Marco Calzolari, nuovo AD del Gruppo Alveo, ci racconta come è nato il progetto e come opera la società, dando anche un interessante spaccato sull’attuale mercato Ict
Il Gruppo Alveo punta a diventare player di riferimento del settore IT attraverso un ambizioso progetto di crescita e acquisizioni.
Nato a luglio 2024 dall’evoluzione di Pa Group, società specializzata nella consulenza e nei servizi evoluti di digitalizzazione e Business Integration, in passato parte del Gruppo Retelit, si propone come partner per la trasformazione digitale di grandi, medie imprese e la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale.
Il Gruppo è attualmente formato da due società, PA ABS e PA Expertise, specializzate in consulenza e servizi di Business Integration, soluzioni Cloud, ERP SAP e Microsoft, Business Analytics, sviluppo di soluzioni “ad hoc”, CRM, Sales Force Automation e workflow management. Tra i punti di forza, l’esperienza e la reputazione del management team, la forza del rapporto con i principali vendor (Microsoft e SAP) e l’importante know how sviluppato in specifici settori. Tra questi fashion, industriale, finanziario, sanità e Pubblica Amministrazione centrale e locale.
Per capire di più su questo innovativo progetto e sulla sua strategia ed offerta abbiamo parlato con Marco Calzolari, nuovo AD del Gruppo Alveo, precedentemente responsabile di strategia e controllo di gestione e pianificazione di Retelit dal 2014, che spiega:
“Alveo nasce da un’importante evoluzione strategica delle Solution di PA Group, una business unit poi chiamata Solutions all’interno di Retelit, focalizzata in progetti di consulenza IT. Con la creazione di Alveo, il nostro obiettivo è di creare un polo indipendente, molto specializzato nel settore IT, capace di unire le tecnologie, le competenze e i servizi in un ecosistema con una forte focalizzazione. Si tratta di un settore competitivo dove sono presenti anche grandi colossi, ma ciò che ci rende unici è la nostra strategia fortemente focalizzata.
Alveo nasce con la visione chiara e ambiziosa di diventare un punto di riferimento nel settore IT, nelle soluzioni specialistiche e in mercati specifici e specifici vertical.
Si è trattato di un progetto di management buy-out con il distacco da Retelit per cercare di focalizzare la società in un settore molto specifico”.
Perché la decisione di costituire Alveo?
“Secondo noi, sempre nell’ottica di una forte focalizzazione, era importante per PA Group avere una forza e una spinta legate anche alle acquisizioni e alle M&A.
Si è trattato di un’operazione molto ben organizzata e oggi Alveo si propone per le sue competenze di medio e alto livello, rivolgendosi a clienti di fascia medio-alta e alla pubblica amministrazione, dando un contributo decisivo al successo dei suoi clienti.
Il progetto Alveo nasce quindi per dare una spinta a un ramo delle Solution di Retelit, che avevano già una posizione molto forte sul mercato, ma che per fare un ulteriore salto avevano bisogno di una spinta, di una focalizzazione, di un supporto anche societario diverso”.
Chi sono i promotori di Alveo e qual è stata la loro ispirazione nel dare vita a questa realtà?
“Alveo è supportata da Alcedo SGR e da un pool di investitori finanziari composto da FVS SGR, Friulia, Clessidra Capital Credit SGR, affiancati da un gruppo di manager, guidati dai principali ideatori del progetto Mariano Thiella e Fabio Scagliarini, CEO rispettivamente di PA ABS e PA Expertise, in un innovativo progetto di equity partnership diffusa. Come dicevo si tratta di un vero e proprio progetto di buy-management.
Quindi abbiamo le due componenti essenziali della nostra tipologia di business, che è un business di persone, un business dove le persone sono centrali, tanto è vero che il nostro asset è la competenza delle persone. Abbiamo le persone a bordo perché hanno creduto così tanto nel progetto da essere manager e investitori e quattro fondi di Private Equity, comunque, di alto livello che possono davvero dare un target, un obiettivo e una strutturazione ancora più manageriale alla società.
Come accennavo le nostre persone sono al centro di tutto: Alveo investe tanto in esse, così come nella formazione e nel welfare con una squadra di manager che da subito ha fatto suo questo approccio, configurandosi come una realtà agile ed innovativa”.
Quali sono i target principali a cui vi rivolgete e quali soluzioni offrite per rispondere alle loro esigenze?
“Alveo si rivolge principalmente a grandi aziende e pubblica amministrazione. I vertical sui cui siamo attivi sono il manufatturiero, il fashion, il finance, l’automotive e la sanità, che copriamo con una ampia gamma di servizi grazie anche al nostro sodalizio con due dei vendor più forti sul mercato, leader di mercato nei loro rispettivi settori, che sono SAP per la parte ERP e Microsoft con Microsoft Dynamics 365 che è l’ERP di alto livello di Microsoft.
Le soluzioni che proponiamo sono quindi ERP di livello alto e sistemi di CRM di vendor come SAP, Microsoft e per la pubblica amministrazione disponiamo di un prodotto proprietario che mettiamo a disposizione di circa 800 comuni e province italiane. Alveo offre anche servizi di Business Analytics con un forte focus sul cloud, dove siamo tra i maggiori partner italiani di Azure, e sull’intelligenza artificiale.
In tutti i settori in cui operiamo applichiamo l’automazione, l’IoT e la parte di competenze cloud e di AI per aiutare le aziende a sfruttare al meglio la tecnologia.
La forza di Alveo è senza dubbio quella di fornire uno spettro abbastanza ampio di servizi sposando però tecnologie e vendor piuttosto specifici, che abbiamo la capacità di integrare in un approccio strategico per il cliente”.
Dal punto di vista operativo, invece, qual è la strategia di Alveo?
“Come spiegavo, Alveo mira a distinguersi puntando su una crescita mirata accompagnata da operazioni di M&A; quindi, da un piano di acquisizioni specifiche in aziende strategiche ad alto valore aggiunto, come l’intelligenza artificiale, l’automazione industriale, la cybersecurity o andando ad ingrandire ancora di più le sue aree di competenza.
L’idea che sta alla base del progetto è quella di creare in maniera progressiva un ecosistema via via più completo ed ampio per rispondere alle esigenze dei nostri clienti in maniera ancora più integrata, grazie anche al valore molto alto delle persone che lavorano nel Gruppo e alle nostre elevate competenze: vogliamo portare a bordo società che ci consentano di rafforzare i nostri driver come l’automazione, la cybersecurity, l’AI, rimanendo sempre coerenti con i nostri vendor. La competenza, nella nostra visione, è la chiave per il successo e per ottenere risultati, motivo per cui investiamo tantissimo in formazione e sulle persone interne.
L’obiettivo di Alveo è quello di crescere in maniera organica, in maniera inorganica e con acquisizioni e merger ma specializzandoci e dando davvero al cliente valore aggiunto, in un quadro dove ovviamente il cliente con la sua esigenza è centrale. Non saremo mai un colosso che copre tutto lo spettro Ict ma vogliamo essere meglio di questi colossi nelle aree in cui operiamo con impegno e determinazione costanti”.
Gettiamo ora uno sguardo allo scenario in cui vi muovete: come vedete il mercato ICT? Pensate che l’arrivo anche in Italia dei grandi brand multinazionali, in particolare dall’America, possa generare un’esplosione di questo mercato soprattutto nell’ottica di miglioramento delle infrastrutture?
“L’Ict in Italia sta crescendo, anche grazie al PNRR e alla digitalizzazione progressiva della pubblica amministrazione, e le stime prevedono un’ulteriore crescita di circa il 6% nei prossimi anni. In relazione alla domanda sono convinto che il messaggio che deve arrivare forte e chiaro è che la tecnologia che arriva dall’estero è un mero strumento che invece occorre applicare nel modo corretto per creare valore nel mondo reale. Quindi in questo senso i partner tecnologici internazionali sono fondamentali perché sviluppano le tecnologie ma la catena del valore è molto lunga e se ci si ferma allo sviluppo di una tecnologia si arriva comunque ad un punto morto. Pensiamo all’esempio del 5G, partito come una tecnologia che avrebbe dovuto avere un impatto fortissimo sulla vita di tutti ma che di fatto non è culminato in una svolta effettiva portando valore alla comunità, alle persone e al sistema Paese. Il vero potenziale del 5G lo vedremo magari tra tanti anni quando si andrà a sviluppare un servizio che possa davvero portare a sfruttare questa tecnologia. In definitiva, le aziende che fanno innovazione non possono sostenere da sole su larga scala l’impatto della trasformazione digitale perché servono piani di sviluppo a livello Paese, a partire dai governi che devono creare le condizioni giuste affinché le varie piattaforme e tecnologie possano far crescere le aziende. Un esempio attuale è quello della intelligenza artificiale generativa, per la quale occorre creare un ecosistema che consenta alle aziende e ai partner come noi di dare alle imprese gli strumenti per farla davvero funzionare in tutto il suo potenziale”.
Per concludere diamo uno sguardo ai numeri: quali sono i risultati più significativi che Alveo ha raggiunto in termini di fatturato, marginalità ed EBITDA?
“Per Alveo il 2024 è stato un anno eccezionale con volumi e marginalità in crescita rispetto all’anno precedente in maniera organica, quindi senza nessuna acquisizione.
Nel 2022 la società ha raggiunto un fatturato pari a 56 milioni di euro mentre per il 2024 dovremmo chiudere sopra i 64 milioni di euro. Alveo dà lavoro a circa 650 persone e ha sedi sparse in tutta Italia con un focus particolare nel nord Italia”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link