Sarebbe un fatto di riconosciuta dignità, da apprezzare, riconoscendo i molti errori politici commessi, se alcuni vertici delle istituzioni europee così come molti capi di stato iniziassero a scrivere le proprie irrevocabili dimissioni.
Sappiamo bene che ciò non avverrà, ma è un desiderio che è bene mettere in vista sul tavolo verde dei giochi in corso .
La gestione in America della sconsiderata gestione dell’USAID apre un enorme faro su un mercato della politica USA che si proietta in modo sconcertante sui meccanismi delle scelte geopolitiche di molti paesi dell’Occidente .
Usare i contributi pubblici per alterare e corrompere il mercato del consenso politico ed economico per un tempo molto lungo è un fattore di una tale gravità che ha lasciato e lascerà molti strascichi politici insanabili.
Oggi questo approccio politico, improntato su uno schema che altera consapevolmente le regole del gioco democratico, si può ben configurare alla pari di un colpo di stato .
La mancata trasparenza nella gestione di fondi pubblici per favorire esclusivamente “compagni di merende“ non può essere liquidata con la superficialità con cui molti giornali e tv stanno affrontando questo argomento .
Va ben ricordato con numeri alla mano – 6200 giornalisti e 707 testate di giornali e tv – che tutto questo faceva parte da molto tempo di un gioco dove erano centrali tanto la manipolazione delle notizie quanto la centralità della censura .
Un gioco che trovava lo stesso stile nel modello di gestione delle risorse pubbliche della burocrazia pianificata del governo della comunità Europea.
Giochi amicali e gestione delle risorse pubbliche sono stati il cuore della gestione ibrida delle alleanze politiche fallimentari : la strategia di imporre il green deal ne è il simbolo fallimentare più eclatante .
USAID e Commissione Europea per tanto tempo hanno costruito, quasi in simbiosi, con la stessa impronta e stile perverso ,un percorso di gestione delle risorse pubbliche con una pianificazione burocratica e autoritaria – censura compresa – identica alla vecchia pianificazione economica Sovietica .
La reazione dell’elettorato USA e la pari reazione dell’elettorato dei paesi Europei hanno fatto saltare il tappo .
Le libertà individuali con cui si identifica la maggioranza degli elettori ,non possono essere manipolate da una cultura woke imposta con la forza della burocrazia, in quanto questa camicia di forza è convinta mente contro natura.
Oggi serve ricordare due questioni essenziali con cui bisogna realisticamente fare i conti fino in fondo :
a) l’Europa affidata agli ottimati tecnici e alla burocrazia è la fotocopia automatica di quel pantano che si sta dimostrando in America la palude dell’USAID ,migliaia di miliardi distribuiti solo agli “amici di merende ”e uno stile politico che – magistratura compresa compresa del “il cortile dell’Aia”- è basato prevalentemente sulla censura preventiva e sugli aiuti ad una combriccola di editori strabici che regola le informazioni sulla base dei “budget pubblicitari “ ben indirizzati e supportati da un progetto ;
b) il progetto era improntato dai Clinton ,Obama ,Biden ,Blair e Ursula Von der Leyen,su una valutazione cinica che negli USA Trump non avrebbe mai e poi mai prevalso – i tentativi di ucciderlo non sono favole raccontate ma storia vera- . Ora molti sono già genuflessi a baciare la pantofola ,altri sono tenuti volutamente sospesi ….ad un destino segnato.
Fare l’elenco dei nomi è abbastanza facile .
Questo è l’orizzonte che abbiamo di fronte e che dimostra che il primato della politica sta brutalmente riprendendosi il proprio ruolo ed è un fatto che rivaluta libertà e democrazia e che “la censura “ tanto agognata e praticata dalla burocrazia ha subito un significativo colpo .
La partita e ancora aperta, Primo consuntivo lo si potrà fare dopo il 23 febbraio ovvero dopo le elezioni in Germania .
Nel mentre godiamoci le liturgiche pagliacciate di istituzioni che sembrano sempre “fantasmi impagliacciati” che agitano solo il vento provocato dai loro errori di presuntuosa politica .
La banda dei “compagni di merende “ sta arrivando al capolinea in modo alquanto indecoroso.
A Bruxelles spunta una “zona d’ombra” con fondi Ue per ben 132,82 milioni di euro che sono stati destinati ai media in relazione alle elezioni europee del giugno scorso .
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