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Cieli non proprio sereni all’orizzonte per Leonardo, Airbus e Thales a lavoro per dar vita a gigante europeo nello spazio.
I maggiori produttori europei di satelliti Airbus e Thales Alenia Space, jv partecipata al 33% dall’italiana Leonardo, stanno portando avanti trattative per creare un’alleanza paneuropea nello spazio. Le pesanti perdite interne e la concorrenza di Starlink di Elon Musk hanno portato i due maggiori attori europei, Airbus e Thales Alenia Space, a considerare di mettere in comune le attività satellitari in una nuova impresa simile al produttore di missili europeo Mbda.
Lo scorso dicembre Reuters ha rivelato il “Project Bromo”, che prende il nome da un vulcano indonesiano: prevede la creazione di un campione europeo dei satelliti sul modello di Mbda, il consorzio missilistico europeo fra Airbus e Bae Systems (37,5% ciascuno) con socio al 25% Leonardo.
Consolidamento dell’industria spaziale europea in vista? Non così in fretta visto che oltre all’approvazione dell’Antitrust europeo, qualsiasi trattativa di alleanza o fusione avrebbe bisogno del supporto dei governi francese e italiano.
“Senza l’adesione dei governi, qualsiasi tentativo di creare campioni industriali europei è destinato al fallimento”, sottolinea Politico. Una proposta di fusione da 38 miliardi di euro per la difesa e l’aerospazio tra EADS e BAE Systems di un decennio fa, ad esempio, è stata scartata a causa dell’incapacità dei governi di concordare i termini, ricorda ancora la testata.
Inoltre, sulle trattative in corso pesa anche la postura dell’azienda aerospaziale tedesca Ohb, pronta a sollevare preoccupazioni presso le autorità di concorrenza dell’Ue su un potenziale legame tra i due più grandi produttori di satelliti europei, qualora i colloqui tra loro si traducessero in proposte concrete.
Tutti i dettagli.
I COLLOQUI IN CORSO TRA THALES, LEONARDO E AIRBUS
Sui satelliti “stiamo lavorando con grandi partner europei – Thales, Airbus – perché è evidente che in uno scenario così competitivo servano giganti europei. Confermo che ci stiamo lavorando, poi speriamo di riuscirci” ha confermato di recente i il numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, parlando con i cronisti a margine della presentazione della nuova Fondazione Leonardo Ets.
“È chiaro che la costruzione di un gigante industriale europeo va oltre le buone intenzioni perché bisogna vedere la complementarietà dei prodotti e la risposta dei mercati” ha precisato Cingolani confermando i passi avanti nel dialogo con Thales e Airbus su una nuova alleanza sullo spazio e nei satelliti. Con Airbus “abbiamo diversi tavoli aperti su collaborazioni europee, aerostrutture e anche altre cose”, ha aggiunto l’ad della società di Piazza Monte Grappa.
LE POSIZIONI DI PARIGI E BERLINO
Secondo Politico se Parigi probabilmente sarà a favore di un accordo, l’ambizioso legame si scontra con i venti contrari della Germania, che sembra essere eclissata nello spazio e nei satelliti da Francia e Italia. D’altronde, ricorda la testata, di recente il cancelliere Olaf Scholz si è opposto a una fusione per creare un gigante paneuropeo tra la banca italiana UniCredit e la tedesca Commerzbank.
E BRUXELLES?
I leader dell’esecutivo dell’Ue, al contrario, sono alla disperata ricerca di un vincitore industriale, segnala Politico. “La scala continentale è la nostra risorsa più grande, più grande in un mondo di giganti”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Forum economico mondiale di Davos a gennaio.
Ma, come già detto, l’eventuale accordo avrebbe bisogno del via libera dall’antitrust Ue. Al momento, sottolinea la testata, come la nuova responsabile della concorrenza dell’Ue Teresa Ribera concilierà le nuove ambizioni di politica industriale dell’Ue con l’applicazione delle regole sulla concorrenza è ancora una grande incognita.
LE PRESSIONI DELL’INDUSTRIA AEROSPAZIALE EUROPEA
Intanto i rappresentanti dell’industria lanciano appelli.
A un incontro dell’industria aerospaziale francese all’inizio di gennaio, il ceo di Airbus Guillaume Faury ha affermato che “l’incertezza sulla posizione delle autorità dell’Ue sulle regole antitrust” ha attraversato i colloqui di consolidamento tra le tre società. Sperava che l’Ue avrebbe “agevolato la creazione di un campione”.
Già un anno fa, l’amministratore delegato dell’italiana Leonardo, Roberto Cingolani, aveva avvertito che i funzionari antitrust dell’Unione europea devono restare fuori dal settore della difesa (e spaziale in questo caso) e consentire alle aziende di fondersi, integrarsi e costruire una massa critica per affrontare la concorrenza globale. Da tempo il vertice del gruppo ex Finmeccanica punta al consolidamento dell’industria della difesa europea.
“Noi siamo l’unica vera joint venture che c’è sul mercato nello spazio ed è giusto pensare che abbia una evoluzione scatenata dall’osservazione del mercato: esiste SpaceX, Elon Musk ha cambiato il paradigma dei satelliti, ma esistono anche un consolidamento europeo ed altri attori” aveva illustrato a inizio ottobre il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, parlando delle strategie del gruppo nel settore spaziale dove ha un’alleanza con i francesi di Thales attraverso le jv Thales Alenia Space e Telespazio”.
LE PROTESTE DELLA TEDESCA OHB
Una joint venture Airbus-Leonardo-Thales Alenia Space, che ha il nome operativo di “Project Bromo”, competerebbe effettivamente con i player esteri sui satelliti per le telecomunicazioni commerciali. Tuttavia, si troverebbe ad affrontare una concorrenza limitata o nulla per le gare d’appalto militari e pubbliche nell’Ue, che sono riservate alle aziende continentali, segnala Politico.
L’azienda tecnologica spaziale tedesca Ohb, che rimarrebbe l’unica grande rivale per i contratti istituzionali con l’Agenzia spaziale europea, ad esempio, si è già espressa contro l’accordo. La società aerospaziale con sede a Brema avverte che minaccia di creare un monopolio che danneggerebbe i clienti e l’industria europea.
“Siamo preoccupati per questa fusione, ha un impatto sul nostro approvvigionamento, sulla catena di fornitura e tutto il resto”, ha dichiarato il ceo Marco Fuchs a Politico, aggiungendo che l’azienda avrebbe espresso le sue preoccupazioni alla Commissione europea una volta avviata la fusione.
“Non credo che in termini di antitrust sia possibile o auspicabile creare un monopolio”, ha affermato.
Già lo scorso ottobre Fuchs aveva affermato al Ft che un player spaziale nato dal merger tra le attività spaziali di Airbus e Thales “sarebbe un attore molto forte e dominante sul mercato. Siamo preoccupati. Penso che la concorrenza sarà ridotta”.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
Se da una parte c’è chi spinge per l’aggregazione così da fare massica critica e provare a sfidare la posizione dominante di attori del calibro di SpaceX di Musk con Starlink, c’è dunque anche chi fa resistenza.
“L’industria spaziale si sta evolvendo rapidamente, con entità private come Starlink di SpaceX che dominano le distribuzioni satellitari in orbita terrestre bassa”, ha spiegato a Politico Zsuzsanna Benyo, ceo della società di consulenza SpaceABC. La potenziale joint venture “rappresenta un’opportunità strategica per l’Europa per rafforzare la sua presenza nell’industria satellitare a livello globale”.
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