«Io ventenne, lei 42. Pupazzo imbambolato»

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CREMONA – Si sono conosciuti e messi insieme nel 2014: lui aveva 20 anni, lei 42. «Certo signor giudice che ero innamorato, anche se sapevo che io per lei ero un pupazzo… Le ho comprato vestiti, mobili per la sua casa… Ora che sono molto lucido, sono stato un cretino, prima ero imbambolato. Certo che per me era una relazione sentimentale». Al contrario, per lei una relazione «non impegnativa, leggera».

I primi quattro anni «di serenità», poi un «tira e molla» continuo e lei che lo ha denunciato per un episodio di violenza sessuale. E per stalking, salvo poi ritirare la querela, ma lo ha fatto a tempo scaduto (dopo sei mesi) e, dunque, Giuseppe (nome di fantasia, ndr), che oggi di anni ne ha 31, difeso dall’avvocato Davide Lacchini oggi si è difeso al processo, nel quale la donna più matura di lui e per la quale aveva «perso la testa», si è costituita parte civile con l’avvocato Michele Tolomini.

I fatti contestati vanno da novembre del 2020 a dicembre del 2021, ma «con lei era un continuo prendersi e lasciarsi anche dopo». ‘Anche dopo’: agli atti ci sono qualcosa come 1.700 messaggi tra i due. L’anno è il 2022. Cuoricini e smile. Lui che si proponeva di andare a trovarla (i cuoricini per coreografia delle chat), lei che gli rispondeva a volte con emoticon, altre invece, lo mandava a quel paese. Perché continuare? «Ero perso di lei». Di quella montagna di chat si sono occupati gli esperti in materia, i consulenti tecnici di parte civile e difesa. Giuseppe ha o non ha modificato le date dei messaggi? L’avvocato Lacchini ha chiesto al Tribunale una perizia sulle chat. Ma anche un confronto tra i due. I giudici decideranno il prossimo 13 marzo.

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«Qualcosa è molto inventato, ingrandito – si è difeso Giuseppe —. Nego la violenza sessuale. Cremona è piccola. Sono venuto qua a difendermi da solo, potevo portare qui mezza Cremona». Il 31enne ha riavvolto il nastro della sua «relazione sentimentale» che in casa non era vista di buon occhio. Lo ha confermato il fratello: «All’inizio sembrava che andassero d’accordo. Personalmente, per la differenza di età la ritenevo una storia non congrua. I miei genitori non erano d’accordo che la frequentasse per la differenza di età. Lei poteva essere sua madre, la differenza era enorme. Lui era succube della relazione. Stavano insieme, litigavano, poi lei lo buttava fuori. So che mio fratello l’ha aiutata più volte economicamente. Secondo me, la signora in parte se ne approfittava».

Anno 2014. «Io ero giovanissimo, lavoravo, ho fatto il passo più lungo della gamba, ho preso casa — ha raccontato il 31enne —. C’è stato un periodo di serenità, come se fossimo sposati. Dopo quattro anni, lei che di solito prima non usciva, ha cominciato ad uscire un po’. Sono diventato un po’ geloso, magari un pelo possessivo. Ci siamo lasciati e ripresi, ma per due, tre giorni non è proprio lasciarsi: una pausetta». Ecco, «mollarsi e riprendersi, litigare e fare la pace» è stato il fil rouge della difesa di Giuseppe. Relazione tumultuosa. «Certo che venivo anche percosso da lei. Lei si arrabbiava e mi metteva le mani addosso. Io no: una donna non si tocca neanche con un dito. Tra il 2021 e il 2022, lei ha chiamato i carabinieri, la polizia. Venivano a casa, ma io non c’ero nel condominio, Lei lo faceva per gioco. Sempre in quel periodo, ci vedevamo di nascosto a casa sua o dietro casa, in auto. Lei voleva tenere nascosta la relazione, perché avendo fatto denuncia, non voleva sbugiardarsi con le forze dell’ordine».

Il fratello di Giuseppe ha confermato due episodi avvenuti nel periodo del presunto stalking. In un paio di occasioni, lo accompagnò a Orio al Serio a prendere la donna. La seconda volta, Giuseppe aveva un mazzo di rose. «Sì, mazzo di fiori, perché sono fatto così, sono un ragazzo molto romantico».

Giuseppe ha negato la violenza sessuale. «Ci siamo trovati sotto casa, siamo entrati, non l’ho spinta, abbiamo litigato pesantemente per mezz’oretta. Lei mi ha detto tutti i nomi possibili e minacciato: ‘Ti denuncio, te la farò pagare, ti pentirai’. Non c’è stato alcun rapporto. Dopo due settimane, il 9 gennaio del 2022, abbiamo ripreso la relazione come se nulla fosse». E quando nel 2022 Giuseppe fu messo ai domiciliari (a casa dei genitori) con braccialetto elettronico «lei è venuta da me due, tre volte. Mandavo via i miei genitori, dicendo che veniva a trovarmi una ragazza». Ovviamente, senza dire il nome.





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