la mappa delle terme in Italia e le novità

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


“In nulla parte naturae maiora essere miracula”. Per dirla con le parole di Plinio il Vecchio, nessun elemento naturale secondo gli antichi Romani era più miracoloso dell’acqua (Nat. Hist. XXXI, 1, 2 6).

Impiegata sotto forma di bagni caldi e freddi, docce, abluzioni e inalazioni, era usata anche come bevanda ‘medicinale’. Andando indietro nel tempo, sin dalla preistoria l’uomo ha fatto uso delle acque termali per le loro capacità antiparassitarie, terapeutiche e igieniche, ma furono i medici greci a elevarle al rango di cura.

Così forse non stupisce che il Paese delle “chiare, fresche et dolci acque” cantate da Francesco Petrarca possa vantare – assieme a Germania, Austria e Ungheria – il maggior numero di stabilimenti termali d’Europa. Da Saturnia ai Bagni Vecchi di Bormio, passando per Abano, Sirmione, San Casciano e i Giardini Poseidon di Ischia, gli stabilimenti termali della Penisola sono mete rinomate per il crescente fenomeno del wellness tourism, cioè dei viaggi effettuati per motivi di salute e benessere.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

La geografia delle terme italiane

Nella mappa delle terme d’Italia realizzata in questo numero con l’aiuto di Federterme, alla fine del 2023 gli stabilimenti in attività sono 317, presenti in tutte le regioni con l’eccezione del Molise. Il fatturato del settore è di circa 1,6 mld di euro (dati 2023), con oltre il 90% delle strutture che opera in regime di accreditamento con il Servizio sanitario nazionale.

Gli appassionati non si stupiranno troppo nel leggere che il record di stabilimenti spetta alla Campania, con ben 95 strutture, seguita dal Veneto (92), dall’Emilia-Romagna (25), dalla Toscana (22) e dal Lazio (15).

Un settore vivace, come dimostra anche l’operazione da quasi 65 mln di euro che ha visto il Grand Hotel di San Pellegrino Terme passare di recente sotto il controllo del gruppo americano Ekn Development.

Gli stabilimenti in attività – censiti da Ebiterme alla fine del mese di marzo 2023 – sono presenti in 134 comuni fra località termali (51) e marine (18), città di interesse storico e artistico (11), località montane (12), collinari (7) e lacustri (4). Gli esercizi alberghieri di proprietà delle aziende termali, denominati spesso hotel-terme, vantano circa 30 mila posti letto, in media poco più di 100 per esercizio.

Mappa delle terme in Italia

Un settore in trasformazione

Ma qual è lo stato di salute delle spa in Italia? “Il nostro è un settore che si sta trasformando molto negli ultimi 10 anni“, ci spiega Massimo Caputi, presidente di Federterme-Confindustria, che rappresenta oltre 300 aziende termali. “Sono in corso progetti per sviluppare le terme in varie aree d’Italia. Il fatto è che oggi, ancor più dopo la pandemia, le persone vogliono vivere di più ma soprattutto vivere meglio. E hanno riscoperto il sistema delle acque che, usato in modo corretto, consente risultati importanti. L’idea è quella di utilizzare acque giuste per i diversi problemi che si vuol trattare, dalla psoriasi, ai disturbi respiratori e articolari, fino a lesioni e traumi“.

Insomma, il sistema termale italiano “si sta rinnovando. E si sta abbassando anche l’età di chi frequenta le nostre strutture: oggi siamo intorno ai 40-42 anni, mentre in precedenza eravamo sopra i 60. Oramai le terme hanno tre funzioni: leisure puro, prevenzione e riabilitazione“.

Caputi sottolinea come quello termale sia un nuovo asset di investimento: “Ci sono imprenditori internazionali che investono nel sistema italiano e questo contribuisce alla notevole crescita del settore registrata nel 2024. Come Federterme abbiamo lanciato un portale: Italcares (www.italcares.it), proprio per intercettare il turismo del benessere dal Nord Europa”.

Il mercato europeo delle terme

Se infatti la Germania, secondo le stime del Global Wellness Institute, detiene la quota più rilevante del mercato termale europeo (24,4%), è anche vero che l’Italia si colloca subito dopo, con una quota (15,9%) di gran lunga superiore a quella di Austria (8,8%), Ungheria (8,1%), Spagna (7,1%), Polonia (6,3%), Repubblica Ceca (5,9%), Francia (5,6%), Svizzera (4,8%), Slovacchia (4,4%), Romania (4,4%) e Slovenia (4,3%).

Conto e carta

difficile da pignorare

 

I controlli

Gli stabilimenti italiani non solo utilizzano acque minerali efficaci nel trattamento di varie patologie croniche e nella riabilitazione funzionale, ma rispettano anche una serie di requisiti di carattere strutturale, organizzativo e professionale necessari per poter operare per conto della sanità pubblica (adeguatezza degli impianti e delle attrezzature, disponibilità di personale con competenze specialistiche, accessibilità e qualità delle cure, osservanza delle norme in materia igienico-sanitaria, in materia di sicurezza), come rivendicano da Federterme. Insomma, non sono solo rinomate destinazioni turistiche, ma presidi di salute sul territorio.

Un legame rafforzato anche dagli investimenti in energie rinnovabili (solare e geotermica), nella coibentazione degli ambienti, nei sistemi di recupero del calore e negli interventi per il risparmio idrico. Questi investimenti hanno un duplice obiettivo: da un lato promuovere un turismo più ‘green’, attento a preservare le ricchezze naturali dei territori; dall’altro, migliorare l’efficienza energetica e rendere le aziende del settore più competitive nel lungo periodo.

Non solo relax

Programmi di mindfulness, meditazione, yoga, terapie del suono vengono affiancati ai trattamenti idroterapici per soddisfare la crescente domanda di cura del benessere psicologico e riduzione dello stress.

Con l’adozione delle nuove tecnologie negli stabilimenti termali, i dispositivi medici innovativi, le piattaforme digitali per la vendita dei prodotti, le prenotazioni online e i sistemi automatizzati di check-in/check-out, le terme stanno modificando il proprio modo di lavorare e di relazionarsi con la clientela.

Il futuro

Stando alle stime, il settore delle Medical spa a livello internazionale da qui al 2030 sarà caratterizzato da un tasso di crescita annuale del 15%, per arrivare a triplicare alla fine del periodo (elaborazione Ebiterme su dati Grand View Research – Medical spa market report 2022).

“Vorrei sottolineare che la Medical spa è la parte più interessante, se guardiamo al futuro – aggiunge Caputi – perché è attrattiva nei confronti di nuove fasce di utenti. Unire la potenza dell’acqua termale alle evidenze scientifiche consente di affrontare i problemi di salute in modo mirato e personalizzato”.

In cerca di talenti

Oggi “sono circa 60mila gli addetti diretti nel sistema termale ‘certificato’, cui vanno sommati gli indiretti, pensiamo alla ristorazione”, puntualizza il presidente di Federterme. Ma il settore sta sperimentando una “pesante difficoltà nel reperire risorse umane, un problema comune nel settore del turismo. Il deficit è elevatissimo: non si trovano diversi profili, come quello dello spa manager. Per fronteggiare il problema stiamo realizzando delle Academy che si occupino della formazione, ma cerchiamo anche di intercettare il flusso estero di operatori del benessere, dai massaggiatori agli specialisti della riabilitazione, fino ai fisioterapisti. Il messaggio ai giovani – conclude Caputi – è che questo è un settore in cui le opportunità e gli spazi di crescita sono enormi”.

Contabilità

Buste paga

 

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri