Omicidio Bricca: il pm chiede l’ergastolo per Roberto e Mattia Toson

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Ergastolo per Roberto e Mattia Toson per l’accusa di omicidio volontario e premeditato, senza riconoscimento delle attenuanti generiche. Questa la richiesta di pena avanzata dal pubblico ministero Rossella Ricca per l’omicidio del diciannovenne Thomas Bricca avvenuta due anni fa. Una requisitoria lunga e dettagliata durata circa tre ore quella del magistrato requirente davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, presieduta dal giudice Francesco Mancini (con a latere l’altro togato Marta Tamburro e i giudici popolari), nella quale ha ricostruito i passaggi dell’inchiesta, motivando le proprie richieste di condanna.

L’omicidio e il processo

E’ il 30 gennaio 2023, quando Alatri viene scossa da una tragedia che ha portato via la vita di Thomas Bricca, un ragazzo di soli 19 anni, vittima di un agguato in via Liberio. Da allora, la comunità ha vissuto un anno di dolore, con un processo che ha cercato di fare giustizia per l’omicidio del giovane.

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Thomas Bricca è stato ucciso da un colpo di pistola, in una fredda serata di inverno. La Procura di Frosinone ha attribuito il crimine a Roberto e Mattia Toson, padre e figlio, accusati di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. I testi chiamati a deporre, facendo la scrematura dei doppioni, sono stati 71, ovvero i 51 indicati dal pm più 7 della difesa e i restanti delle parti civili. Non tutti però sono stati sentiti in aula.
Secondo la ricostruzione della procura, che si è basata sulle indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Frosinone, a sparare sarebbe stato Mattia Toson, giunto in via Liberio a bordo di uno scooter T-max, condotto dal padre Roberto. Il movente dell’azione sarebbe riconducibile alle due risse, avvenute ad Alatri nei due giorni precedenti all’omicidio. A supporto dell’accusa, fortemente contestata dalla difesa che ha presentato un ricorso che ha fatto più volta la spola tra Riesame e Cassazione, sono stati sentiti i ragazzi quella sera in piazza, le persone coinvolte nelle risse, quelle presenti alla cena all’agriturismo di Veroli la sera dello stesso 30 gennaio alla quale era presente Mattia Toson, l’ex fidanzata di quest’ultimo, con riferimento in modo particolare al casco rinvenuto nel bagagliaio della sua auto. Sentiti anche i consulenti sull’autopsia, sulla balistica, sulle intercettazioni e i carabinieri che hanno svolto le indagini. L’arma del delitto, cercata anche nelle acque di Canterno, e lo scooter non sono mai stati trovati.
I due imputati finora non hanno mai parlato e sono stati presenti solo una volta in aula, mentre il resto delle udienze le hanno seguite in videoconferenza collegandosi dal carcere dove si trovano ristretti da luglio del 2023.

Il processo ha visto l’analisi di numerose prove, tra cui i telefoni cellulari degli imputati e delle persone a loro vicine. Gli accertamenti tecnici irripetibili effettuati dal Racis hanno cercato di ricostruire gli spostamenti e le comunicazioni dei Toson e dei loro conoscenti. Inoltre, perizie balistiche e mediche hanno confermato la natura fatale del colpo che ha ucciso Thomas, descritto come un colpo diretto con una mortalità del 100%.

Nonostante le richieste di scarcerazione presentate alla Cassazione, Roberto e Mattia Toson sono rimasti in regime detenzione. Le udienze sono state caratterizzate da una strategia difensiva che ha cercato di mettere in discussione le prove indiziarie, sostenendo la mancanza di certezza sulla responsabilità diretta dei due imputati.

La famiglia di Thomas, rappresentata dagli avvocati Marilena Colagiacomo e Nicola Ottaviani (anche il Comune di Alatri si è costituito parte civile tramite l’avvocato Eugenia De Cesaris), ha espresso il desiderio di vedere fatta giustizia, non solo per Thomas, ma anche per dare un messaggio forte alla comunità. Lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, ha più volte sottolineato la necessità di chiudere il cerchio identificando tutti i potenziali complici dell’omicidio.

Oggi c’è stata una tappa importante del processo con l’audizione di un ultimo consulente (un esperto balistico della difesa dei Toson, rappresentata dagli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia) e le richieste di pena avanzate dal pubblico ministero Rossella Ricca. Prossime udienze il 4 e 10 marzo riservate alle parti civili e alla difesa.



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