Algoritmo del proprietario e SNARF: l’idea di BuzzFeed

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BuzzFeed lancia l’idea di una nuova piattaforma social contro i modelli dominati dall’algoritmo del proprietario e dalla logica SNARF. Ma davvero è possibile una via alternativa che utilizzi la IA per alimentare creatività e connessioni autentiche?

Negli ultimi anni, il mondo dei social media è cambiato profondamente. Se inizialmente piattaforme come Facebook e Twitter nascevano per connettere le persone, oggi l’esperienza dell’utente è dominata da sistemi algoritmici che decidono cosa vedere e quanto tempo rimanere sulle piattaforme.

Il cuore di questa trasformazione è l’intelligenza artificiale, che governa i feed personalizzando i contenuti, ma spesso con l’obiettivo primario di trattenere l’utente il più a lungo possibile. Questo processo, apparentemente neutrale, nasconde in realtà una dinamica più complessa che ho definito “algoritmo del proprietario”.

Algoritmo del proprietario e SNARF la via di BuzzFeed per i social media

Cosa si intende per Algoritmo del Proprietario

L’algoritmo del proprietario non lavora più per mostrare all’utente ciò che davvero gli interessa. Adesso è impostato per favorire i contenuti che meglio rispondono agli obiettivi strategici della piattaforma e, quindi, dei suoi proprietari.

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Che si tratti di trattenere il pubblico sulla piattaforma, di penalizzare i link esterni o di spingere temi più polarizzanti, l’utente non è più al centro delle decisioni.

La proposta dei contenuti da seguire è nelle mani dei gestori della piattaforma, e l’algoritmo diventa lo strumento attraverso cui orientare e condizionare il comportamento delle persone.

Cos’è SNARF

A questo si aggiunge un ulteriore livello di sofisticazione, emerso recentemente e sintetizzato dal CEO di BuzzFeed, Jonah Peretti, con il termine SNARF.

L’acronimo, poco conosciuto in Italia, sta per:

  • Stakes (posta in gioco)
  • Novelty (novità)
  • Anger (rabbia)
  • Retention (trattenimento)
  • Fear (paura).

È la formula perfetta per creare dipendenza: contenuti che stimolano reazioni forti, senso di urgenza, indignazione, paura, e che spingono l’utente a restare il più a lungo possibile.

Cosa si intende per SNARF
SNARF

Un sistema che alimenta il cosiddetto doomscrolling, quella pratica ormai quotidiana di scorrere senza sosta il feed in cerca di nuovi stimoli e cose interessanti.


Cosa si intende per doomscrolling

Nel contesto delle piattaforme social dominate dagli algoritmi, è emerso un comportamento sempre più diffuso e riconosciuto: il doomscrolling. Il termine, nato dall’unione delle parole doom (rovina, catastrofe) e scrolling (scorrere), indica l’abitudine compulsiva di scorrere senza sosta il feed dei social media, consumando notizie e contenuti negativi o carichi di tensione emotiva.

È una spirale in cui l’utente viene risucchiato, continuando a cercare nuovi aggiornamenti, spesso legati a crisi, conflitti, emergenze o polemiche. Questa pratica non è casuale: gli algoritmi delle piattaforme favoriscono proprio i contenuti che suscitano emozioni forti, come rabbia, paura e indignazione, perché sono quelli che generano maggiore coinvolgimento.

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Come risultato porta senso di ansia e stress crescente per l’utente, ma anche più tempo speso sulla piattaforma, esattamente ciò che l’algoritmo del proprietario si propone di ottenere.


Proprio da questa riflessione, e come reazione a questo modello, nasce l’iniziativa di BuzzFeed.

Il digital media storico, che ha già rivoluzionato in passato il giornalismo digitale, sta ora lavorando a una nuova piattaforma social basata sull’intelligenza artificiale, ma con un approccio diverso rispetto ai modelli dominanti.

L’idea di BuzzFeed, nelle parole del CEO Jonah Peretti, è di creare una piattaforma che metta al centro la creatività e le connessioni umane, anziché favorire l’addiction da contenuti ottimizzati per l’engagement.

Una piattaforma che utilizza l’IA non per sostituire le persone o per spingerle a restare online, ma per dare strumenti nuovi alla creatività degli utenti.

Credo che questa proposta si collochi nello scenario come una possibile “terza via” rispetto agli attuali sviluppi del panorama social.

Infatti, oggi, vediamo da una parte le piattaforme storiche, come Meta, che affinano sempre più i loro algoritmi e provato ad introdurre personaggi generati dall’IA per popolare i feed e creare interazioni automatizzate. Sempre ai fini di generare maggiore tempo di utilizzo.

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Dall’altra, esperimenti estremi come SocialAI, una piattaforma dove non ci sono esseri umani, ma solo bot di intelligenza artificiale che interagiscono tra loro.

L’idea di BuzzFeed sembra voler andare in una direzione diversa: non l’algoritmo del proprietario che decide cosa è meglio per te, non una piattaforma popolata da bot che simulano l’umano, ma un social che sfrutta l’IA come strumento per facilitare l’espressione, la narrazione interattiva, la sperimentazione di nuovi formati e la costruzione di connessioni autentiche tra persone.

Da qui ci si può preregistrare alla nuova piattaforma.

La domanda da porsi al momento è: questa visione riuscirà a concretizzarsi? Oppure anche questa piattaforma finirà per cedere alla logica della retention e dell’engagement esasperato? In fondo, il mercato dei social media oggi si regge proprio su quei modelli che hanno fatto la fortuna dei grandi colossi.

Ci troviamo di fronte a una svolta importante: se l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per rafforzare l’autonomia e la creatività delle persone, oppure se continuerà a essere lo strumento per consolidare il potere delle piattaforme sui comportamenti degli utenti.

Il futuro dei social media si gioca anche qui. Tra l’algoritmo del proprietario e la possibilità di restituire alle persone il controllo sulle proprie esperienze digitali.

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Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.



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