così Napoli diventa il paradiso delle startup

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C’è una Napoli che sfugge ai luoghi comuni e agli stereotipi, che sforna brevetti e idee, e che ha velocemente scalato la classifica delle startup innovative italiane, dove la Campania si colloca da tempo al terzo posto, subito dopo Lombardia e Lazio. Un balzo in avanti non casuale, dovuto soprattutto a un ecosistema favorevole da non sottovalutare, in particolare dal punto di vista delle competenze e della formazione. Nella regione ci sono 8 incubatori certificati, 7 atenei e 40 centri di ricerca avanzata attivi nei servizi di trasferimento tecnologico e innovazione. E, allungando lo sguardo nelle singole aree della città, scopriamo che il quartiere dove si registra il primato di startup e PMI innovative è Chiaia.

La spinta del credito

Ma a dare un impulso allo sviluppo del settore c’è stata anche la leva finanziaria. Basta dare un’occhiata ai numeri, al 31 dicembre 2024, della Direzione regionale della Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo (guidata da Giuseppe Nargi): oltre settecento startup innovative finanziate alla fine del 2024, con una dote di capitale erogato di circa 9 milioni di euro. A questi dati si aggiungono 211 Piccole e Medie Imprese innovative con linee di finanziamento di circa 20 milioni. Numeri che dimostrano come il Sud, e in particolare Napoli e la Campania, abbiano scalato posizioni su posizioni, diventando una delle aree più fertili per le startup innovative. “Le competenze messe in campo dal nostro Gruppo, con il ruolo fondamentale di Intesa Sanpaolo Innovation Center, si sono dimostrate essenziali al percorso di crescita di tutte le realtà innovative”, spiega Nargi.

Il tesoro della bioeconomia

Fra i settori in espansione da segnalare c’è la cosiddetta “bioeconomia”, che in Europa ha raggiunto un valore di mercato di oltre 2.350 miliardi di euro, coinvolgendo 16 milioni di occupati e rappresentando una leva fondamentale per il Green Deal Europeo. Anche in Italia, la bioeconomia ha dimostrato una crescita significativa, contribuendo in modo rilevante all’economia nazionale e consolidando il proprio ruolo strategico in linea con le ambizioni europee. Nel 2023, il comparto ha registrato infatti un incremento del 2,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore complessivo di 437,5 miliardi di euro e impiegando circa 2 milioni di persone. Anche il panorama delle startup legate alla bioeconomia è particolarmente dinamico nel nostro Paese, con 808 imprese innovative attive, pari al 6,6% del totale delle startup italiane.

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Il progetto Terra Next

Giunto alla sua terza edizione, Terra Next è diventato il punto di riferimento per le startup che operano nel settore della bioeconomia, ricevendo più di 450 richieste di candidatura dall’Italia e dall’Europa. Nei primi tre anni di attività, Terra Next ha accompagnato nella crescita 22 startup, che hanno ricevuto investimenti dal programma per 3,5 milioni di euro e raccolto 10,5 milioni di euro tra follow-on da investitori esterni. Il progetto, parte della Rete Nazionale Acceleratori CDP Venture Capital, è nato nel 2022 insieme a Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory, che gestisce il programma. Le 7 startup che hanno partecipato al Demo Day di Napoli hanno compiuto un lungo percorso prima di giungere a questo traguardo: hanno superato una prima fase di selezione tra 191 candidature italiane e internazionali (valutate da promotori, advisory board e corporate partner coinvolti), beneficiato di un investimento iniziale complessivo di 750mila euro e preso parte a un percorso di 3 mesi con base a Napoli, presso il Campus di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II. Durante questo periodo hanno potuto crescere attraverso mentorship, formazione, networking e momenti di approfondimento dedicati al consolidamento della value proposition e del modello di business, alla validazione tecnica e alla prototipazione delle soluzioni, nonché al supporto al go-to-market e al fundraising.

Fra le startup selezionate ci sono:

  • CrioPura, che ha introdotto una tecnologia innovativa per il trattamento delle acque e dei reflui;
  • Farzati, che mira a risolvere i problemi di tracciabilità di filiera sfruttando Intelligenza Artificiale e blockchain;
  • GenoGra, con un’innovativa piattaforma di analisi genomica basata su grafi;
  • Immunoveg, che sviluppa sistemi di coltura cellulare da linee vegetali finalizzati alla produzione di bioingredienti per i settori nutraceutico, cosmetico e novel-food;
  • Longevity Pet, che mette a punto percorsi di prevenzione personalizzati attraverso prodotti innovativi e soluzioni per bisogni specifici;
  • Plantbit, che ha sviluppato un sensore elettrochimico biocompatibile inserito nel fusto delle piante per monitorarne lo stato di salute in tempo reale;
  • SMUSH Materials, che, utilizzando una tecnologia basata sul micelio, trasforma i sottoprodotti agricoli biologici in biomateriali per imballaggi 100% naturali, circolari e biodegradabili, proponendo un’alternativa al polistirolo monouso.

L’acceleratore delle imprese

L’acceleratore, che beneficia del patrocinio del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ed è stato avviato anche con il supporto della Fondazione con il Sud, coinvolge i corporate partner Pastificio Garofalo (core partner), Gruppo Getra, Gruppo Nestlé e Novamont, che forniscono il loro contributo in termini di know-how, asset e network per lo sviluppo delle startup, e le imprese Aristea, Nolanplastica, Selepack e Tecno, member di Terra Next. Il programma, inoltre, prevede il coinvolgimento di partner scientifici, quali l’Università Federico II di Napoli, Assobiotec, il Campania Digital Innovation Hub, il Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare SPRING, il centro di innovazione deep tech Materias, il centro studi S.R.M. – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Grazie alla collaborazione di questi partner, le startup selezionate potranno creare sinergie con soggetti industriali nel settore della bioeconomia, già eccellenza del made in Italy.



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