Al mondo del lavoro non si risponde col clickday

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Il mondo del lavoro in Veneto conosce un paradosso: da una lato le crisi aziendali e dall’altro le assunzioni, da una parte la Speedline e Superjet e dall’altro le 27.000 assunzioni comunicate dalle imprese ai registri di Unioncamere del Veneto. La metà di queste assunzioni, secondo la stima del Centro Studi della Cgia di Mestre, saranno a tempo indeterminato per qualifiche e funzioni per le quali si rischia di non avere la copertura per mancanza di candidati idonei.

Il mondo del lavoro per la Cgia

Per Roberto Bottan, presidente della Cgia, a fronte di “800 lavoratori che potrebbero perdere il posto, nei primi tre mesi di quest’anno, le imprese della provincia di Venezia non sarebbero in condizione di coprire almeno settemila posizioni lavorative”. Nel frattempo, la cassa integrazione è quasi raddoppiata, sfiorando i cinque milioni di ore nel 2024 rispetto ai tre milioni dell’anno precedente, con un aumento particolare nei settori della meccanica e della moda. Il fabbisogno di manodopera delle imprese venete è in crescita e, secondo le stime di Unioncamere Veneto, saranno necessari almeno 325.600 lavoratori nei prossimi cinque anni, l’80% dei quali solo per il necessario turnover dei prossimi pensionati.

Il mondo del lavoro e i posti vacanti

La necessità delle copertura dei posti vacanti, che sarà di oltre 30.000 lavoratori solo per la provincia di Venezia, si lega pertanto alla sostituzione di chi raggiunge l’età pensionabile, creando uno scenario che, per il prossimo decennio, dovrà essere ripianato con lavoratori qualificati che rispondano alle esigenze delle imprese, con una difficoltà aggiuntiva rispetto a quelle presenti. Rientra pienamente nel mercato del lavoro e nella sua capacità di rispondere alle esigenze del territorio, la partita dei lavoratori stranieri e del sistema attraverso il quale possono entrare nel nostro Paese ed essere legalmente assunti.

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Il sistema vigente è quello dei flussi di ingresso, che si basa su di una quantificazione annuale del numero e delle provenienze dei migranti da ammettere sul territorio, per i quali prevedere l’assunzione nelle nostre imprese e dalle famiglie. Il tutto si basa sul presupposto, considerato ampiamente inefficace e fallace, che il datore di lavoro possa richiedere l’assunzione di un cittadino straniero mentre si trova ancora nel suo paese, provvedendo alla formalizzazione del contratto al momento del suo arrivo in Italia.

La procedura online

La procedura di realizza attraverso la richiesta on line, su un portale specifico, concorrendo ad accaparrarsi la “quota” allo scattare del clickday, che è il momento nel quale, con frazioni di secondo, vengono determinate le graduatorie di assegnazione per ciascuna domanda. Una rincorsa che si ripete annualmente e che ha in sé un potenziale di incertezza e di improgrammabilità che è incompatibile con le esigenze delle imprese e dei lavoratori interessati.

Il mondo del lavoro e il clickday

Quest’anno sono stati previsti tre diversi clickday, in relazione alla tipologia dei settori di lavoro. Il primo si è tenuto mercoledì ed ha riguardato i lavoratori subordinati dei comparti industriali quali edilizia, meccanica, trasporti e cantieristica navale. Il secondo si è tenuto venerdì ed ha riguardato i lavoratori subordinati per l’assistenza famigliare e socio sanitaria. E si concluderà oggi mercoledì con il clickday per i lavoratori stagionali dei settori agricolo e turistico alberghiero. In totale sono previste 164.787 quote a livello nazionale, 17 mila delle quali sono state “precaricate” in Veneto; sono cioè quelle che risultano potenzialmente attribuibili alla nostra regione, nella fase della richiesta dei datori di lavoro.

Il risultato effettivo delle quote che verranno attribuite al termine delle verifiche e delle procedure gestite dal ministero del interno, sarà certamente minore delle richieste pervenute. Secondo i dati del ministero le quote messe a disposizione risultano infatti già esaurite nella prima mattinata. Nel panorama nazionale delle richieste presentate negli ultimi cinque anni, la regione Lombardia risulta quella con il maggior numero con circa 150.000 richieste. Seguita però dal Veneto con 69.000 e dall’Emilia Romagna con 67.000, segno di un economia dell’area che si conferma come locomotiva economica del Paese.

Il decreto flussi

Il decreto flussi di quest’anno, pur confermando il sistema del cllickday, ha introdotto alcune novità. Con l’intento di rendere più fluida la procedura, sostituendo con una firma digitale da parte del datori di lavoro la precedente necessità di presentazione presso lo sportello unico immigrazione per il completamento della pratica. Inoltre si è data la priorità alle domande precaricate nel sistema. Che dovrebbe consentire dei controlli preventivi sul richiedente, valutando anche le sue capacità economiche così da evitare i falsi imprenditori e le relative truffe.

Il mondo del lavoro e Coldiretti e Federalberghi

Ma permangono molte riserve da parte delle associazioni di categoria, come Coldiretti che con Alberto Bertin, ricorda come “il meccanismo sia molto complesso, a partire dai tempi di ambasciate e consolati su cui non è possibile incidere”. Secondo Marco Gottardo di Federalberghi “le procedure vanno velocizzate. E servono strumenti diversi”. E ricorda come si stia “lavorando con le camere di commercio all’estero per trovare altri canali di reperimento di personale”.

L’impatto delle Olimpiadi per Ance Veneto

Le esigenze di portare a compimento le opere del Pnrr e di affrontare l’impatto delle Olimpiadi di Cortina, spingono Alessandro Gerotto, dell’Ance Veneto, a ricordare come “una volta di più l’edilizia è in fortissima crisi di manodopera. Dalle Olimpiadi di Cortina alle grandi infrastrutture, i dati sono allarmanti”. La mancanza di personale rischia di non far rispettare i tempi dei cantieri. E qualche azienda potrebbe addirittura non farcela, la carenza di personale è drammatica”.

Mondo del lavoro e Uil

Secondo il segretario confederale della UIL, Santo Biondo, “l’attuale sistema somiglia a una lotteria, penalizzando i datori di lavoro onesti”. Ed a riprova di questo ricorda come nello scorso anno “solo un’esigua quota dei nullaosta concessi si è concretizzata in effettivi contratti di lavoro”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Gli altri settori

Ma il quadro delle difficoltà non si limita solo ai settori economici più importanti ma si sta estende al sociale. O, per meglio dire, alle necessità sociali legate all’assistenza ai singoli ed alle famiglie. Quantità delle badanti e la loro disponibilità lavorativa sta infatti diminuendo sensibilmente, sia in ragione delle aumentate esigenze che del crescere dell’età media degli addetti. Secondo Alberto Gallas, che gestisce un importante agenzia del settore, “l’età media delle badanti cresce, con un forte diminuzione della fascia di età 30/40 anni. Mentre la domanda sta esplodendo, siamo già in emergenza. Abbiamo insomma uno scenario nel quale alle esigenze sempre più importanti delle imprese e delle famiglie si associano strumenti giuridici superati. Che hanno già dato prova della loro inefficacia, coinvolgendo chi offre lavoro e chi lo cerca in una continua incertezza. Il che impedisce la normale dialettica lavorativa, offrendo ampi margini alle scorciatoie ed allo sfruttamento.





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