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Gucci continua a vivere un periodo di difficoltà, con le vendite che nel quarto trimestre del 2024 hanno registrato un calo del 24%, un risultato peggiore rispetto alle previsioni degli analisti che stimavano una contrazione del 19%. La casa di moda italiana, che rappresenta quasi la metà del fatturato del gruppo Kering e circa due terzi dell’utile operativo ricorrente, sta faticando a riconquistare i consumatori dopo l’introduzione di un’estetica più sobria e minimalista sotto la direzione creativa di Sabato De Sarno.

Gucci in crisi: vendite in calo del 24%, Kering cerca il rilancio con un nuovo direttore creativo

Il gruppo francese ha chiuso gli ultimi tre mesi dell’anno con ricavi pari a 4,39 miliardi di euro, segnando un calo del 12% su base comparabile, in linea con le aspettative del consenso Visible Alpha citato da UBS. La flessione delle vendite riflette il rallentamento della domanda globale di beni di lusso, influenzata dalla crisi immobiliare in Cina e dal cambiamento delle abitudini di consumo nei mercati chiave.

Un cambio di direzione per il rilancio

Dopo soli due anni alla guida della direzione creativa, Sabato De Sarno è stato sollevato dall’incarico, segno di una strategia di riposizionamento voluta dal management di Kering. Il design minimalista promosso da De Sarno non è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico, soprattutto in un momento in cui le tendenze del lusso sono sempre più polarizzate tra il desiderio di esclusività e l’esigenza di riconoscibilità immediata.

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François-Henri Pinault, CEO di Kering, ha cercato di rassicurare il mercato dichiarando: “Abbiamo raggiunto un punto di stabilizzazione, dal quale riprenderemo gradualmente a crescere.” Tuttavia, la sfida rimane complessa: Gucci, un tempo leader indiscusso del settore, deve ora ritrovare un’identità capace di rispondere alle mutate dinamiche globali.

Gucci nel mondo: tra difficoltà e segnali di ripresa

Il brand, che storicamente ha avuto un forte appeal in Asia, Europa e Stati Uniti, si trova ora a fronteggiare difficoltà in tutti i suoi mercati chiave.Cina: tradizionalmente uno dei mercati più importanti per Gucci, sta vivendo una fase di contrazione dei consumi dovuta alla crisi del settore immobiliare e alla riduzione della spesa dei consumatori. Tuttavia, negli ultimi mesi si è registrato un miglioramento sequenziale delle vendite di 6 punti percentuali, un segnale positivo per il brand.

Stati Uniti: il rallentamento del settore del lusso ha colpito anche il mercato americano, con una riduzione della spesa da parte delle fasce di clientela più giovani e una maggiore selettività negli acquisti.

Gucci ha risentito di questa tendenza, ma il brand ha ancora un forte posizionamento tra le celebrità e le nuove generazioni grazie a collaborazioni mirate e un’eredità consolidata.

Europa: il marchio continua a essere uno status symbol, ma ha visto una crescita della concorrenza da parte di brand come Louis Vuitton e Dior, che hanno saputo innovare con maggiore incisività negli ultimi anni. Il calo del turismo internazionale ha inoltre inciso negativamente sulle vendite nei principali hub dello shopping di lusso come Parigi, Milano e Londra.Medio Oriente e Sud-Est Asiatico: regioni in cui il lusso sta ancora registrando una crescita, ma dove Gucci fatica a mantenere la sua posizione di leader rispetto ai concorrenti. La clientela locale predilige prodotti ad alto valore artigianale e altamente distintivi, un aspetto su cui il brand potrebbe puntare maggiormente per riconquistare terreno.

Le strategie future di Kering per Gucci

Con la ricerca di un nuovo direttore creativo in corso, Gucci si trova in una fase di transizione delicata. Tra le strategie che Kering potrebbe adottare per il rilancio del marchio, si ipotizzano:

Un ritorno a un’estetica più audace: dopo la parentesi minimalista, alcuni analisti suggeriscono che il brand potrebbe tornare a un’estetica più riconoscibile e distintiva, come quella che aveva caratterizzato l’era di Alessandro Michele, con un forte impatto visivo e narrativo.

Maggiore focus sull’innovazione digitale e sul metaverso: Gucci è stato tra i primi marchi del lusso a sperimentare con la moda digitale e il Web3. Un rafforzamento in questo settore potrebbe aiutare a coinvolgere le nuove generazioni di consumatori.

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Espansione nelle categorie chiave: mentre la moda resta il cuore del brand, Gucci potrebbe puntare su accessori, fragranze e prodotti di alta gioielleria per diversificare le entrate e attrarre nuovi segmenti di clientela.

Un rinnovato investimento nelle esperienze fisiche: i flagship store e i pop-up store esperienziali potrebbero diventare una leva fondamentale per rafforzare il legame emotivo tra il brand e i clienti.

Uno sguardo al futuro

Il 2025 si apre con molte sfide per Gucci, che dovrà ridefinire il proprio posizionamento in un mercato sempre più competitivo e in evoluzione. La scelta del nuovo direttore creativo sarà determinante per il futuro del brand e per la sua capacità di tornare a essere un punto di riferimento nel mondo del lusso.

Nel frattempo, il mercato attende con attenzione le prossime mosse di Kering, che dovrà dimostrare di avere una strategia chiara per riportare Gucci sulla via della crescita.



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