ALBANIA: Arrestato il sindaco di Tirana per corruzione e riciclaggio

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Il sindaco della capitale albanese, Erion Veliaj, figura chiave del Partito socialista al governo, è stato arrestato lunedì con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro.

La Procura speciale anticorruzione e anti criminalità organizzata (SPAK) ha emesso lunedì 10 febbraio un mandato di arresto nei confronti del sindaco di Tirana Erion Veliaj, accusato di riciclaggio di denaro e sospettato di aver intascato tangenti.

Il 45enne, sindaco della capitale albanese dal 2015, fa parte del consiglio direttivo del Partito Socialista attualmente al governo ed è molto vicino al primo ministro Edi Rama, al potere dal 2013. Nei guai anche la moglie, Arjola Xoxa, ai domiciliari per corruzione, riciclaggio di denaro e falsa attestazione del reddito. Secondo SPAK Veliaj e sua moglie avrebbero messo a punto un piano per beneficiare di denaro pubblico attraverso attività illecite.

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I due coniugi non sono gli unici finiti nel mirino degli inquirenti: altri cinque businessmen sono indagati per corruzione, mentre un parlamentare è sotto indagine per intralcio alla giustizia. SPAK ha inoltre dichiarato che Veliaj ha approvato la distribuzione di fondi pubblici e permessi di costruzione a diverse entità commerciali a lui collegate, fondi poi finiti in diverse organizzazioni non profit, società a responsabilità limitata e persone fisiche controllate de jure e de facto dalla moglie del sindaco e da individui a lei vicini, creando una “rete di transazioni sospette“. Per il momento il sindaco ha dichiarato di essere totalmente estraneo alla parola “corruzione”, affermando anche di sentirsi perseguitato dalle indagini della SPAK. Quello di Veliaj è solo l’ultimo degli arresti eccellenti collezionati dall’ente anti-corruzione, dopo quelli dei due leader principali dell’opposizione, l’ex premier e leader del Partito Democratico Sali Berisha e l’ex presidente Ilir Meta.   

Una famiglia sotto indagine

Una recente indagine dello SPAK ha fatto emergere molte zone d’ombra su presunti privilegi concessi alla famiglia Veliaj. Anche la fortuna della famiglia della moglie Ajola è sotto la lente d’ingrandimento: se le dichiarazioni patrimoniali di Veliaj rivelano un profilo modesto direttamente connesso allo stipendio moderato del sindaco, la situazione finanziaria di sua moglie sembra invece molto più fiorente; la donna vanta infatti il possesso di diversi immobili – tra cui un appartamento acquistato per 88.000 euro e un altro per 105.000 euro – oltre a un deposito bancario di 617.000 euro. Nel 2023 il suo conto in banca è aumentato di 97.000 euro, grazie anche a progetti finanziati dal Comune di Tirana e dal Ministero della Cultura.

Il fratello di Erion Veliaj, Arbër, ha acquisito il 10% di una società di pubbliche relazioni, la Gogël, per soli 1.000 euro, quando nel 2011 la società ha generato un fatturato di 100.000 euro, con un utile compreso tra 20.000 e 30.000 euro. Dopo che Arbër Veliaj è diventato azionista al 100% di Gogël, l’azienda ha registrato una rapida crescita, con un fatturato di oltre 30 milioni di euro negli ultimi dieci anni. SPAK dovrà indagare sulla possibile esistenza di conflitti di interesse con i clienti di Gogël che hanno beneficiato di fondi pubblici.

Tirana capitale della cultura 2025

Nel 2025 Tirana sarà una delle due capitali mediterranee della cultura e del dialogo insieme ad Alessandria d’Egitto. Un riconoscimento importante giunto dopo un’attenta valutazione su diversi fronti, tra cui la promozione del dialogo interculturale, della tolleranza e del rispetto. L’arresto del suo sindaco è uno sfregio enorme alla città che si appresta a questo palco prestigioso.

E forse questo arresto è uno sfregio anche alla vetrina che il premier Rama sta allestendo da tempo per sfoggiare un lato preciso del paese che guida: dall’apertura finanziaria ai capitali internazionali (italiani in primis), all’insostenibile insensatezza dell’accordo con l’Italia per i migranti, passando per gli sforzi della classe politica al potere di mantenere il paese delle aquile in una posizione di rilievo nell’area balcanica, giocando su diversi fattore-chiave come espansione urbanistica e turismo (già in crisi?). Emblematico anche il caso della demolizione del  teatro nazionale di Tirana nel 2020, dopo un braccio di ferro durato oltre due anni, con governo e autorità comunali da una parte (il sindaco Veliaj appoggiò fortemente il progetto di modernizzazione voluto da Rama), e società civile, intellettuali e forze di opposizione dall’altra. La demolizione, eseguita per far posto ad un complesso super-moderno, scatenò forti proteste da parte dei cittadini, intenzionati a difendere il teatro e gli edifici limitrofi, considerati il cuore della capitale albanese e uno dei centri culturali più importanti del paese. 

Va detto che Rama è già da tempo corso ai ripari: la caduta di Veliaj è il risultato di una serie di decisioni politiche azzardate e di rapporti sempre più tesi tra il sindaco della capitale e lo stesso Rama: se Veliaj ha da sempre coltivato una lealtà incrollabile nei confronti di Rama confidando in successo fulmineo e protezione politica, il premier albanese si è progressivamente allontanato da Veliaj dichiarandosi prima scontento, poi irritato per un comportamento “non più all’altezza delle aspettative”.

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Un arresto rincorso da mesi

Il declino di Veliaj, culminato col suo recente arresto, era nell’aria da mesi: il sindaco non è infatti nuovo ad accuse di questo genere, dal momento che era già stato al centro di uno scandalo simile nella primavera dell’anno scorso, quando fu coinvolto in una questione di appalti truccati, società fantasma e tangenti agli addetti ai lavori. Da quell’episodio l’opposizione organizza manifestazioni settimanali di fronte al municipio di Tirana per chiedere l’incriminazione di Veliaj.

Il fatto che gli enti coinvolti mesi fa nello scandalo non siano menzionati nelle attuali indagini lascia presagire forti dubbi sull’imparzialità della giustizia, suggerendo che Veliaj potrebbe sì pagare per le azioni commesse, ma non per il suo ruolo in un sistema di corruzione generalizzato – o per meglio dire, endemico. 

Oltre allo scandalo in sé, il sindaco fu fortemente criticato per come gestì l’affaire nei confronti dei media albanesi, specialmente quando definì una giornalista del BIRN, Ola Xama, una “killer su commissione” per via di un’indagine da lei condotta. Indagine in cui la giornalista reputava improbabile che Veliaj non fosse a conoscenza delle manovre losche all’interno delle stanze del potere di Tirana, concludendo che le alternative possibili erano due: o i guadagni illegali avevano (hanno?) la benedizione di Veliaj, oppure l’istituzione da lui guidata ha fallito. Nella peggiore delle ipotesi Veliaj sarebbe complice, nella migliore, invece, incapace di fare il suo lavoro. Oggi come allora.

Foto: albeu.com

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