Le autorità europee stanno attualmente conducendo un‘indagine approfondita sul ruolo della filiale russa di Atos nell’acquisto di software per il sistema elettronico di frontiera dell’Unione europea (Ees).
Il progetto, fondamentale per la modernizzazione della gestione delle frontiere dell’UE, ha sollevato alcune preoccupazioni legate alla sicurezza, portando a verifiche da parte degli organi competenti.
Ecco cosa ha attirato l’attenzione delle autorità europee e cosa è emerso dalle indagini.
Il ruolo della filiale russa di Atos nel software per i sistemi Ees nella Ue
L’Unione europea si trova attualmente a gestire un’indagine complessa e delicata riguardante il sistema Ees (Entry/Exit System), un progetto ambizioso che mira a modernizzare la gestione delle frontiere esterne dell’UE.
L’Ees è progettato per raccogliere e memorizzare dati biometrici e personali di tutti i viaggiatori non UE che entrano o escono dal territorio dell’Unione, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e l’efficienza dei controlli alle frontiere fornendo agli Stati membri strumenti avanzati per la gestione delle frontiere esterne dell’Unione.
Secondo i documenti analizzati dal Financial Times, nel 2021 Atos avrebbe utilizzato il suo ufficio di Mosca per acquistare alcuni software destinati al progetto EES. Questa circostanza ha portato le autorità competenti ad effettuare verifiche approfondite sul processo di acquisizione, valutando eventuali implicazioni di sicurezza legate alla normativa vigente.
Una delle principali preoccupazioni sollevate riguarda la possibilità che la filiale russa di Atos operasse sotto una licenza che consentiva al Servizio Federale per la Sicurezza della Federazione Russa (FSB) di accedere ad alcune delle informazioni trattate.
Questo dettaglio ha attirato l’attenzione delle autorità europee, che stanno ora esaminando con attenzione il ruolo di Atos Russia nel progetto.
L’indagine europea sul ruolo di Atos Russia nell’Ees
Nonostante le preoccupazioni sollevate, le istituzioni europee hanno dimostrato un approccio proattivo e trasparente nel gestire la situazione. L’agenzia responsabile della gestione operativa dei sistemi IT su larga scala per la sicurezza e le frontiere, EU-Lisa, ha dichiarato di essere pienamente consapevole delle segnalazioni relative all’eventuale coinvolgimento di Atos Russia.
In seguito alle verifiche, è stato confermato che non ci sono stati rapporti contrattuali diretti con la filiale russa e che tutte le misure di sicurezza sono state rispettate.
Gli esperti informatici dell’agenzia hanno inoltre condotto una revisione completa per garantire che il software acquisito non presentasse vulnerabilità o accessi esterni indesiderati.
Il contratto
Nel 2019 il contratto per lo sviluppo del sistema EES, del valore di 212 milioni di euro, è stato assegnato ad Atos Belgio, IBM Belgio e Leonardo Italia. La fase di implementazione ha seguito rigorosi standard di sicurezza e controllo, con particolare attenzione ai requisiti di protezione dei dati.
EU-Lisa ha sottolineato che il progetto ha sempre rispettato le procedure stabilite dalle autorità competenti, adottando misure preventive per evitare qualsiasi rischio legato alla sicurezza.
Anche l’Ufficio del Procuratore Pubblico Europeo (EPPO) sta esaminando il coinvolgimento di Atos Russia nel progetto, ma al momento non sono stati avanzati capi d’accusa.
L’indagine mira a chiarire se vi siano state irregolarità nei processi di acquisizione del software, in particolare per verificare eventuali rischi di accesso ai dati da parte di soggetti esterni non autorizzati. L’EPPO non rilascia dichiarazioni sui procedimenti in corso, quindi non è possibile determinare con certezza se si tratti di una verifica preliminare o di un’indagine più approfondita.
L’indagine parallela dell’agenzia antifrode dell’Ue
L’agenzia antifrode dell’UE (Olaf) ha condotto nel 2023 un’indagine parallela per esaminare eventuali irregolarità nei processi di acquisizione. Pur non riscontrando prove sufficienti per avviare un’indagine formale sotto il proprio mandato, Olaf ha fornito raccomandazioni a EU-Lisa per rafforzare ulteriormente le procedure di sicurezza.
L’obiettivo è garantire che tutti i sistemi critici dell’UE siano protetti da possibili minacce esterne, mantenendo il massimo livello di integrità e protezione dei dati.
La posizione di Atos
Atos, dal canto suo, ha dichiarato di aver disinvestito dalle sue attività in Russia a partire da settembre 2022, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Questo passo è stato intrapreso per allinearsi alle politiche e alle sanzioni dell’UE, dimostrando la volontà dell’azienda di collaborare con le istituzioni europee e di rispettare le normative in vigore.
L’azienda ha sottolineato che le operazioni relative all’Ees sono sempre state condotte nel rispetto degli standard richiesti dall’Ue.
Il sistema EES rappresenta un passo fondamentale per il miglioramento della gestione delle frontiere dell’Unione europea. La digitalizzazione e l’automatizzazione dei controlli consentiranno di ridurre i tempi di attesa ai valichi di frontiera, migliorando l’efficienza senza compromettere la sicurezza.
Gli Stati membri beneficeranno di un database avanzato che permetterà un accesso rapido e sicuro alle informazioni sui viaggiatori, contribuendo a rafforzare la protezione contro minacce alla sicurezza pubblica.
Il coinvolgimento di Atos Russia nei sistemi Ees
La questione legata al coinvolgimento di Atos Russia nell’acquisto di software per l’Ees evidenzia le complessità nella gestione di un progetto così ambizioso. La sicurezza delle frontiere digitali è una sfida cruciale per qualsiasi sistema che operi su larga scala, soprattutto quando coinvolge dati biometrici e personali di milioni di viaggiatori.
La necessità di controlli rigorosi lungo l’intera catena di approvvigionamento emerge con forza da questo caso, mettendo in evidenza quanto sia fondamentale un monitoraggio costante per garantire l’affidabilità del sistema nel lungo periodo.
La necessità di equilibrio fra innovazione e controllo
L’evoluzione della gestione delle frontiere è un fenomeno globale, con molte nazioni che si trovano a bilanciare esigenze di sicurezza con la protezione della privacy e la rapidità dei controlli.
Sistemi simili a quello dell’EES sono stati implementati negli Stati Uniti, in Cina e in diversi Paesi asiatici con risultati differenti e con criticità specifiche legate alla governance dei dati.
La rapidità dell’innovazione tecnologica richiede che gli enti regolatori siano in grado di adattarsi rapidamente a nuove minacce e vulnerabilità, senza che ciò comprometta l’efficacia operativa di strumenti essenziali per la sicurezza e la mobilità.
Da questa vicenda emerge la necessità di un equilibrio tra innovazione e controllo. Le sfide legate alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati non sono destinate a scomparire, anzi diventeranno sempre più centrali nella gestione delle infrastrutture critiche.
La questione di Atos Russia rappresenta solo un episodio in un quadro più ampio, che riguarda il modo in cui gli Stati e le istituzioni internazionali devono affrontare i rischi legati alla digitalizzazione delle funzioni pubbliche essenziali.
L’efficacia di questi sistemi dipenderà non solo dalla loro implementazione tecnologica, ma anche dalla capacità di anticipare e rispondere alle sfide emergenti.
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