La presidente della Fondazione nazionale formazione Annalisa Francese con il presidente del CNDCEC Elbano de Nuccio
Aiutare e orientare le piccole e medie imprese nei loro percorsi di crescita, in un contesto nazionale e internazionale sempre più sfidante e, allo stesso tempo, lavorare per accrescere le competenze della categoria in nuovi ambiti di attività. È stato incentrato su questi aspetti l’intervento del presidente nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, tenuto nell’ambito del webinar “Strategy (r)evolution. Innovazione strategica per le PMI: il ruolo del Commercialista come supporto alla crescita” introdotto dalla presidente della Fondazione nazionale dei commercialisti – Formazione, Annalisa Francese. Il webinar sarà disponibile nei prossimi giorni anche on demand sulla piattaforma della Fondazione nazionale dei commercialisti – formazione
“Trasformare le sfide del mercato in opportunità: la consulenza strategica come leva per il futuro della professione” il titolo della relazione nella quale de Nuccio ha innanzitutto sottolineato come “i cambiamenti in atto in ambito geopolitico avranno un impatto significativo sulle nostre piccole e medie imprese, anche alla luce della nuova strategia definita dall’Unione europea per i prossimi anni: nell’implementazione del paradigma “Open strategic autonomy”, l’UE sta cercando di ridurre la propria dipendenza da altri Stati in relazione a filiere e catene del valore strategiche (difesa, energia, IT, ecc.), nell’ambito delle quali anche le PMI saranno chiamate a fornire un contributo significativo e a migliorare le proprie prestazioni”. Secondo l’”Annual report on European SMEs 2023/2024” della Commissione europea, tale paradigma, “oltre a generare dei rischi per le piccole e medie imprese”, ha ricordato, “rappresenta altresì un’opportunità per migliorare la competitività e le performance dell’intero sistema economico”.
Per il presidente della categoria la “lettura” dei cambiamenti in atto su questi due piani non deve tuttavia limitarsi alla sfumatura negativa, poiché essi potrebbero manifestarsi come upside risk, un fattore di sviluppo, grazie al quale l’impresa può trasformare le minacce in opportunità sotto il profilo economico, finanziario e, non da ultimo, di sostenibilità sociale, con la conseguenza “che il cambiamento, proprio in quanto non graduale, non condiviso, non prevedibile nei suoi effetti anche immediati vada attentamente monitorato e valutato, poiché costituisce di per sé un nuovo elemento di rischio da gestire”.
Se le aziende non saranno in grado di gestire e dominare queste dinamiche “rischieranno di essere travolte”. Ed in questo momento che “il ruolo dei commercialisti diventa determinante nel guidare le imprese nei processi di innovazione e transizione che si rendono necessari per la sopravvivenza e la creazione di valore in un contesto competitivo così turbolento”.
Ma il cambiamento per de Nuccio deve investire anche la professione. Questo webinar sulla consulenza strategica, ad esempio, si inserisce nell’ambito di un percorso che il Consiglio nazionale nazionale sta portando avanti puntando “all’evoluzione della nostra figura professionale, cercando di affiancare, non di sostituire, alle nostre competenze e radici di carattere fiscale e aziendale, altre competenze che oggi sono sempre più richieste da mercato e imprenditori”. “Anche perché”, ha proseguito, “oggi la nostra funzione diventa di fatto essenziale non solo per la continuità del soggetto aziendale nel breve periodo, ma anche per la sua sostenibilità nel medio e lungo periodo. Per far questo dobbiamo necessariamente acquisire nuove competenze da mettere al servizio dell’imprenditore. Compito del Consiglio nazionale è trasformare queste novità n concrete opportunità di lavoro per tutti i colleghi”.
De Nuccio ha poi declinato i vari ambiti di consulenza strategica nei quali la professione fornisce un contributo essenziale, da quello della consulenza direzionale in senso stretto a quello in ambito finanziario per arrivare a quello per gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili e a quello in materia di sostenibilità e compliance ESG.
In primo piano il consigliere nazionale David Moro
De “La visione del commercialista nell’evoluzione del sistema economico, l’esperienza delle eccellenze del Nord Est” si occupato invece nella sua relazione il Consigliere nazionale David Moro. Dopo aver descritto le caratteristiche di uno dei territori economicamente più dinamici d’Europa, con migliaia di PMI forti di specializzazione settoriale, propensione all’innovazione e all’internazionalizzazione, Moro si è soffermato sull’Indicatore sintetico di performance (ISP), sviluppato dall’Ordine della sua città, Treviso, con l’Università Cà Foscari di Venezia. “Si tratta di uno degli strumenti più innovativi e utili in questo ambito”, ha detto, “che permette di misurare la solidità economica e finanziaria di un’azienda, analizzando diversi parametri in un periodo di cinque anni. Non si limita a una fotografia statica della situazione aziendale, ma premia la stabilità e la continuità delle performance nel tempo. Questo significa che grazie a dati storici concreti, oggi siamo in grado di valutare in modo più accurato la sostenibilità e la competitività delle PMI, anticipare situazioni di crisi e suggerire azioni correttive prima che sia troppo tardi, aiutare le imprese ad accedere più facilmente a finanziamenti e investimenti”.
L’adozione di strumenti come l’ISP, ha spiegato, “trasforma radicalmente il nostro ruolo da semplici analisti di bilancio a veri e propri business advisor, da esperti di compliance fiscale a professionisti in grado di orientare strategie di crescita, da figure di supporto a partner attivi nella pianificazione aziendale”. Uno strumento tanto più utile nel Nord – Est, una realtà nella quale “le PMI corrono veloci, ma per rimanere competitive hanno bisogno di strumenti avanzati e di consulenti preparati”.
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