atti cruenti, oltre che sulla percezione del doloro da parte degli attentatori suicidi durante il «martirio». Sul web si muoveva agilmente, e ha dimostrato di possedere anche conoscenze nel campo delle criptovalute, dal momento che è risultato essere possessore di un portafoglio di bitcoin. Oltre al cellulare, al ragazzino sono stati sequestrati due computer e un’ascia.
Il questore di Bolzano, Paolo Sartori, parla di una «situazione assai delicata e complessa. Inquietante da qualunque punto di vista la si voglia analizzare, sia per la giovanissima età dell’arrestato, sia per i contesti eversivi e terroristici internazionali nei quali si è fatto coinvolgere, sia, soprattutto, per i concreti progetti di attentati terroristici e omicidi che si era proposto concretamente di attuare». Restano ancora da chiarire diversi elementi, sui quali proseguono le indagini della Digos. A partire da quale fosse e quanto fosse estesa la rete di contatti del quindicenne.
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